Convento di Sant'Angelo (Cuasso al Monte)
Il convento di Sant'Angelo era un convento di una comunità di Carmelitani Scalzi nel comune di Cuasso al Monte, nella nota zona del Deserto di Cuasso. Dopo la sua soppressione il suo fabbricato andò a formare il primo padiglione dell'Ospedale di Cuasso.
Convento di Sant'Angelo | |
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Veduta del convento | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Cuasso al Monte |
Indirizzo | via Imborgnana, 7, Cuasso al Monte |
Religione | cattolica |
Titolare | Sant'Angelo |
Ordine | Carmelitani Scalzi |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Architetto | Giovanni Battista Guidabombarda (progetto originale) |
Storia
modificaFondazione
modificaLa fondazione del convento risale al 1635 da parte dei Carmelitani Scalzi. Questi frati provenivano dalla comunità religiosa di San Carlo di Milano. Il convento venne costruito in quello che è conosciuto come il Deserto di Cuasso, un'area caratterizzata da boschi di faggi, ed una conseguente qualità salubre dell'aria, dalla quiete, dal suo clima ottimale e dalla lontananza da altri centri abitati.
Ospitò anche padre Giovanni Damasceno, fondatore del Santuario di Concesa, nato a Ferrara nel 1585.[1] Durante la sua visita, morì improvvisamente all'interno del convento la notte del 4 ottobre del 1647. Le sue spoglie rimasero incorrotte per un periodo di tempo,[2] e la salma fu trasportata nell'abitato di Cuasso al Monte, dove venne tumulata in una cappella appositamente costruita per il Beato (così veniva definito), situata di fronte alla chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio.[3]
Il convento è dedicato a Sant'Angelo, nonostante in alcuni documenti sia intitolato a Santa Teresa d'Avila[4].
Soppressione
modificaDopo 163 anni di attività, fu soppresso nel 1798 durante il periodo di soppressione di monasteri da parte del governo di Maria Teresa. Fin dal 1762 stavano venendo chiusi conventi in tutto il Nord Italia, e quello di Cuasso al Monte non venne risparmiato. Il 5 luglio 1798 fu spedita dal Direttorio della Repubblica Cisalpina un'ordinanza di soppressione[5] per i conventi di Biumo e Cuasso, ed il trasferimento dei frati presso la Certosa di Pavia (nonostante il convento di quest'ultima fosse stato chiuso 16 anni prima).
I rimanenti 6 frati furono costretti a recarsi presso Pavia, portando con loro solo pochi averi[5]. Questi erano:
- Padre Barnaba Codeleoncini
- Padre Protasio Brasca
- Padre Giuseppe Ignazio Bernareggi
- Padre Giusto Buzzi
- Padre Arsenio Misesi
- Padre Federico Besozzi
L'edificio diventò perciò proprietà del governo.
La famiglia Dandolo
modificaDopo l'appropriazione del convento da parte del governo, quest'ultimo lo mise all'asta: venne acquistato dal conte Vincenzo Dandolo[6][7][5], che trasformò l'area in residenza privata ed istituì una colonia agricola, la colonia Dandolo. Diventò ritrovo di importanti figure d'Italia, come Tommaso Grossi, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.[8] L'ultimo erede Dandolo, il conte Tullio Dandolo, morì nel 1904, e due anni dopo la madre fu costretta a cedere la struttura[9][10].
L'Opera Orfani padre Gerardo Beccaro
modificaNel 1906 fu acquisito nuovamente dai Carmelitani Scalzi da parte di padre Gerardo Beccaro[6][11][12][5], con lo scopo di realizzarci una colonia agricola per bambini orfani, in linea con la sua Opera Orfani. Questa colonia agiva senza seguire un modello preciso, propose un'educazione basata sull'insegnamento di professioni artigianali e di agricoltura. Nei laboratori i bambini, sotto la guida dei maestri, venivano istruiti, secondo la loro propria inclinazione[13]. Ospitò fino a 100 fanciulli[10], molti dei quali rimasti orfani durante la Grande Guerra.
