Bozza:Alloparenting

Cercopiteco verde con cucciolo
Cercopiteco verde con cucciolo

Alloparenting (in italiano cura alloparentale[1] o allogenitorialità[2][3]) è un termine per qualsiasi forma di cura genitoriale fornita da un individuo verso i giovani che non sono suoi diretti discendenti. Questi sono spesso chiamati giovani "non discendenti"[4], anche se tra loro possono esserci anche dei nipoti[5]. Tra gli esseri umani, l'alloparenting è spesso eseguito dai nonni e dai fratelli maggiori di un bambino. Gli individui che forniscono questa cura sono chiamati con il termine neutro "alloparent" (o "helper" ossia "aiutante")[4].

La cura alloparentale racchiude una vasta gamma di sistemi genitoriali in una serie di gruppi animali e strutture sociali. La relazione alloparent-giovane può essere mutualistica o parassitaria, e tra o all'interno di specie. L'allevamento cooperativo, la cura congiunta della covata, l'allonursing reciproco, il parassitismo di covata (un fenomeno e modello comportamentale di animali che contano su altri per crescere i loro piccoli) e il cuckoldry (un fenomeno che consiste in accoppiamenti extra-coppia e i dove maschi finiscono per prendersi cura di prole non imparentata) rappresentano situazioni in cui la cura alloparentale gioca un ruolo.

Questa forma di genitorialità è spesso osservata tra gli esseri umani. Tuttavia, non è così popolare tra le altre specie. L'allogenitorialità è rara tra classi di animali come uccelli e mammiferi, con solo circa il 3% dei mammiferi che esibiscono questo stile genitoriale, ma ciò non significa che non si verifichi[6][7]. Nelle specie che sono allogenitoriali, è stato osservato che la prole cresce a ritmi più rapidi e viene spesso svezzata prima[8].

Comportamento

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Una madre capodoglio e il suo cucciolo

Il comportamento che ruota attorno alla cura alloparentale è più o meno lo stesso tra le specie. Il termine "babysitting" è spesso usato come un modo per descrivere come funziona questo stile genitoriale[9]. Negli esseri umani, l'alloparenting è comune e ruota principalmente attorno a questo termine. Altri genitori e persone guardano i piccoli degli altri e li aiutano a prendersi cura di loro mentre i genitori biologici sono occupati[6][7]. Questo è visto anche nei capodogli. Per consentire alla madre di immergersi e raccogliere cibo e risorse, le balene nel loro gruppo sociale separano le loro immersioni consentendo al cucciolo di essere monitorato e supervisionato da una balena in ogni momento[9]. Anche gli storni superbi eseguono questo comportamento. La loro situazione di vita di gruppo contribuisce a molte potenziali figure genitoriali nella vita dei piccoli. La madre e il padre possono fornire il calore e la guardia del nido, tuttavia è una rete di altri storni superbi che vegliano e si prendono cura anche della prole. Questi comportamenti consentono ai genitori di avere più libertà sapendo che i piccoli sono accuditi. La cura alloparentale stessa comporta determinati comportamenti da parte degli individui che prendono parte a questa cura. Negli esseri umani e negli scimpanzé, questo può comportare il trasporto, la camminata, la pulizia e il contatto fisico con i piccoli[6][7][10]. In altri animali come balene, uccelli e cani randagi indiani, questi comportamenti possono essere l'alimentazione/rigurgitazione del cibo, il dare calore e fornire protezione[11][12][13][14]. Nei leoni marini, si possono osservare comportamenti come l'allonursing[15]. Il comportamento è il centro della cura alloparentale e senza cure parentali, i piccoli di molte specie non sopravviverebbero.

Allonursing

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L'allonursing rientra nell'alloparenting e si riferisce al momento in cui una femmina fornisce nutrimento alla prole che non è sua[8]. L'alloparenting è raro, ma l'allonursing è ancora più raro. Una ragione che spiega questo fatto è che affinché una femmina possa allattare al seno deve aver partorito di recente. Nel latte si possono trovare diversi anticorpi e nutrienti che rafforzano il sistema immunitario[16][17]. L'allonursing aiuta la prole a ricevere più difese immunitarie rispetto a quelle della sola madre. L'allonursing non solo avvantaggia la prole, ma anche la nutrice consentendole di acquisire esperienza materna e quindi quando la sua prole è lontana dai genitori sarà in grado di rafforzarne la sopravvivenza[17][16]. In uno studio condotto con allevatori cooperativi e specie riproduttive non cooperative, i ricercatori hanno scoperto che c'erano meno specie riproduttive cooperative che allonursing, tuttavia non era una quantità significativa. Nelle specie riproduttive non cooperative, il 66% delle specie viventi in gruppo abbandonava la cucciolata rispetto al 31% delle specie monotoche, ossia quelle che generano un solo figlio a ogni gravidanza[16]. In entrambi i casi, la composizione del latte non era un fattore determinante.

