Carlo di Campobasso
Carlo di Monforte-Gambatesa, noto come Carlo di Campobasso (... – post maggio 1459), è stato un nobile e condottiero italiano, conte di Termoli e signore di Apricena e Campomarino[1].
Carlo di Monforte-Gambatesa | |
---|---|
Conte di Termoli | |
Trattamento | Conte |
Altri titoli | Signore di Apricena e Campomarino |
Nascita | ? |
Morte | post maggio 1459 |
Dinastia | Monforte-Gambatesa |
Padre | Guglielmo di Monforte-Gambatesa |
Madre | ? Montagano |
Consorte | Orsina Orsini |
Figli | Lucrezia Catella Margherita Viola |
Religione | Cattolicesimo |
Carlo di Monforte-Gambatesa | |
---|---|
Nascita | ? |
Morte | 1459 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Napoli Regno d'Aragona Aurea Repubblica Ambrosiana Repubblica di Siena |
Forza armata | Mercenari |
Grado | Condottiero |
Comandanti | Jacopo Caldora Antonio Caldora |
Battaglie | Battaglia di Piombino (1448) ed altre |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
modificaNato in data sconosciuta da Guglielmo di Monforte-Gambatesa e da una dama della casata dei Montagano[2], di cui non se ne conosce il nome, venne avviato alla carriera militare nella compagnia di ventura di Jacopo Caldora, prendendo così parte alla battaglia tra gli Angioini e gli Aragonesi, pretendenti al trono del Regno di Napoli[3]. Morto il Caldora nel 1439, dopo aver partecipato al suo funerale alla Badia Morronese di Sulmona, passò a militare sotto il comando del di lui figlio primogenito Antonio Caldora[3].
Nel 1442 si recò con Raimondo d'Annecchino a Fermo da Alessandro Sforza per trattare la liberazione di Raimondo Caldora, rimasto prigioniero dopo l'assedio di Ortona[1]. Nel novembre dello stesso anno ottenne i feudi di Apricena, Campomarino e Termoli[1].
Nel 1443 si ritrovò a Napoli al parlamento indetto da Alfonso V d'Aragona non molto tempo dopo la sua incoronazione a nuovo re del Regno di Napoli[4]; passò quindi al suo servizio e venne mandato a soccorrere il duca di Milano Filippo Maria Visconti, il quale si trovava in guerra contro la Repubblica di Venezia[1]. Nel 1447 rese omaggio al nuovo papa Niccolò V[5].
Passò poi al soldo dell'Aurea Repubblica Ambrosiana fino al febbraio del 1448[1]. Dopo un breve ritorno al servizio degli Aragonesi, partecipò alla battaglia di Piombino e tornò al servizio dell'Aurea Repubblica Ambrosiana; conquistò quindi Guardasone e Noceto e difese invano Parma dall'assedio di Alessandro Sforza[1]. Nel dicembre 1449 tornò al soldo degli Aragonesi[1]. Fronteggiò con Ferrante d'Aragona le avanzate dell'esercito della Repubblica di Firenze[6].
Nel 1453, sotto il consenso aragonese, accettò di trasferirsi al servizio della Repubblica di Siena insieme a Raimondo d'Annecchino, ottenendo il comando di 500 lance[1]. Si scontrò quindi con Sigismondo Pandolfo Malatesta ed Aldobrandino Orsini e conquistò Montevitozzo e Pitigliano, compiendo numerose razzie[1]. Avendo fallito l'assedio di Sorano, dopo aver ricevuto 4 000 ducati, fu destituito dall'incarico, venendo sostituito dal Malatesta, che nel frattempo aveva mutato partito[1].
Tornò al servizio di Ferrante d'Aragona (nel frattempo succeduto al padre al trono napoletano), il quale lo mandò in Calabria a reprimere i moti di rivolta suscitati dal marchese di Crotone Antonio Ventimiglia[7]; si scontrò con lui a Zagarise, Taverna, Sellia e Belcastro[1]. Morì poco dopo il maggio 1459[8]. Non avendo avuto figli maschi, i suoi feudi furono ereditati dal nipote Cola di Monforte, figlio di suo fratello Angelo di Monforte-Gambatesa[9].
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Giovanni di Monforte | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Riccardo di Monforte-Gambatesa | |||||||||||||
Sibilia di Gambatesa | Riccardo di Gambatesa | ||||||||||||
Tommasella di Molise | |||||||||||||
Guglielmo di Monforte-Gambatesa | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
? | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Carlo di Monforte-Gambatesa | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
? | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
? Montagano | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
? | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Discendenza
modificaCarlo di Monforte-Gambatesa si sposò con Orsina Orsini, da cui ebbe quattro figlie[10]:
- Lucrezia, andata in sposa a Giulio di Capua[10];
- Catella, che sposò nel 1440 Menelao Di Gennaro[10];
- Margherita, la quale sposò Giovanni Gambacorta[10];
- Viola, che sposò Sforza Gambacorta[10].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k Condottieridiventura.it.
- ^ Campanile (1680), p. 42.
- ^ a b Carafa (1572), p. 191; Ciarlanti (1644), p. 425; Costanzo (1710), p. 414.
- ^ Ciarlanti (1644), pp. 435-436; Costanzo (1710), p. 436.
- ^ Ciarlanti (1644), p. 436; Costanzo (1710), p. 448.
- ^ Ciarlanti (1644), p. 436.
- ^ Ciarlanti (1644), pp. 436-437; Costanzo (1710), pp. 474-475.
- ^ Ciarlanti (1644), p. 437; Costanzo (1710), pp. 474-475.
- ^ Campanile (1680), p. 43.
- ^ a b c d e Campanile (1680), p. 43; Monforte (1778), p. 62.
Bibliografia
modifica- Filiberto Campanile, Dell'armi, overo insegne dei nobili, Napoli, Antonio Gramignano, 1680, ISBN non esistente.
- Giovanni Battista Carafa, Dell'historie del Regno di Napoli, Napoli, Giuseppe Cacchi, 1572, ISBN non esistente.
- Giovanni Vincenzo Ciarlanti, Memorie historiche del Sannio chiamato hoggi Principato Vltra, Contado di Molise, e parte di Terra di Lauoro, prouince del Regno di Napoli, Isernia, Camillo Cavallo, 1644, ISBN non esistente.
- Angelo di Costanzo, Historia del Regno di Napoli, Napoli, Domenico Antonio Parrino, 1710, ISBN non esistente.
- Michele Monforte, Dissertazione istorico-critica della famiglia Monforte dei conti di Campobasso, Napoli, Fratelli Raimondi, 1778, ISBN non esistente.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Carlo di Campobasso, su condottieridiventura.it.