La stagione 1926-1927 fu la 1ª stagione del Napoli[5] nel nuovo campionato italiano organizzato su base nazionale.
Il 25 agosto 1926 (data tradizionalmente anticipata al 1º agosto)[6] l'industriale napoletano Giorgio Ascarelli fondò l'Associazione Calcio Napoli e la nuova squadra venne subito ammessa al campionato di Divisione Nazionale, in virtù del primo posto dell'Internaples nel torneo di Prima Divisione Lega Sud 1925-1926. Per la prima volta le squadre del Nord e le squadre del Sud disputarono il medesimo torneo (in precedenza c'erano due tornei, uno del Nord e uno del Sud, le cui vincitrici si affrontavano nella finalissima nazionale).
Il campionato partì il 1º ottobre 1926 e il Napoli fece il suo esordio ufficiale in casa, nello Stadio Militare dell'Arenaccia, contro l'Inter (0-3). Nelle nove gare del girone d'andata subì altrettante sconfitte e realizzò soltanto tre reti, bottino misero se si considera le ventinove reti subite; il Napoli chiuse il girone d'andata all'ultimo posto. Il girone di ritorno fu ugualmente di estrema pochezza, considerando che nelle nove gare giocate subì otto sconfitte racimolando un solo punto nel pareggio casalingo contro il Brescia (0-0).
In occasione della prima vittoria ottenuta contro l'Audace il 10 aprile 1927, il giocatore-allenatore Anton Kreutzer decise di tornare a Vienna e subentrò nel ruolo di allenatore Bino Skasa. Nello stesso anno, dopo il presidente Ascarelli, ci fu una pentarchia alla presidenza: Emilio Reale, Eugenio Coppola, Gustavo Zinzaro, Elia e Picchetti. Infine subentrò l'on. Nicola Sansanelli, che si dimise a fine campionato.[7]
Gli azzurri sarebbero dovuti retrocedere in Prima Divisione, ma la Federazione, consapevole del preesistente e pesante gap tra società settentrionali e meridionali, decise di graziare le tre squadre del Sud retrocesse ripescandole per il nuovo campionato.[8]
La prima maglia utilizzata dal Napoli per il nuovo campionato era di colore azzurro con colletto bianco e pantaloncini bianchi. Quale stemma del sodalizio fu adotato uno scudo ovale, dal fondoazzurro, con un cavalloinalberato e rivoltato, collocato su un pallone da calcio. Per ironizzare sui pessimi risultati sportivi della stagione, dalla figura del cavallo fu derivata la mascotte del club, il cosiddetto "ciuccio".
^Le mansioni presidenziali furono temporaneamente svolte da un comitato costituito dai soci Emilio Reale, Eugenio Coppola, Gustavo Zinzaro, Elia e Picchetti.
^abCrescenzo Chiummariello, Franco Corradini, Dal Mandracchio al San Paolo - La storia del Napoli da Sallustro a Maradona, ed. Industrie Litografica Gamma s.r.l., 1963.
^Le mansioni presidenziali furono temporaneamente svolte da un comitato costituito dai soci Emilio Reale, Eugenio Coppola, Gustavo Zinzaro, Elia e Picchetti. Cfr. Crescenzo Chiummariello, Franco Corradini, Dal Mandracchio al San Paolo - La storia del Napoli da Sallustro a Maradona, ed. Industrie Litografica Gamma s.r.l., 1963.
^aveva anche la cittadinanza italiana, come più fonti, tra cui l'articolo di Gianni Infusino in "Il Pallone d'oro", Edizioni Perna, pagina 102, affermano.
^Al contrario di quanto riportato da più fonti recenti, da fonti dell'epoca è stato accertato che il calciatore che militò nel Napoli all'epoca si chiamasse Domenico e non Corrado.
^Marco de Nanni, Storia del Savona F.B.C. 1907-2007, Marco Sabatelli Editore, pagina 142.
^Vanta con diverse squadre 2 presenze in Serie A e 7 in Serie B con una rete segnata.