L'Istituto Climatico Sanatoriale Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta
modificaTra il 1916 ed il 1917 la Croce Rossa Italiana acquistò, con il denaro raccolto a seguito di una sottoscrizione pubblica, l'area[6][5], con l'intenzione di realizzarci un ospedale. Nel 1918 iniziò una completa ristrutturazione dell'ex-convento, che comportò la demolizione della chiesa. Quello che era il convento diventerà il primo dei tre padiglioni che al giorno d'oggi formano l'ospedale di Cuasso al Monte. I primi malati furono ricevuti il 10 settembre 1918. Il secondo padiglione fu costruito nel 1920, ed il terzo nel 1964. Il sedime ospedaliero ospita anche una chiesa, dedicata all’Immacolata, costruita nel 1962 su ordine della Croce Rossa su disegno di Eugenio Rezia.
Costruzione
modificaTerritorio
modificaL'acquisizione del terreno intero per la costruzione del convento prima del 1635 avvenne in numerose tappe, e costò ai padri un totale di 1150 lire imperiali[14][5]:
- una prima porzione venne acquistata in data 21 agosto 1632 da parte di Antonio Andreoletti dal conte Pietro Cicogna di Bisuschio per 600 lire imperiali. Il primo rivendette il terreno ai padri Carmelitani il 30 agosto dello stesso anno per 700 lire imperiali (in seguito a stime catastali)
- una seconda porzione venne acquisita in data 9 settembre 1632 da un abitante di Cavagnano, Lorenzo de Vanono, e fu registrata da un notaio presso Villa Cicogna di Bisuschio alla presenza del conte Pietro Cicogna ed il conte Sforza. Fu poi rivenduta ai padri per 166.13.6 lire imperiali
- altre porzioni da Andrea e Giacomo Vanono per 283.6.6 lire imperiali
- altri appezzamenti da altri abitanti
In unità di misura odierne, il parco dell'ospedale copre una superficie di un totale di 138 ettari[15].
Struttura
modificaSecondo il progetto dell'architetto milanese Giovanni Battista Guidabombarda (1590-1649)[16] il convento doveva avere una pianta rettangolare di 137 braccia per 157, ed essere costruito lontano dal paese, proprio come le certose. Le misure sono prese in braccia, tranne quelle delle chiese, che, secondo Costituzioni Carmelitane, sono misurate in palmi.
Al centro del complesso c'erano due chiese, una di forma quadrata all'esterno ma ottagonale all'interno e sovrastata da una volta, e l'altra di pianta rettangolare e suddivisa in tre ambienti[5]. La prima, a sud, doveva essere quella maggiore ed essere aperta alla popolazione, mentre la seconda, a nord, doveva essere accessibile solamente ai frati.
Il pian terreno ospitava le celle dei frati, ben 19, ognuna con un piccolo proprio giardinetto recintato. Le celle erano collocate ad est, nord ed ovest. A sud vi erano le "oficine della casa"[5], ovvero i locali ad uso comunitario come cucina e refettorio.
Il primo piano doveva essere costituito dal solo rialzamento del lato sud del complesso, al cui interno vi erano quattro grandi aule rettangolari e nove piccole stanze quadrate, probabilmente indirizzate ai frati conversi[5].
Secondo il progetto del Guidabombarda, il convento poteva ospitare un massimo di 28 persone, ovvero 19 padri effettivi e 9 frati conversi[5].
La struttura reale
modificaIl progetto del Guidabombarda non fu realizzato interamente, ma vennero seguite solamente alcune sue idee. Per esempio, le due chiese centrali non furono mai realizzate, come mostrato dalla mappa catastale del 1863 e dalle dichiarazioni del conte Dandolo quando acquisì la struttura[5]. Venne però realizzato il sentiero interno su cui dovevano giacere le due chiese, ed al loro posto vi era invece un giardino.
Rispetto al progetto originale, un lato non fu nemmeno realizzato (quello nord) e la chiesa maggiore venne invece costruita nell'estremo a sud del complesso e dedicata all'Immacolata.
