BAE Mantis
Il BAE Systems Mantis è un APR britannico usato come dimostratore per la tecnologia UCAV. Il Mantis è mosso da due turboelica con una apertura alare di circa 22 m, è comparabile con lo MQ-9 Reaper statunitense. Gli altri partner coinvolti nella Fase 1 del programma Mantis sono il Ministero della Difesa britannico, Rolls-Royce, QinetiQ, GE Aviation, SELEX Galileo, Meggitt e Lola.
BAE Mantis | |
---|---|
Mockup del Mantis all'Airshow di Farnborough 2008 | |
Descrizione | |
Tipo | APR |
Costruttore | BAE Systems |
Data primo volo | 21 ottobre 2009 |
Dimensioni e pesi | |
Apertura alare | 20,0 m (65 ft 0 in) |
Peso max al decollo | circa 9 000 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 turboelica Rolls-Royce 250 |
Prestazioni | |
Autonomia | 24 h |
Tangenza | 16 764 m (55 000 ft) |
Flight International [1] | |
voci di aeromobili a pilotaggio remoto presenti su Wikipedia |
Storia
modificaSviluppo
modificaLo sviluppo del Mantis iniziò negli ultimi mesi del 2007, una prima versione fu presentata al Farnborough International Air Show del 2008. La Fase 1 del velivolo Mantis, si aspetta che volerà nel 2009, sarà mosso da due turboelica Rolls-Royce RB250, anche se cambierà nelle future versioni, ed è inteso per avere un'autonomia di 24 ore. La Fase 1 è intesa per dimostrare le capacità del prototipo BAE Systems ed è focalizzata sulla valutazione del sistema di controllo autonomo. Le fasi più avanzate saranno valutate per compiti civili e varianti armate.
La grande cupola sul davanti, che ricorda il posto di pilotaggio di un aereo classico, contiene un sistema di comunicazione via satellite.
Note
modifica- ^ (EN) PICTURES: UK's Mantis UAV demonstrator makes first flights, in Flight International, http://www.flightglobal.com/home/default.aspx, 13 nov 2009. URL consultato il 3 gen 2010.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su BAE Mantis
Collegamenti esterni
modifica- (EN) MANTIS, in BAE Systems, http://www.baesystems.com/index.htm. URL consultato il 3 gen 2010 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2009).