In biologia, etologia e sociologia, la cura alloparentale è definita come qualsiasi forma di cura genitoriale, che è rivolta a giovani non discendenti[18][19]. Fu usata per la prima volta da Edward O. Wilson nel 1975, nel suo libro Sociobiology nel tentativo di definire un termine neutro che potesse racchiudere i termini specifici di genere e relazione di "aunite" e "auncle" che erano stati precedentemente coniati nella letteratura per descrivere questo tipo di comportamento[20]. Inoltre, Wilson usò il termine alloparent (o "helper") per riferirsi agli individui che forniscono la cura, e propose "allomaternal" e "allopaternal" come parole che potevano essere usate per distinguere il sesso dell'aiutante. "Alloparent" significa approssimativamente "altro genitore"; dalla radice greca "allo-", che significa "altro".

Benefici

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Per l'alloparent

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I benefici acquisiti dall'alloparent dipendono dalla forma di assistenza allogenitoriale, ma variano da:

  • Benefici indiretti di fitness ottenuti tramite la selezione della parentela
  • Esperienza genitoriale: acquisire esperienza materna/genitoriale attraverso il ruolo di "babysitter" può aumentare la probabilità che la futura prole genetica degli alloparent sopravviva
  • Aumento del rango sociale
  • Opportunità di riproduzione extra-coppia/acquisizione di compagni
  • Protezione dalla predazione durante la riproduzione cooperativa o la cura congiunta della covata.
  • 'Tamponamento agonistico' (Agonistic buffering): gli individui possono avvalersi dell'influenza dei giovani all'interno di un gruppo come protezione durante le interazioni aggressive.
  • Acquisizione del proprio territorio a seguito di riproduzione cooperativa
  • Aumento della sopravvivenza della prole genetica durante la cura congiunta della covata

Nei giovani

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Cuccioli di sciacallo dalla gualdrappa

In quasi tutte le forme di alloparenting, i piccoli traggono un beneficio complessivo in termini di fitness dalle cure fornite. Nell'allevamento cooperativo o nella cura congiunta della covata, la presenza di "aiutanti" al nido o nella tana aumenta solitamente la probabilità di sopravvivenza dei piccoli. Ciò è stato osservato in numerose specie, tra cui lo sciacallo dalla gualdrappa[21]. In uno studio sui gruppi di sciacalli in Tanzania durato tre anni e mezzo, si è scoperto che la presenza di fratelli aiutanti nella tana aveva una correlazione positiva significativa con la sopravvivenza della prole. Aiutando a nutrire la madre e i suoi cuccioli, sorvegliando la cucciolata e contribuendo alla loro toelettatura e all'apprendimento di come cacciare, ogni aiutante, oltre ai genitori, ha aggiunto 1,5 cuccioli sopravvissuti alla cucciolata[22]. Aiutando a crescere i loro fratelli germani, con i quali condividono un coefficiente di parentela di 12, gli aiutanti traevano beneficio dall'aumento della loro fitness inclusiva.

Nell'allevamento cooperativo

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Nell'allevamento cooperativo, le madri sono in grado di conservare energia, di allontanarsi dai luoghi di nidificazione per cercare cibo/rifornimenti, di mantenere interazioni sociali e di proteggere meglio la loro prole dai predatori. La prole che riceve cure alloparentali trae vantaggio da una maggiore protezione dai predatori, dallo sviluppo di segnali sociali e dall'apprendimento delle dinamiche di gruppo attraverso le interazioni sociali. Gli alloparent traggono vantaggio poiché viene data loro l'opportunità di acquisire capacità materne prima di aver raggiunto l'età riproduttiva[23]. Le relazioni formate attraverso l'alloparenting hanno anche migliorato la stabilità della famiglia, del branco o della comunità nel tempo[24].

Svantaggi

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Per i giovani

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In alcuni casi di cure alloparentali i piccoli vengono sfruttati, il che può portare a maltrattamenti da parte dell'alloparent. Un esempio di ciò è quando i primati maschi usano i piccoli come "tamponi agonistici" durante gli scontri con i maschi dominanti[25]. Se gli alloparent sono inesperti come genitori, ciò potrebbe rappresentare un pericolo per i piccoli. In alcuni casi di amalgamazione della covata, i piccoli sono posizionati in un modo che li espone a un rischio di predazione maggiore rispetto ai giovani genetici dell'alloparent[26].

