Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale
Il Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale (detto Comitato antipirateria[1]) è un organo collegiale che opera nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri[2] italiana.
È stato istituito tramite DPCM[3] il 15 settembre 2008 dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante il Governo Berlusconi IV, "per l'individuazione di proposte e il coordinamento delle azioni per il contrasto del fenomeno della pirateria digitale e multimediale".[3]
Gli obiettivi
modificaSi fonda su quattro obiettivi:
- a) coordinamento delle azioni per il contrasto del fenomeno;
- b) studio e predisposizione di proposte normative;
- c) analisi e individuazione di iniziative non normative, ivi compresa anche la eventuale stipula di appositi codici di condotta e di autoregolamentazione.
I membri
modificaIl Comitato è composto da 15 membri:
- a) dal Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, in qualità di Coordinatore;
- b) dal Capo di Gabinetto del Ministero dei beni e delle attività culturali, in qualità di Vice Coordinatore
- c) dal Capo di Gabinetto del Ministero dell'interno;
- d) dal Capo di Gabinetto del Ministero degli affari esteri;
- e) dal Capo di Gabinetto del Ministero dello sviluppo economico;
- f) dal Capo di Gabinetto del Ministero della giustizia;
- g) dal Capo di Gabinetto del Dipartimento per le politiche comunitarie;
- h) dal Capo di Gabinetto del Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive;
- i) dal Presidente della SIAE;
- j) da due rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri, nominati con decreto del Segretario Generale;
- k) da due rappresentanti del Ministro per i beni e le attività culturali, nominati con decreto del Ministro;
- l) da due esperti del settore, nominati dal Presidente del Consiglio dei ministri d'intesa con il Ministro dei Beni e Attività Culturali.
Il 1° comitato, in vigore dal dicembre 2008, è così composto[4]: Mauro Masi, Salvatore Nastasi, Giuseppe Procaccini, Alain Giorgio Maria Economides, Alfonso Maria Rossi Brigante, Settembrino Nebbioso, Francesco Tufarelli, Luigi Bobbio, Giorgio Assumma, 2 rappresentanti della Presidenza del Consiglio, 2 rappresentanti del Ministero dei Beni Culturali, 2 esperti.
Le critiche
modificaIl comitato è stato oggetto di critiche da parte di associazioni di imprese e consumatori[5] (Altroconsumo, Assoprovider, Adiconsum, Centro NEXA) e di noti giornalisti (Luca Spinelli[4], Federico Cella[6]), in particolare perché - oltre a includere un lungo elenco di nomi di soggetti alcuni dei quali ben conosciuti ma assolutamente incompetenti in materia - non comprenderebbe al suo interno alcun rappresentante degli utenti, dell'impresa, della cultura.
Conclusioni del Comitato
modificaPur essendo di fatto inattivo (non appaiono essere state più svolte ulteriori audizioni o iniziative) non risultano ad oggi essere stati pubblicati né annunciati resoconti, studi o conclusioni sull'attività del Comitato.
Note
modifica- ^ Luca Spinelli, Il Comitato italiano antipirateria, Punto Informatico, 7 novembre 2008
- ^ Governo.it, Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale Archiviato il 26 settembre 2010 in Internet Archive. presso la Presidenza del Consiglio dei ministri
- ^ a b Governo.it, DPCM, 15 settembre 2008 Archiviato il 24 gennaio 2009 in Internet Archive.
- ^ a b Luca Spinelli, Governo: arriva il Comitato antipirateria, Scripta Volant, 7 settembre 2008
- ^ Circolo dei Giuristi Telematici, Dottrina Sarkozy in Italia? No grazie.[collegamento interrotto]
- ^ Federico Cella, Antipirateria, Vita Digitale, 7 novembre 2008
Bibliografia
modifica- Governo.it, DPCM, 15 settembre 2008 Archiviato il 24 gennaio 2009 in Internet Archive.
- Luca Spinelli, Il Comitato italiano antipirateria, Punto Informatico, 7 novembre 2008