Castello di Maredolce

edificio storico di Palermo, Italia

Il castello di Maredolce o palazzo della Favara di Palermo è un edificio in stile islamico, la cui architettura non sembra mostrare influenze normanne.[1][2] La struttura risale al XII secolo e si trovava all'interno della Fawwara (in lingua araba, 'fonte che ribolle'), il parco della Favara, nel quartiere Brancaccio.

Palazzo della Favara
Il Castello di Maredolce nel Parco della Favara
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàPalermo
IndirizzoVicolo del Castellaccio 23, Palermo
Coordinate38°05′32.39″N 13°23′14.93″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXII secolo
Stilenormanno
Usosollazzo estivo
Realizzazione
ProprietarioJa'far al-Kalbi II poi Ruggero II di Sicilia
 
La corte di Federico II di Svevia al palazzo della Favara, con letterati, artisti e studiosi siciliani (riproduzione di un dipinto di Michael Zeno Diemer)

Il palazzo, impropriamente detto "castello", fu edificato nel 1071[3]. Oltre al palazzo, l'area comprendeva un hammam (complesso termale) e una peschiera. L'edificio fu una delle residenze del re normanno Ruggero II, il quale, secondo il primo testo che riferisce dell'esistenza dell'edificio, il Chronicon sive Annales di Romualdo Salernitano, avrebbe costruito un nuovo castello-palazzo per i suoi scopi; nel X secolo, durante la fase più prospera dell'Emirato di Sicilia, un precedente edificio era appartenuto all'emiro kalbita Ja'far al-Kalbi II (Giafar).[4][5]

L'attuale castello fu costruito dai Normanni e modificato dagli Svevi. Nel 1328 fu ceduto ai frati-cavalieri teutonici della Magione, che lo trasformarono in un ospedale. Nel 1460 la struttura fu concessa in enfiteusi alla famiglia siciliana dei Beccadelli di Bologna e nel XVII secolo diventò proprietà di Francesco Agraz, duca di Castelluccio: la trasformazione in azienda agricola era ormai completa.

Verso la fine dell'Ottocento il castello divenne proprietà di due importanti famiglie, Conti e Castellana, originarie rispettivamente di Palermo e di Vicari. La strada ove è ubicato il castello venne dedicata al proprietario di allora, il cavaliere Salvatore Conti, vicesindaco di Palermo. Oggi, la medesima prende il nome di via Emiro Giafar.

Il castello di Maredolce appartenne alla famiglia Castellana sino al secondo dopoguerra. Seguì poi l'abbandono e il degrado, frutto anche delle numerose forme di abusivismo che si susseguirono nel corso dei successivi decenni.

Nel 1992 la Regione Siciliana acquisì per esproprio l'edificio[6] e nel 2007 diede avvio a lavori di restauro[7]. A dispetto dei restauri curati dalla Soprintendenza di Palermo, ancora nel 2016 alcuni locali adiacenti al Castello risultavano occupati e abitati abusivamente, impedendo la corretta fruizione del bene.

Struttura

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La cupola dei santi Filippo e Giacomo

Il palazzo, per volere di Ruggero II, venne circondato da un lago artificiale, che lo cingeva su tre lati, ed era immerso in un grande parco, dove Ruggero II si dilettava nella caccia. Il bacino, che aveva al centro un'isola di circa due ettari di estensione, venne ottenuto grazie a una diga composta da blocchi di tufo, che interrompeva il corso della sorgente del monte Grifone. Nel XVI secolo la sorgente si prosciugò, e la peschiera divenne una fertile area agricola[3], ancora oggi esistente.[8]

«[…] le delizie della terra e delle acque, in un sito che dicesi Favara che è pieno di carità, [Ruggero II] fece un bel lago artificiale nel quale ordinò che fossero riposti pesci di ogni natura e di varie regioni […]. E fece pure innalzare, all’interno del parco, un palazzo al quale, attraverso sotterranee condutture, giungessero acque biglietti da fonte.»

L'edificio ha pianta quadrangolare, e possiede al centro un cortile molto spazioso, dotato in origine di un portico con volte a crociera, del quale rimane solo qualche traccia. L'esterno è formato da blocchi di tufo con arcate a sesto acuto. Nel lato non bagnato dal lago artificiale si aprono quattro entrate, due delle quali portano alla grande Aula regia e alla Cappella palatina.

La struttura dell'adiacente ḥammām è dal XIX secolo inglobata in una palazzina, ed è riconoscibile con difficoltà.

Il giardino

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Parco della Favara.

Il parco intorno al palazzo ed alla peschiera era un giardino caratterizzato da numerose specie arboree (in particolare agrumi ed altri alberi da frutto) corsi d'acqua ed animali esotici, secondo il modello dei giardini islamici dell’Ifriqiya e spagnoli dell'epoca, caratterizzati da frutteti ed acqua. L'acqua, vitale per le piante e simbolo di purificazione e rinascita, costituiva l'elemento centrale in un giardino concepito come una riproduzione del paradiso coranico.[6]

«Favara dal duplice lago, ogni desiderio in te assommi: vista soave e spettacolo mirabile. Le tue acque si spartiscono in nove rivi; o bellissime diramate correnti! Dove i tuoi due laghi si incontrano, ivi l'amore si accampa, e sul tuo canale la passione pianta le tende. Oh splendido lago delle due palme e ostello sovrano circondato dal lago. L'acqua limpida delle due sorgenti sembra liquide perle e 1a distesa intorno al mare. I rami dei giardini sembrano protendersi a guardare i pesci delle acque, e sorridere. Il grosso pesce nuota nelle limpide acque del parco, gli uccelli cinguettano nei suoi verzieri.»

In principio vi era un lago artificiale, (da qui deriva il nome Maredolce) che purtroppo nei secoli si è prosciugato. Sono ancora presenti tracce di numerosi sentieri in terra battuta sui quali i precedenti proprietari erano soliti fare lunghe passeggiate.[9]

Cappella Palatina

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La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo o Cappella Palatina a Maredolce è menzionata nel 1274 in un diploma contenuto nel tabulario della Cappella Palatina oggi custodita presso la sede della "Catena" e "Gancia".

Ambiente di forma rettangolare ad una sola navata coperto da due volte a crociera, con transetto sormontato da cupola semisferica, luogo di culto dedicato ai santi Filippo e Giacomo.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Tommaso Fazello, Della Storia di Sicilia - Deche Due, p. 493. URL consultato il 13 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2015)., Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.
  2. ^ Castel del Monte: Inedite indagini scientifiche. Atti del primo convegno 18-19 giugno 2015, Gangemi, p. 97, ISBN 9788849280999.
  3. ^ a b Palermo, su byitaly.org.
  4. ^ Il castello dell'emiro Jaʿfar apre le porte per un weekend, in La Repubblica, 26 marzo 2011. URL consultato il 25 giugno 2020.
  5. ^ Castello di Maredolce e cappella dei Santi Filippo e Giacomo, su mondimedievali.net.
  6. ^ a b Il castello di Maredolce (PDF), su palermotourism.com.
  7. ^ Castello Di Maredolce Una Sfida A Brancaccio - La Repubblica.It
  8. ^ Castello Maredolce alla Favara, su ipalazzi.it (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2009).
  9. ^ G. Mattioli, Maredolce: le radici arabe della Sicilia, su turismo.it. URL consultato il 5 giugno 2018.

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