Per l'alloparent

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L'alloparenting, dato che il comportamento è spesso avviato dall'alloparent, è raramente un atto svantaggioso per quest'ultimo. I casi in cui l'alloparent non riceve benefici o incorre in uno svantaggio, generalmente riguardano relazioni parassitarie, in cui l'individuo ha commesso un errore riproduttivo o sta indirizzando male le proprie cure genitoriali.

Evoluzione

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In molte discussioni sulla cura alloparentale, si dice spesso che l'alloparenting può apparire a prima vista altruistico[27][25]. Questa apparenza deriva dal fatto che i benefici per l'alloparent sono molto raramente immediati e qualsiasi beneficio di fitness ottenuto è indiretto. Sebbene i sistemi di alloparenting basati sull'altruismo reciproco siano ben studiati, non è stata osservata una cura puramente altruistica da parte di un alloparent. Due delle principali forze motrici evolutive del comportamento alloparentale sono la selezione parentale e l'altruismo reciproco[28][25]. Nei casi in cui l'alloparent e il piccolo non condividono alcun grado di parentela, altri benefici per l'alloparent avranno contribuito all'evoluzione del comportamento, come la "pratica materna" o una maggiore sopravvivenza attraverso l'associazione con un gruppo. I casi in cui l'evoluzione di tale comportamento è più difficile da spiegare sono le relazioni parassitarie come il pulcino del cuculo nel nido di un genitore ospite più piccolo. Gli ecologi comportamentali hanno citato stimoli supernormali, errori riproduttivi o l'incapacità degli alloparent di riconoscere i loro piccoli come spiegazioni che potrebbero supportare questo comportamento[29].

In generale, il verificarsi dell'alloparenting è il risultato sia dei tratti della storia della vita della specie (come l'evoluzione li ha predisposti a comportarsi), sia delle condizioni ecologiche in cui si trova l'individuo[29].

Nella natura

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Due gatte domestiche che allattano in modo cooperativo una cucciolata di gattini in un nido. Quella a sinistra è la madre biologica, quella a destra non ha una cucciolata sua.

La riproduzione cooperativa esiste nel 9% degli uccelli e nel 3% dei mammiferi[30].

Il comportamento di alloparenting è noto in 120 specie di mammiferi e 150 specie di uccelli[31]. "Nei mammiferi, la cura comprende tipicamente l'"alloallattamento" (allolactation), l'alimentazione dei cuccioli, la custodia e il trasporto dei piccoli"[32]. Questo si verifica quando i Macaca sylvanus maschi trasportano in giro cuccioli non imparentati e si prendono cura di loro per ore alla volta[33]. Un altro esempio è quando le scrofe facocero allattano i maialini da altre cucciolate dopo che le scrofe hanno perso le proprie cucciolate[34].

Negli esseri umani

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L'alloparenting negli esseri umani è una forma comune di cura genitoriale in una varietà di culture e può includere l'assistenza di fratelli, nonni, altri parenti e membri della famiglia non imparentati come insegnanti per fornire apprendimento e supporto. Un esempio particolare è una situazione in cui i nonni assumono un ruolo genitoriale. Questo è talvolta chiamato "famiglia a generazione saltata". Nel 1997, l'8% dei bambini negli Stati Uniti viveva con i nonni, con i nonni che erano i caregiver in un terzo di quei casi[33]. Secondo Deihl[35], il popolo Efé della foresta pluviale dell'Ituri nella Repubblica Democratica del Congo pratica l'alloparenting, con l'assistenza per i neonati proveniente da fratelli, nonni e membri più anziani della comunità. Deihl afferma che quando i fratelli sono alloparenting questo fornisce agli adolescenti l'esperienza di essere genitori.

L'allomothering è la cura parentale fornita da membri del gruppo diversi dalla madre genetica.

La psicologia umana nell'allogenitorialità

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Il modello tradizionale di psicologia infantile in relazione ai genitori è chiamato "Attaccamento Classico" in cui il bambino ha un forte attaccamento a una figura (la madre). Nelle comunità di cura alloparentale, la teoria dell'attaccamento suggerisce che lo stesso tipo di legame è condiviso tra il bambino e più membri della comunità[36]. Ciò ha potenziali vantaggi per il bambino e i genitori. Il bambino ha una rete diversificata di caregiver che possono fornire un intimo supporto emotivo[37]. Il costo in termini di energia e risorse dell'educazione del bambino da parte del genitore diminuisce così come il costo emotivo e il costo delle risorse tangibili. Secondo la US National Library of Medicine, l'alloparenting ha dimostrato di attivare parti del cervello che sono correlate con la diminuzione dei livelli di stress[38].

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