Ballarò (Palermo)
Ballarò è un noto mercato storico di Palermo, insieme ad altri denominati Vucciria, Il Capo, Lattarini e il Mercato delle Pulci.
Il mercato
modificaIl mercato, permanente, si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory verso Porta Sant'Agata. Il mercato è famoso per la vendita delle primizie che provengono dalle campagne del palermitano.
Ballarò è il più antico tra i mercati della città,[1] frequentato giornalmente da centinaia di persone, animato dalle cosiddette abbanniate, cioè dai chiassosi richiami dei venditori che, con il loro caratteristico e colorito accento locale, cercano di attirare l'interesse dei passanti. Si presenta come un ammasso di bancarelle assiepate e con la strada invasa dalle cassette di legno che contengono la merce che viene continuamente urlata, abbanniata, cantilenata per reclamizzare la buona qualità e il buon prezzo dei prodotti.
Ballarò è un mercato principalmente alimentare, adibito soprattutto alla vendita di frutta, ortaggi, verdure, spezie, carne e pesce, ma si trovano anche articoli di uso domestico per la cucina e pulizia della casa, come nei mercati del Capo e della Vucciria.
Cibi cotti
modificaAll'interno del mercato i fruttivendoli vendono cibi cotti e cibi da strada, tipici della cucina palermitana, come cipolle bollite o al forno, panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè o cazzilli (crocchette di patate), verdure lesse, polpo, quarume (interiora di vitello), panino con la meusa (milza).
Etimologia
modificaCuore del quartiere dell'Albergheria, il mercato di Ballarò viene così chiamato da Bahlara, villaggio presso Monreale da dove provenivano i mercanti arabi, o dal nome di Vallaraya, re indiano della regione del Deccan.[2] Altre ipotesi di una etimologia derivante dall'arabo unificano che il nome deriverebbe dai corrispettivi in lingua araba per "mercato degli specchi" e "sede di fiera", ovvero Souk el Ballarak[3] e Segel-ballareth.[4]
Secondo altri il nome Ballarò è legato alla figura di Ferdinand Ballarò, capitano del Re di Sicilia Ferdinando II d'Aragona a Palermo nel XV secolo, o alla famiglia Ballarò che riscuoteva per conto del Re di Spagna una percentuale sulle vendite dei prodotti alimentari in vendita all'omonimo mercato.[3]
Il mercato Ballarò nei media
modifica- Il mercato di Ballarò è stato il protagonista di una puntata nella terza serie di documentari "Food Markets: Profumi e Sapori a Km 0" trasmessa su Rai1
Note
modifica- ^ Antichi Mercati, su sicilytourist.com. URL consultato il 3 aprile 2018.
- ^ Ermanno Viapiana, Vorrei conoscere il significato della parola “ballarò”., su treccani.it. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ a b Bianca Granisso, IL MERCATO DI BALLARÒ A PALERMO: UN TUFFO TRA CULTURE, su elledecor.com, 3 luglio 2024. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ Mercato di Ballarò, su balarm.it. URL consultato il 17 luglio 2024.
Bibliografia
modifica- Umberto Balistreri e Carlo Pollaci, I mercati del centro storico di Palermo, Isspe[manca data]
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ballarò
Collegamenti esterni
modifica- Voci e immagini del Mercato di Ballarò su Arca dei Suoni Archiviato il 6 luglio 2011 in Internet Archive. - Archivio sonoro digitale on-line del CRICD Archiviato il 7 novembre 2017 in Internet Archive. - Centro Regionale per 'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana
- I mercati di Palermo fra storia e attualità. Un fenomeno di lunga durata, su istitutoeuroarabo.it. URL consultato il 30 agosto 2021.