Camillo Finocchiaro Aprile
Camillo Finocchiaro Aprile (Palermo, 28 gennaio 1851 – Roma, 26 gennaio 1916) è stato un politico e giurista italiano, ministro della giustizia e delle poste del Regno d'Italia.
Camillo Finocchiaro Aprile | |
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Ministro di grazia e giustizia | |
Durata mandato | 29 giugno 1898 – 14 maggio 1899 |
Presidente | Luigi Pelloux |
Predecessore | Teodorico Bonacci |
Successore | Adeodato Bonasi |
Durata mandato | 27 marzo 1905 – 24 dicembre 1905 |
Presidente | Alessandro Fortis |
Predecessore | Scipione Ronchetti |
Durata mandato | 24 dicembre 1905 – 8 febbraio 1906 |
Presidente | Alessandro Fortis |
Successore | Ettore Sacchi |
Durata mandato | 29 marzo 1911 – 19 marzo 1914 |
Presidente | Giovanni Giolitti |
Predecessore | Cesare Fani |
Successore | Luigi Dari |
Ministro delle poste e dei telegrafi | |
Durata mandato | 15 maggio 1892 – 15 dicembre 1893 |
Presidente | Giovanni Giolitti |
Predecessore | Ascanio Branca |
Successore | Maggiorino Ferraris |
Commissario regio di Roma | |
Durata mandato | giugno 1890 – dicembre 1890 |
Predecessore | Augusto Armellini |
Successore | Onorato Caetani |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XV, XVI, XVII XVIII, XIX, XX, XXI, XXII, XXIII, XXIV |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico Costituzionale Sinistra democratica Centro giolittiano Unione Liberale |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Professione | Giurista |
Biografia
modificaFiglio di Carolina Aprile e Andrea Finocchiaro, Camillo proveniva da una famiglia della borghesia palermitana. Il padre Andrea era funzionario presso il Comune di Palermo, mentre il nonno Camillo (Palermo, 1770 - 1862) era magistrato. Camillo era nipote dell'avvocato palermitano Lorenzo Finocchiaro, fratello del padre.
Attivo nella Carboneria e di idee repubblicane, a soli sedici anni, nel 1867, combatté con Garibaldi a Monterotondo[1].
Nel 1872 fu eletto consigliere comunale a Palermo, mentre era ancora studente universitario in giurisprudenza.[2] Deputato alla Camera già nel 1882 (XV legislatura), eletto a Palermo, fu sempre rieletto fino alla morte (dal 1892 nel collegio di Prizzi).
Sostenitore di Crispi, nel 1887 commissario regio a Catania e nel 1890 fu commissario regio al Comune di Roma, riuscendo a fine mandato a riportare in pareggio il bilancio comunale, e divenne ministro delle poste e dei telegrafi nel Governo Giolitti I (1892-1893).
Fu poi più volte ministro di Grazia e Giustizia e Culti del Regno d'Italia, nei governi Pelloux I, Fortis I, Fortis II e Giolitti IV. Nel 1913 fece approvare il nuovo Codice di procedura penale.
Il suo progetto di legge riguardante la scottante questione della precedenza del matrimonio civile su quello religioso non va a buon fine e Giovanni Giolitti, con le dimissioni dell'8 marzo 1914, può cogliere l'occasione di non prendersi la diretta responsabilità del varo della legge stessa[3]. Fu dignitario della loggia massonica G. Washington di Palermo[4] e fece parte del Supremo Consiglio dei 33.[2]
Fu anche quattro volte vice presidente della Camera dei deputati, anche al momento della morte. Padre di Andrea Finocchiaro Aprile, leader del movimento indipendentista siciliano, e di Emanuele.
In contrapposizione a Ludovico Frapolli, supportò la corrente progressista della Massoneria italiana, che era favorevole all'ingresso delle donne.[5]
Decorazioni
modificaNote
modifica- ^ Comune di Palermo - Archivio biografico comunale - Camillo Finocchiaro Aprile Archiviato il 9 gennaio 2010 in Internet Archive.
- ^ a b Camillo Finocchiaro Aprile in Dizionario Biografico – Treccani
- ^ Luigi Ambrosoli, Né aderire né sabotare, Edizioni Avanti, Milano 1961
- ^ [1]
- ^ Luca Giuseppe Manenti, Emanuela Locci, Storia della massoneria femminile. Dalle corporazioni alle obbedienze, in Diacronie, 32,4, 2017, DOI:10.4000/diacronie.6962. URL consultato l'11 maggio 2023.
- ^ Relazione e Regio decreto del 23 novembre 1889 che concede ricompense ai benemeriti della salute pubblica nell'epidemia colerica dell'anno 1887, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 291 del 9 dicembre 1889, pp. da 4194 a 4339
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Camillo Finocchiaro Aprile
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Camillo Finocchiaro Aprile
Collegamenti esterni
modifica- Finocchiaro Aprile, Camillo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- FINOCCHIARO-APRILE, Camillo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- Finocchiaro Aprile, Camillo, su sapere.it, De Agostini.
- Stefano Caviglia, FINOCCHIARO APRILE, Camillo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 48, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997.
- Camillo Finocchiaro Aprile, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 92828945 · ISNI (EN) 0000 0000 8345 6847 · SBN RAVV085521 · BAV 495/320228 |
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