cioè è il prodotto di tutte le possibili differenze (contate una volta sola, con segno opportuno) tra i coefficienti.
Da quest'espressione per il determinante segue che le matrici quadrate di Vandermonde hanno determinante nullo solo se hanno due coefficienti uguali, ossia due righe uguali. In particolare, il rango di una generica matrice di Vandermonde è il minimo tra il numero di colonne e il numero di distinti coefficienti (ossia di righe distinte).
Questa formula si dimostra per induzione sull'ordine
Vale per (prodotto vuoto).
Per il passo induttivo, supponendo vera la formula per l'ordine il determinante di una matrice di Vandermonde di ordine può essere calcolato:
sottraendo ad ogni colonna la colonna precedente moltiplicata per
dividendo ogni riga -esima (tranne la prima) per il termine , portandolo fuori dalla matrice
infine applicando la formula del determinante per una matrice di Vandermonde di ordine
Il determinante di è chiaramente un polinomio sui coefficienti e si annulla quando due righe sono uguali, ossia quando Ne consegue che il determinante è uguale a un polinomio moltiplicato per ; secondo la classica formula di Leibniz, il grado del determinante su ogni variabile è quindi il polinomio è una costante Che questa costante sia esattamente 1 si può dimostrare per induzione, confrontando i coefficienti di ottenuti secondo la formula del determinante e secondo l'ipotesi induttiva.
Le matrici di Vandermonde descrivono i problemi di interpolazione polinomiale: i coefficienti di un polinomio il cui grafico nel piano passa per i punti sono le soluzioni del sistema lineare