Bal des Quat'z'Arts
Il Bal des Quat'z'Arts ("Ballo delle Quattro Arti") fu un ballo annuale organizzato a Parigi dal 1892 al 1966. L'evento originale venne organizzato da Henri Guillaume, professore di Architettura dell' École nationale supérieure des Beaux-Arts per gli studenti dei corsi di architettura, pittura, scultura e incisione.
Storia
modificaI bohèmien di Montmartre ogni anno davano molto risalto alle festività del carnevale e colsero subito l'occasione per dare altrettanta importanza al Bal des Quat'z'Arts, trasformando l'iniziale idea di Henri Guillaume, professore di architettura dell' École nationale supérieure des Beaux-Arts per gli studenti dei corsi della sua scuola.[1] Il carnevale ogni anno aveva un tema diverso e così pure il ballo. Esso era considerato un "Saturnale rituale". Solitamente le ragazze che accompagnavano gli studenti al carnevale si dipingevano il corpo ed avevano costumi particolari.[2] Il primo ballo di questo genere si tenne nel 1892 a Montmartre, ma si presentò di natura modesta se comparato ai successivi e venne considerato un vero successo.
Il secondo della serie di questi eventi si tenne il 9 febbraio 1893 al Moulin Rouge. Qui gruppi di modelle completamente nude apparvero durante la processione rituale.[3][4] Ne seguì come era facile intuire un contenzioso legale.[5] Sarah Brown (nata Marie o Marie-Florentine Roger o Royer), che poi fu modella per diversi pittori, venne arrestata in quel contesto e multata per atti osceni in luogo pubblico nel Bal des Quat'z'Arts del 1893. Questo fatto portò gli studenti del Quartiere Latino di Parigi a rivoltarsi in massa, soprattutto quando poi si diffuse la voce del suo suicidio.[6]
I preparativi
modificaI preparativi per l'annuale festa da ballo impegnavano per mesi studenti e modelle, coinvolgendo anche diversi ateliers di artisti che decoravano scene, drappeggi ed oggetti per i cortei della rappresentazione. Vigeva uno stretto regolamento come quello pubblicato per il ballo del 1899:
- "Bal Des Quat-z' Arts, Moulin Rouge, 21 aprile 1899. Le porte si apriranno alle 22.00 e chiuderanno a mezzanotte. Il documento di ammissione è strettamente personale e deve essere portato con sé da quanti decidano di partecipare al ballo. I partecipanti dovranno essere necessariamente mascherati, ma quanti non presenteranno l'invito saranno rifiutati all'ingresso. Il documento dovrà riportare il nome e la qualifica dell'artista e portare il timbro del suo atelier. Il costume è assolutamente necessario. Sono proibiti costumi da soldati e da monaco o da sacerdote. Se il tempo non fosse dei migliori, ai partecipanti è richiesto di attendere nelle loro carrozze perché non sarà possibile ammettere tutti col solo pretesto della pioggia, creando altresì una notevole confusione. Il buffet all'interno della sala sarà fornito per un numero di due persone a tessera. [...] I premi (champagne) saranno recapitati direttamente all'indirizzo dell'atelier di quanti si siano maggiormente distinti per meriti artistici o per bellezza dei propri costumi. Il nudo, come sempre, sarà proibito (!) La musica avrà una rilevanza fondamentale nella celebrazione. La commissione del 1899."[7]
Descrizione
modificaCome si è potuto vedere ogni anno questa festa aveva alla propria direzione una giuria composta da pittori e scultori che aveva il compito di giudicare i costumi di ciascuna persona ammessa al ballo e potevano rifiutarne l'ingresso se l'abito non fosse stato appropriato all'occasione. I biglietti non erano cedibili ed era perciò difficile che vi fossero persone non studenti ammesse a partecipare a questo ballo. I balli, che proseguivano poi de facto sino all'alba, terminavano quasi sempre col grido comune "Lunga vita alle quattro arti!". Il ballo chiudeva definitivamente i battenti alle 7.00 del mattino e veniva seguito da una processione che dal Quartiere Latino conduceva poi verso il Louvre per poi passare sul Pont du Carrousel, sino al Teatro dell'Odéon dove infine il corteo si disperdeva.[8]
Revival moderno
modificaNel 2012 il Bal des Quat'z'Arts ebbe un revival per iniziativa di Nicolas Bourriaud che era all'epoca direttore dell' École des Beaux-Arts.[9]
Note
modificaBibliografia
modifica- Sascha Bru e Andrew Thacker, The Oxford Critical and Cultural History of Modernist Magazines: Europe 1880 - 1940, Oxford University Press, 2013, ISBN 978-0-19-965958-6.
- Leo Charney e Vanessa R. Schwartz, Cinema and the Invention of Modern Life, University of California Press, 1995, ISBN 978-0-520-20112-5.
- Jacques Guiton, A Life in Three Lands: Memoirs of an Architect, Branden Books, 1991, ISBN 978-0-8283-1937-9.
- Jill Berk Jiminez e Joanna Banham, Dictionary of Artists' Models, Fitzroy Dearborn, gennaio 2001, ISBN 978-1-57958-233-3.
- Emmanuel Schwartz, George Steiner e Philippe Sénéchal, The Legacy of Homer: Four Centuries of Art from the Ecole Nationale Supérieure Des Beaux-Arts, Paris, Dahesh Museum of Art, 2005, ISBN 978-0-300-10918-4.
- Frank Berkeley Smith, The Real Latin Quarter, Public domain, Funk & Wagnalls Company, 1901.
- Gregory L. Ulmer, Heuretics: The Logic of Invention, JHU Press, 1º marzo 1994, ISBN 978-0-8018-4718-9.
- Steven Moore Whiting, Satie the Bohemian : From Cabaret to Concert Hall: From Cabaret to Concert Hall, Clarendon Press, 18 febbraio 1999, ISBN 978-0-19-158452-7.
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