La costruzione iniziò intorno al 1632 ed il convento divenne operativo nel 1635.
Il Deserto
modificaIl Deserto di Cuasso è una località dell'omonimo comune, chiamata così per via della sua lontananza dai maggiori centri abitati, quali Cavagnano e Cuasso al Monte, e la sua isolazione nelle montagne cuassesi. Si trova a circa 733 metri s.l.m. ed è un'area boschiva con boschi di faggi[10][15][17], che garantiscono un ricco apporto di ossigeno nell'aria.
Il clima di questa zona è particolarmente buono a causa dell'altitudine (media montagna), della sua vicinanza ai laghi varesini, dalle montagne vicine che la riparano dai freddi venti del nord e dalla particolare situazione geografica[15].
Proprio per questo motivo la Croce Rossa acquistò l'area con l'intenzione di convertirla in nosocomio: la situazione climatica era particolarmente ottimale per la cura della tubercolosi[18], pericolosa malattia che dilagava tra i soldati e la popolazione durante la Grande Guerra.
Note
modifica- ^ di Cristian Bonomi |, Santuario di Concesa, il Padre della "mediazione", su Ioprimadime, 5 dicembre 2016. URL consultato il 18 dicembre 2024.
- ^ (EN) ritratto del Venerabile Padre Frate Giovanni Damasceno dipinto, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 18 dicembre 2024.
- ^ Cappella del Padre Giovanni Damasceno, su UPEL Italia. URL consultato il 18 dicembre 2024.
- ^ Cuasso al Monte, su www.itinerariesapori.it. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l Paola de Grandi e Giovanni Grignaschi, Il progetto dell'architetto milanese Giovanni Battista Guidabombarda per il Deserto di S. Angelo a Cuasso al Monte - Il sacro Deserto sopra Cuasso al Monte.
- ^ a b c Santo Deserto - Santuari e Miracoli, su santuari.eu, 29 maggio 2017. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ Ex Convento Deserto, su UPEL Italia. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ CRIPTA E COMPRENSORIO OSPEDALE DI CUASSO AL MONTE | I Luoghi del Cuore - FAI, su fondoambiente.it. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ Cuasso al Monte - Il Deserto - Veduta, Fotografia Montabone di Carlo Fumagalli – Fotografie – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b c Il 141tour a Cuasso al Monte tra castelli e miniere, su 141expo.com.
- ^ Roberto Arsuffi, Milano | Portello - Il palazzo di Padre Beccaro e la chiesa del monastero, su Urbanfile, 29 aprile 2022. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ 100 anni dalla morte di Padre Beccaro, su www.guanellianisantiago.it. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ Padre Gerardo di San Giuseppe (Giuseppe Beccaro), su Santiebeati.it. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ Santo Deserto - Santuari e Miracoli, su santuari.eu, 29 maggio 2017. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b c Scuola media di Cuasso al Monte, L'educazione ambientale tra scuola media e territorio di Cuasso al Monte ...l'educazione ambientale non si insegna ma si...fa!, 2004.
- ^ GUIDABOMBARDA, Giovan Battista - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ Gianpiero Buzzi, Il santo Deserto sopra Cuasso: il profumo del carmelo, a cura di <Casa Nostra> Pro Arcisate, 1992.
- ^ Redazione VareseNews, L'ospedale di Cuasso: una storia lunga 95 anni, su VareseNews, 26 settembre 2013. URL consultato il 20 novembre 2024.
Bibliografia
modifica- Il progetto dell'architetto milanese Giovanni Battista Guidabombarda per il Deserto di S. Angelo a Cuasso al Monte - Il sacro Deserto sopra Cuasso al Monte, Paola de Grandi e Giovanni Grignaschi
- Il santo Deserto sopra Cuasso: il profumo del carmelo, Gianpiero Buzzi, a cura di <Casa Nostra> Pro Arcisate, 1992
- L'educazione ambientale tra scuola media e territorio di Cuasso al Monte ...l'educazione ambientale non si insegna ma si...fa!, Scuola media di Cuasso al Monte, 2004.