Agatino Paternò Castello
Agatino Paternò Castello La Valle, principe di Biscari (Catania, 10 giugno 1594 – Catania, 19 gennaio 1675), è stato un nobile e politico italiano.
Agatino Paternò Castello La Valle | |
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Principe di Biscari | |
In carica | 1633 – 1675 |
Successore | Vincenzo Paternò Castello |
Trattamento | Sua Eccellenza |
Altri titoli | Barone di Aragona, Cuba e Sparacogna, di Bicocca, dei Supplimenti di Mazzara, Trapani e Sciacca |
Nascita | Catania, 10 giugno 1594 |
Morte | Catania, 19 gennaio 1675 (80 anni) |
Dinastia | Paternò Castello |
Padre | Orazio Paternò Castello |
Madre | Digna La Valle Statella |
Consorte | Maria Paternò Castello La Restia |
Figli |
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Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaFiglio terzogenito di Orazio, X barone di Biscari, e della nobildonna Digna La Valle Statella dei baroni di Crucifia, nacque a Catania il 10 giugno 1594. Succedette al padre e ai fratelli maggiori Francesco e Vincenzo nel possesso della baronia di Biscari, negli altri titoli e beni, e nel 1623 sposò la nipote Maria, figlia del predetto Vincenzo, da cui ebbe tredici figli.[1]
Personaggio di primo piano della vita politica ed economica della Catania del XVII secolo[2], nella città siciliana esercitò le cariche di patrizio nel 1623-24, 1627-28, 1631-32, e di capitano di giustizia nel 1633-34.[3] Investito dei titoli e dei feudi ottenuti per via matrimoniale il 4 giugno 1624[3], fu anche vicario generale del Val di Noto, e, con privilegio datogli dal re Filippo IV di Spagna il 21 giugno 1633, esecutoriato il 26 agosto, ricevette l'investitura del titolo di I principe di Biscari. Assieme all'investitura del titolo di principe dello stato e terra di Biscari, il Paternò Castello ebbe dal monarca spagnolo anche il trattamento di regio consanguineo.[4]
Nel 1639, il cardinale Giovanni Doria, luogotenente del Re in Sicilia, lo nominò vicario generale del Regno di Sicilia, carica che ricoprì fino al 1648.[4][5] Le rivolte antispagnole del 1647 scoppiate in Sicilia, interessarono anche a Catania, dove il Principe di Biscari svolse un'importante funzione di mediazione tra i cittadini rivoltosi e l'autorità viceregia.[6] Nel 1649, fu nominato vicario generale del Regno di Sicilia con "l'Alter Ego, e suprema potestà civile e criminale".[4]
Acquistò la terra baronale di Bicocca, a sud di Catania, di cui fu investito il 22 gennaio 1668.[7]
Morì a Catania il 19 gennaio 1675.
Note
modifica- ^ M. C. Calabrese, Baroni imprenditori nella Sicilia moderna, Maimone, 2012, p. 16.
- ^ Calabrese, p. 15.
- ^ a b V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Forni, 1981, p. 198.
- ^ a b c C. Nicotra, Il Carmelo catanese nella storia e nell'arte, Samperi, 1977, p. 130.
- ^ D. Palermo, Tra mediazione e repressione: l'aristocrazia catanese durante la rivolta del 1647, in Mediterranea. Ricerche storiche n. 2, Mediterranea, 2004, p. 63.
- ^ Palermo, p. 79.
- ^ Rivista del Collegio Araldico, vol. 32, Collegio Araldico, 1933, p. 247.
Bibliografia
modifica- F. Paternò Castello di Carcaci, I Paternò di Sicilia, Catania, Prampolini, 1936.
- F. P. Di Vita, I Paternò Castello di Biscari. Una famiglia, un patrimonio nella Sicilia moderna (1700-1734), Torino, Giappichelli, 2007, ISBN 8834877225.
Collegamenti esterni
modifica- Agatino Paternò Castello, Principe di Biscari, su geneall.net. URL consultato il 26-10-2018.