Classe I-400
La classe I-400 (Sen Toku secondo la classificazione giapponese) era costituita da sommergibili portaerei oceanici di sviluppo e costruzione giapponese, utilizzati durante le fasi finali della seconda guerra mondiale. Furono i più grandi battelli subacquei costruiti fino ai sottomarini nucleari e ad oggi mantengono ancora il primato dei più grandi sommergibili a propulsione convenzionale.
Classe I-400 | |
---|---|
Descrizione generale | |
Tipo | sommergibile portaerei |
Completamento | 1944 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 5.223/6.560 t |
Lunghezza | 122 m |
Larghezza | 12 m |
Altezza | 7 m |
Profondità operativa | 150 m |
Propulsione | 4 Diesel: 7.700 CV |
Velocità | 18,75 nodi (34,73 km/h) |
Autonomia | 37 500 miglia a 14 nodi (69 450 km a 25,93 km/h) |
Equipaggio | 44 |
Armamento | |
Artiglieria |
|
Siluri | 8 tubi lanciasiluri da 533 mm a prua e 20 siluri |
Mezzi aerei | 3 Aichi M6A Seiran |
voci di classi di sommergibili presenti su Wikipedia |
Progettazione
modificaLe sue 5900 tonnellate lo rendevano un battello decisamente grande, e la sua sezione a forma di 8 gli conferiva robustezza e la capacità di gestire in modo indipendente la tenuta stagna della parte riservata all'equipaggio rispetto a quella destinata ad hangar. La falsatorre era disassata rispetto alla linea centrale per ottimizzare lo spazio nell'hangar. Gli aerei venivano riposti con i galleggianti smontati, e riassemblati prima della partenza[1]. Caratterizzate dalla capacità di trasportare 3 idrovolanti, gli Aichi M6A Seiran, furono realizzate 3 unità, le quali vennero usate marginalmente in operazioni durante il conflitto, ma vennero impiegate, per lo più, come sommergibili cisterna.
Una classe simile era la I-13.
In origine i battelli furono progettati per distruggere il Canale di Panama, controllato dalla U.S. Navy.
Nel 1942 ne furono pianificate ben 18 unità, e la prima di esse fu iniziata nel gennaio del 1943 a Kure, nell'arsenale di Hiroshima.
Ma con il passare del tempo, le suddette unità furono portate a 5, ma solo 3 (la I-400 a Kure, la I-401 e la I-402 a Sasebo) furono completate.
Difetti
modificaA causa dei piccoli timoni, i sottomarini classe I-400 erano difficili da manovrare e la sovrastruttura poteva deviare la rotta in caso di forte vento. La massima profondità raggiungibile era di soli 150 m, il che rappresentava un problema se il sottomarino si immergeva con un'angolazione troppo ripida in caso di emergenza. Il tempo di immersione era di 56 secondi (quasi il doppio di quello dei sottomarini della U.S. Navy), il che li rendeva più facili da distruggere in un attacco aereo. In immersione, l'hangar per gli aerei, i pezzi d'artiglieria sul ponte e i corrimano creavano turbolenza con l'acqua: questo non solo rallentava i sommergibili (la velocità in immersione era di appena 2 nodi) ma aumentava l'emissione acustica, rendendoli facili da localizzare ai sonar. per di più la sovrastruttura sfalsata costringeva il timoniere a virare ogni tanto di 7° a babordo per tenere una rotta dritta: questo era un problema in caso di attacco con i siluri. Come negli altri sommergibili giapponesi, gli I-400 non avevano l'aria condizionata e i servizi igienici non avevano lo sciacquone. L'assenza di celle frigorifere limitava poi notevolmente la dieta dell'equipaggio e la mancanza di posti letto a sufficienza costringeva alcuni marinai a dormire per terra o dovunque ci fosse un po' di spazio.
Servizio
modificaI battelli ed i loro equipaggi vennero addestrati in vista dell'attacco al Canale di Panama, inizialmente con bombe e siluri; la flottiglia doveva essere composta dai tre battelli della classe più l'I-13 e l'I-14[2]. L'obiettivo dovevano essere le chiuse di Gatun, dal lato atlantico, che meno si prestavano a permettere di tamponare l'afflusso dell'acqua rispetto a quelle di Miraflores dal lato del Pacifico. I Seiran destinati all'attacco dovevano essere lanciati senza scarponi dalla catapulta di bordo, aumentando anche l'autonomia, ed ammarare a fianco dei battelli per permettere il recupero dei piloti[3]. Al momento della decisione dell'attacco, però, il Giappone stesso si trovò sotto la minaccia della forza di invasione statunitense e i giapponesi decisero che l'attacco a Panama avrebbe fatto poca differenza per cui si cambiò l'obiettivo iniziale nell'atollo di Ulithi, che ospitava una squadra di portaerei. L'attacco venne comunque abortito dall'affondamento del sommergibile che doveva lanciare la ricognizione preliminare, e successivamente la resa del Giappone costrinse gli equipaggi a consegnare le unità, non prima di aver lanciato i siluri non innescati e gli aerei con le ali non estese.
Note
modificaBibliografia
modifica- Francillon, R.J. Japanese Aircraft of the Pacific War. London:Putnam, 1970. ISBN 0-370-00033-1.
- Hashimoto, Mochitsura. Sunk!. Henry Holt and Company, 1954.
- Layman, R.D. and Stephen McLaughlin. The Hybrid Warship. London:Conway Maritime Press, 1991. ISBN 0-85177-555-1.
- Orita, Zenji and Joseph D. Harrington. I-Boat Captain. Major Books, 1976. ISBN 0-89041-103-4
- Sakaida, Henry and Gary Nila, Koji Takaki. I-400: Japan's Secret Aircraft-Carrying Strike Submarine. Hikoki Publications, 2006. ISBN 978-1902109459
- Rekishi Gunzō, su rekigun.net., History of Pacific War Vol.17 I-Gō Submarines, Gakken (Japanese publishing company), January 1998, ISBN 4-05-601767-0
- The Maru Special, Japanese Naval Vessels No.13, Japanese submarine I-13 class and I-400 class, Ushio Shobō (Japanese publishing company), July 1977
- The Maru Special, Japanese Naval Vessels No.132, Japanese submarines I, Ushio Shobō (Japanese publishing company), February 1988
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su classe I-400
Collegamenti esterni
modifica- About I-400, su combinedfleet.com.
- WW2DB: I-400-class Submarines, su ww2db.com.
- Discovery of I-401 wreckage off Hawai, su starbulletin.com. URL consultato il 6 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2008).
- Hawaii Undersea Research Laboratory report, su soest.hawaii.edu. URL consultato il 1º aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2005).
- An I-400 article from a site named "Damn Interesting", su damninteresting.com.
- Story of the transpacific voyage of I-400, su pacerfarm.org. URL consultato il 21 luglio 2005 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2005).
- Japan's WWII Monster Sub: How the deadly Sen-Toku mission almost succeeded, su militaryhistoryonline.com. URL consultato il 6 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2010).
- The Sen-Toku Raid Archiviato il 4 febbraio 2012 in Internet Archive. — review of novel by John Mannock about I-400-class submarine
- I-400, su gallery.depili.fi (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2009).
- Secrets of the Dead: Japanese SuperSub - PBS documentary on the development and use of the I400-class submarine
Controllo di autorità | VIAF (EN) 151528898 |
---|