Ceramica incisa
Ceramica incisa si riferisce a quelle opere di ceramica che mostrano esempi di tecnica decorativa realizzata con incisioni nella terracotta ancora tenera. Le sue origini risalgono alla preistoria, dando corpo a un insieme tanto rappresentativo dell'età del bronzo come la ceramica campaniforme o la ceramica cordata,[1] e a oggetti come il vaso di Bronocice.[2] Può apparire mescolata o completata con altri processi di decorazione vascolare, come l'incrostazione, la excisione (o la semi-excisione), la stampa, il rilievo e anche la pittura.
Tecnica
modificaTanto il Diccionario de términos de arte di Guillermo Fatás Cabeza e Gonzalo Borrás, come il Diccionario de términos cerámicos y de alfarería di Antonio Caro Bellido, seguendo Manuel Gómez-Moreno, definiscono le tecniche di incisione come l'insieme di «tagli o intagli» realizzati premendo o fendendo l'argilla prima di cuocerla, quando «si trova a un punto di aerazione».[3][4] Si utilizzano punzoni e altri attrezzi primitivi, oltre alle proprie dita. L'incisione si può differenziare in V (incisa) o in U (scanalata), a seconda che sia la punta del punzone affilata o smussata.[4]
Nel suo manuale su Cacharrería popular (Ceramica popolare), Natacha Seseña descrive questa tecnica decorativa realizzata inizialmente con le unghie od oggetti appuntiti (avorio, canne, bastoncini) e utensilerie posteriori più sofisticate benché elementari, come «pettini, spatole o rotelline». Seseña la considera tecnica comune a tutti i ceramisti del mondo, per la sua semplicità, che evolvettero da temi elementari e irregolari a composizioni ritmiche e immaginative.[5] Anche per Luis María Llubiá la decorazione è ottenuta come risultato di grattare il pezzo già "ingobbiata" o dipinta.[6]
Tipologia
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Ceramica nera incisa egizia del periodo predinastico
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Terracotta thailandese datata intorno al secolo XXIV a. C.
Note
modifica- ^ Cooper, 1999, pp. 76-77
- ^ (EN) David A. Anthony, The horse, the wheel, and language: how Bronze-Age riders from the Eurasian steppes shaped the modern world, Princeton, N.J., Princeton University Press, 2010, pp. 68 e segg., ISBN 0-691-05887-3. URL consultato il 19 febbraio 1019.
- ^ Fatás Cabeza Borrás, 1993, p. 181
- ^ a b Caro Bellido, 2005, p. 145
- ^ Seseña, 1997, p. 68
- ^ Fatás Cabeza e Borrás, 1993, p. 181
Bibliografia
modifica- (ES) Antonio Caro Bellido, Diccionario de términos cerámicos y de alfarería, Cádiz, Agrija Ediciones, 2008, ISBN 84-96191-07-9.
- (ES) Alberto del Castillo, La cerámica incisa de la cultura de las cuevas de la Península Ibérica y el problema de origen de la especie del vaso campaniforme, Horta, 1922. URL consultato il 19 febbraio 1019.
- (ES) Emmanuel Cooper, Historia de la cerámica, Madrid, Ceac, 1999, ISBN 84-329-8562-7.
- (ES) Guillermo Fatás Cabeza e Gonzalo Borrás, Diccionario de Términos de Arte, Madrid, Anaya, 1993, ISBN 84-7838-388-3.
- (ES) José Antonio Morena López, Las cerámicas tartésicas con decoración incisa y digitada del Monte Horquera (Nueva Carteya, Córdoba), Ayuntamiento de Nueva Carteya, 2000, ISBN 978-84-606-2988-7. URL consultato il 19 febbraio 1019.
- (ES) Natacha Seseña, Cacharrería popular, 1997ª ed., Madrid, Alianza Editore, ISBN 84-206-4255-X.
- (ES) Carmen Padilla Montoya, Equipo Staff, Paloma Cabrera Bonet, Ruth Maicas Ramos, Diccionario de materiales cerámicos, Madrid, Subdirección General de Museos. Ministerio de Educación, Cultura y Deporte. Secretaría General Técnica. Centro de Publicaciones, 2002, ISBN 84-369-3638-8.
Voci correlate
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