Azzurro tenebra
Azzurro tenebra è un romanzo di Giovanni Arpino del 1977, che racconta, in forma romanzata, la disastrosa partecipazione della nazionale di calcio italiana al campionato del mondo 1974 in Germania Ovest.
Azzurro tenebra | |
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Autore | Giovanni Arpino |
1ª ed. originale | 1977 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Germania, 1974 |
Personaggi | Arp, Bibì, Walf, il Grangiuàn, Gauloise, il Vecio, Giacinto |
Il libro nasce dall'esperienza giornalistica dell'autore, che fu inviato sportivo per il quotidiano La Stampa di Torino dal 1969 e per i successivi dieci anni circa. La prima edizione ebbe un discreto successo, raggiungendo le trentamila copie vendute, ciò nonostante il romanzo non fu più ristampato per i trent'anni seguenti.[1]
Secondo Dino Zoff, all'epoca portiere della nazionale (che nel racconto compare con il soprannome di San Dino), in questo romanzo «Arpino non ha inventato nulla»[2] descrivendo la vita dei giocatori nel ritiro di Ludwigsburg, e restituendo l'atmosfera resa troppo pesante dalle polemiche e dalle grandi aspettative createsi intorno alla squadra, in cui non si seppe gestire il momento di transizione dovuto alla convivenza tra giocatori quasi a fine carriera e giovani emergenti.
Trama
modificaIl racconto si svolge descrivendo l'attività di un giornalista, Arp (cioè lo stesso Arpino), accompagnato dal giovane collega Bibì e dal fotografo Walf. Arp ha compreso la difficile situazione della nazionale azzurra ed è molto scettico sulle sue possibilità di disputare un buon mondiale. Gli altri giornalisti vengono divisi tra Belle Gioie, che sperano sinceramente in un successo dell'Italia, e Jene, spinte da un sentimento negativo e alla costante ricerca di materiale per alimentare le polemiche. Tra i personaggi che orbitano intorno al mondo dei giornalisti o che ne fanno parte, vi sono il Grangiuàn e il Gauloise (dietro ai quali si possono riconoscere Gianni Brera e Carlo Parola), rispettivamente grande giornalista sportivo e allenatore della Juventus.
Nella descrizione delle tre partite disputate dagli azzurri – sofferta vittoria per 3-1 con Haiti a Monaco di Baviera, stentato pareggio 1-1 con l'Argentina a Stoccarda, e sconfitta per 2-1 contro la Polonia ancora a Stoccarda – si ritrovano molte glorie calcistiche di quel periodo: l'allenatore Ferruccio Valcareggi (lo Zio), Gigi Riva (il Bomber), Gianni Rivera (il Golden Boy), Sandro Mazzola (il Baffo), Pietro Anastasi (Petruzzu) e Giorgio Chinaglia (Giorgione).
Tra di essi emergono due personaggi positivi, con i quali Arp ha maggiore confidenza: Enzo Bearzot (il Vecio, all'epoca allenatore in seconda), il quale sarà l'unico a restare in Germania Ovest anche dopo l'estromissione dell'Italia per continuare a fare il suo mestiere di osservatore, professando fino all'ultimo la sua fiducia nell'onestà, e Giacinto Facchetti (Giacinto); quest'ultimo, in particolare, è protagonista del finale extracalcistico del romanzo: ricordando un discorso fatto con Arp nel ritiro azzurro di Ludwigsburg («cerchiamo di diventare parenti, tra noi donchisciotte»), invita il giornalista a Milano chiedendogli di essere padrino di battesimo del suo terzo figlio.
Edizioni
modifica- Azzurro tenebra, Torino, Einaudi, 1977, p. 214.
- Azzurro tenebra, a cura di Massimo Novelli, Torino, Spoon River, 2007, p. 231, ISBN 978-88-89509-47-0.
- Azzurro tenebra, collana Scrittori Contemporanei, prefazione di Massimo Raffaeli, con una nota di Dino Zoff, Milano, BUR, 2010, p. 254, ISBN 978-88-17-04134-8.
- Azzurro tenebra, prefazione di Massimo Raffaeli, con una nota di Dino Zoff, Roma, minimum fax, 2024, p. 284, ISBN 978-88-33-89555-0.