Eremo di San Valentino
L'eremo di San Valentino è un eremo ubicato a Gargnano, nella frazione di Sasso.
Eremo di San Valentino | |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Gargnano |
Coordinate | 45°41′58.65″N 10°39′44.02″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Valentino di Terni |
Diocesi | Brescia |
Inizio costruzione | 1650 |
Storia
modificaNel 1630 gli abitanti di Gargnano per sfuggire alla peste si rifugiarono in una zona montuosa nei pressi del paese: terminata l'epidemia, intorno al 1650, i superstiti edificarono una cappella con un eremo[1]. Un eremita è attestato nel 1684, un altro, di nome Giovanni Marchetti, risale alla meta del XVIII secolo[2]. L'ultimo eremita a essere documento è Geremia Paladini, il quale si rifugiò all'eremo nel 1849, probabilmente per aver disertato il servizio militare durante la dominazione austriaca: questo, soprannominato el romet de San Valentì, condusse una vita di eremitaggio per sedici anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 1865[1]. Caduto in rovina, l'eremo venne restauro nel 1970 per volere dell'ingegnere Alberto Cita con l'aiuto di Emilio Baruffaldi e Mario Montenovi: fu riaperto il 14 febbraio 1971 con una celebrazione religiosa presieduta da don Franco Della Torre[3].
Descrizione
modificaL'eremo di San Valentino è posto ad un'altezza di 772 metri[1]: l'ingresso avviene tramite una porta in legno, nascosta nella vegetazione, azionata tramite una pietra legata ad una corda che scorre su una carrucola; percorso un breve viale si arriva ad una terrazza circondata da cipressi dove, addossato alla montagna e a picco sul lago di Garda, è l'eremo. Questo si compone di una cappella, una sacrestia, due ambienti e un deposito, oltre ad una cisterna naturale, un tempo alimentata da una sorgente, chiusa da una porta in legno[3].
La cappella ha una facciata in muratura, con portale sormontato da una finestra circolare; l'interno è di modeste dimensioni, a navata unica, con altare maggiore in muratura di semplice fattura sul quale è posto un dipinto Madonna col Bambino, realizzato dall'eremita Geremia Paladini nel 1859, che si ritrae nell'opera, vestito con tunica e bastone mentre effettuava la questa, ai piedi della Madonna insieme a san Valentino[1]. Prima del restauro l'altare maggiore era in legno intagliato, con candelabri realizzati nello stesso materiale e alle pareti erano fissati quadretti ex-voto[3]. Lungo la facciata, tra l'ingresso della cappella e il resto dell'eremo, si innalza un campanile a vela.
Note
modificaAltri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Eremo di San Valentino, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.