Carlo Bottacco
Carlo Bottacco (Casale Monferrato, 18 giugno 1820 – Torino, 1º febbraio 1880) è stato un generale italiano, distintosi durante le tre guerre d'indipendenza italiane (1848/1849-1859-1866), nella Campagna piemontese in Italia centrale (1860-1861) e nella Presa di Roma (1870). Fu comandante del 7º Reggimento artiglieria da campagna, della Brigata Pistoia, direttore della scuola di guerra dell'esercito e della Regia Accademia Militare di Torino. Decorato con la Croce di Ufficiale e quella di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia e tre Medaglie d'argento al valor militare.
Carlo Bottacco | |
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Nascita | Casale Monferrato, 18 giugno 1820 |
Morte | Torino, 1 febbraio 1880 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna Italia |
Forza armata | Armata sarda Regio Esercito |
Arma | Artiglieria |
Anni di servizio | 1841-1880 |
Grado | Tenente generale |
Guerre | Prima guerra d'indipendenza italiana Seconda guerra d'indipendenza italiana Terza guerra d'indipendenza italiana |
Campagne | Campagna piemontese in Italia centrale |
Battaglie | Battaglia di Pastrengo Seconda battaglia di Governolo Battaglia di Novara (1849) Assedio di Ancona (1860) Assedio di Capua (1860) Battaglia di Custoza (1866) Presa di Roma |
Comandante di | 7º Reggimento artiglieria da campagna Brigata Pistoia |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Torino |
dati tratti da Archiviostoricofotografico[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Casale Monferrato il 18 giugno 1820.[2] Arruolatosi nell'Armata Sarda a partire dal 10 luglio 1832 frequentò la Regia Accademia Militare di Torino. Nel settembre 1841 fu nominato sottotenente dell'esercito, e il 23 agosto 1942 luogotenente dell'arma di artiglieria.[3] Tenente di prima classe nel febbraio 1846,[4] partecipò successivamente alla prima guerra d'indipendenza italiana nel 1848 come comandante di sezione della 1ª batteria a cavallo.[3] Si distinse nei combattimenti di Pastrengo e Governolo, venendo decorato con due Medaglie d'argento al valor militare.[5] Tenente anziano nel settembre 1848, il 5 dicembre dello stesso anno è promosso capitano.[5] Nella campagna del 1849 si distinse nello scontro della Bicocca.[2] Durante tale battaglia, al comando di una batteria di cannoni, apri un micidiale fuoco contro le truppe austriache mettendole in grave difficoltà.[2] Al termine dello scontro il feldmaresciallo Josef Radetzky rimasto assai colpito dalla sua azione,[2] per cui ricevette una menzione onorevole[N 1] e successivamente fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[1] Il 1 ottobre 1851 passò con tutta la brigata a cavallo del neocostituito reggimento artiglieria da campagna.[5] Nel dicembre 1856 entrò in servizio presso lo Stato maggiore dell'artiglieria.[5]
Divenuto maggiore nel marzo 1859, partecipando poi ai combattimenti durante la seconda guerra d'indipendenza italiana.[5] Nel dicembre dello stesso anno fu assegnato alla costituzione del 2º Reggimento artiglieria da campagna.[5] Tenente colonnello nel giugno 1860, in servizio presso l'8º Reggimento artiglieria da campagna, per la sua azione nel corso dell'attacco e della conquista di Perugia e nell'assedio di Ancona fu insignito della Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia.[5] Divenuto comandante dell'artiglieria del V Corpo d'armata, ricevette la Croce di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia par la successiva partecipazione all'assedio di Capua nel 1861.[5] Nel corso di quell'anno fu candidato come deputato nel collegio di Casale contro Mellana, perdendo al ballottaggio per 395 contro 865.[6] Promosso colonnello il 28 luglio 1861, il 4 agosto assunse il comando del 7º Reggimento artiglieria da campagna.[5] Nel giugno 1864 assunse il comando della Brigata Pistoia, e fu promosso maggior generale il 5 giugno 1865 ne divenne comandante effettivo.[5] Al comando della sua brigata, assegnata alla 9ª Divisione del generale Giuseppe Govone, partecipò alle operazioni belliche durante terza guerra d'indipendenza italiana, e si distinse nella battaglia di Custoza venendo decorato con la terza Medaglia d'argento al valor militare.[5]
Si distinse nell'attacco contro Roma nel 1870, che portò la città eterna a divenire capitale del Regno d'Italia (1861-1946), venendo decorato con la Croce di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia.[5] Il 5 dicembre 1870 fu nominato comandante del Presidio militare di Mantova, e il 14 settembre 1871 divenne direttore della scuola di guerra dell'esercito,[5] la cui frequenza allargò anche agli ufficiali di artiglieria e del genio, ammettendoli al secondo anno, in considerazione della loro migliore preparazione.[7] Promosso tenente generale nel marzo 1874, nel maggio 1877 divenne comandante della divisione militare territoriale di Piacenza (7ª),[8] Comandò la 2ª Divisione, inquadrata nel II Corpo d'armata del generale Cesare Ricotti, nel corso della Grandi manovre tenutesi tra il 29 agosto e il 12 settembre 1878.[9] Il 6 agosto 1879 venne nominato direttore della Regia Accademia Militare di Torino, e si spense in questa città il 1 febbraio 1880.[10] Lasciava la moglie, signora Luigia Ferrari-Ardicini.[11]
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modifica— Regio Decreto 3 ottobre 1860.[12]
— Regio Decreto 1 giugno 1861.[12]
Onorificenze estere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Con la seguente motivazione: Per essersi distinto nella battaglia di Novara il 23 marzo 1849.
Fonti
modifica- ^ a b Archiviostoricofotografico.
- ^ a b c d Gazzetta ufficiale del regno d'Italia, Parte 1, 1880, p. 489. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ a b Iacopi 2016, p. 321.
- ^ Calendario generale pe' Regii Stati, 1846, p. 391. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Iacopi 2016, p. 322.
- ^ Rattazzi 2011, p. 435.
- ^ Ciancarini 2013, p. 71.
- ^ Gazzetta ufficiale del regno d'Italia, Parte 3, 1879, p. 2955. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.168 del 18 luglio 1878, pag.2810.
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.28 del 4 febbraio 1880, pag.489.
- ^ Gazzetta ufficiale del regno d'Italia, Parte 4, 1881, p. 4154. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ a b Ordine militare d'Italia sul sito della Presidenza della Repubblica
Bibliografia
modifica- Enrico Ciancarini, La scuola di guerra di Torino, Civitavecchia, Prospettiva, 2013.
- Massimo Iacopi, Il reggimento artiglieria a cavallo. Volume secondo, Roma, Edizioni Rivista Militare, 1986.
- Virgilio Ilari, Storia del servizio militare in Italia vol.2. La nazione armata (1871-1918), Roma, Centro Militare di Studi Strategici, 2018.
- Nicola Patricelli, L'Italia delle sconfitte: Da Custoza alla ritirata di Russia, Bari, Giuseppe Laterza & Figli, 2018.
- Urbano Rattazzi e Rosanna Roccia (a cura di), Epistolario di Urbano Rattazzi: Volume primo 1846 - 1861, Roma, Gangemi Editore, 2011.
Collegamenti esterni
modifica- Adriano Ciabani, Fotografia Storica Militare, su Archiviostoricofotografico, https://myarchiviostoricofotografico.com/category/senza-categoria/page/15/. URL consultato il 15 marzo 2021.