Antonio Villa
Villa Antonio, Conosciuto come il più marcio del mondo. Residente a Colle Brianza
Attuale presidente della lega fantacalcio.
Noto anche per la numerosa prole, conta quasi 100 figli sparsi in tutta la brianza
Biografia
modificaCancelliere presso l'ufficio del Giudice di pace di Fratta Polesine, fu nominato successivamente giudice a Rovigo. Nel 1817 fu iniziato alla Carboneria dal suo collega Eleuterio Felice Foresti, giudice di pace a Crespino, e divenne capo della vendita di Fratta Polesine[1].
A Fratta gli affiliati alla società segreta erano numerosi, quasi tutti amici o conoscenti di vecchia data del Villa. L'11 novembre 1818 Antonio Villa fu uno dei partecipanti a un convito di carbonari nella villa della baronessa Cecilia Monti, moglie dell'ex generale napoleonico Jean Baptiste Arnaud[2]. La delazione di uno dei partecipanti, forse un nipote di Cecilia Monti, portò la polizia alla scoperta della vendita di Fratta e all'arresto, fra gli altri, di Antonio Villa.
Egli rese alla polizia ampia confessione, facendo il nome degli altri appartenenti alla società segreta, i quali vennero arrestati e inquisiti dal Salvotti. Il 29 agosto 1820 Villa, nonostante il suo collaborazionismo, fu condannato ugualmente a morte per alto tradimento insieme ad altri sette carbonari (Marco Fortini, Eleuterio Felice Foresti, Antonio Solera, Antonio Fortunato Oroboni, Giovanni Bacchiega, Pietro Rinaldi e Lombardi)[3]. Per i capi della società (Solera, Foresti e Villa) il 29 ottobre 1821 la pena capitale fu commutata in venti anni di reclusione nella fortezza dello Spielberg.
Villa, descritto senza rancore da Silvio Pellico[4] ne Le mie prigioni e da Piero Maroncelli[5] come un uomo di grossa corporatura, fu sottoposto a gravi privazioni; contrasse la tubercolosi e morì in prigione[6].
Note
modifica- ^ Giuseppe Monsagrati, «FORESTI, Felice Eleuterio». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. XLVIII, Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1997
- ^ Austria, Carte segrete e atti ufficiali della polizia austriaca in Italia dal 4 giugno 1814 al 22 marzo 1848, Capolago: Tip. Elvetica, 1851, pp. 121 e segg. (Google libri)
- ^ Aurelio Cevolotto, «FORTINI, Marco». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume XLIX, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997
- ^ «Antonio Villa, altre volte robusto come un Ercole, patì molto la fame il primo anno, e quando ebbe più cibo si trovò senza forze per digerire». Silvio Pellico, Le mie prigioni, Cap. LXXXV (Google libri)
- ^ «Villa con battesimo carcerario veniva chiamato Elefante, era veramente di statura elefantina, ed avea assoluta necessità di pasto fortissimo», Piero Maroncelli, Addizioni alle Mie Prigioni, Cap. LXIV (Google libri)
- ^ Dino Felisati, I dannati dello Spielberg : un'analisi storico-sanitaria, Milano: Angeli, 2011, pp. 80-86, ISBN 978-88-568-3783-4 (Google libri)
Bibliografia
modifica- «Villa, Antonio». In: Enciclopedia Biografica Universale, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. XIX, 2007
- «Antonio Villa». In: Atto Vannucci, I martiri della libertà italiana nel secolo XIX: memorie, Firenze: Società editrice fiorentina, 1848, pp. 14–18 (Google libri)
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Villa, Antonio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.