Il badalischio è una tipica leggenda della valle del Casentino (Toscana, Provincia di Arezzo).[1]

Creatura serpentiforme raffigurata su un mosaico di epoca romana.

La leggenda

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Si racconta che questo mostro (simile al basilisco, altra creatura mitologica) sia nato nella Gorga Nera, un piccolo laghetto in prossimità della Fonte del Borbotto (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi).[2][1] Uno dei nascondigli del badalischio era il bosco prossimo alla Fornace di Marena, nella località chiamata "Fosso del Diavolo".

Più o meno il suo aspetto doveva essere il seguente: uno strano serpente, grande come un uomo, avvolto in bende di lino da neonato,[3] con occhi rossi in grado di paralizzare la malcapitata preda.[4] Alcune leggende affermano che l'alito del badalischio sia estremamente velenoso, addirittura mortale.[5] Il badalischio viene spesso raffigurato con una corona od un diadema, che a volte gli copre gli occhi. In altri casi viene descritto con ali cartilaginose e testa di uccello, oppure con l'aspetto di un felino.[3]

Curiosità

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  1. ^ a b Christian Bigiarini, Casentino da scoprire, pag. 137, AGC Edizioni, 2016.
  2. ^ Giorgio Batini, Toscana magica: miti, leggende, prodigi che resistono al tempo, pag. 102, Sarnus, 2007.
  3. ^ a b c Guido Ceriotti, Storia sociale e culturale d'Italia: La cultura folklorica, pag. 37, Bramante editrice, 1988.
  4. ^ Marcoenrico Manoni, Storia e leggenda del Serpentegatto, § 5, Giovane Holden Edizioni, 2016.
  5. ^ Franco Sacchetti, I sermoni evangelici, pag. 69, F. Le Monnier, 1857.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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