Espero (cacciatorpediniere 1905)
L’Espero (poi Turbine) è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina.
Espero | |
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L’Espero nel 1905 | |
Descrizione generale | |
Tipo | cacciatorpediniere (1905-1921) torpediniera (1921-1923) |
Classe | Nembo |
In servizio con | Regia Marina |
Identificazione | ES (1905-1921) TB (1921-1923) |
Costruttori | Pattison, Napoli |
Varo | 9 luglio 1904 |
Entrata in servizio | aprile 1905 |
Nomi successivi | Turbine (1921-1923) |
Intitolazione | Espero, figura della mitologia greca (1905-1921) |
Radiazione | aprile 1923 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | normale 330 t a pieno carico 360 t |
Lunghezza | tra le perpendicolari 63,4 m fuori tutto 64 m |
Larghezza | 5,94 m |
Pescaggio | 2,29 m |
Propulsione | 3 caldaie Thornycroft 2 motrici alternative potenza 5.200 HP 2 eliche |
Velocità | 30 nodi (55,56 km/h) |
Autonomia | 2200 miglia a 9 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 51 tra sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 5 pezzi da 57/43 mm |
Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 356 mm |
Note | |
dati riferiti all’entrata in servizio | |
dati presi da Warship 1900-1950, Navypedia e Sito ufficiale della Marina Militare italiana | |
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Storia
modificaNel 1912 l'unità, come del resto tutte le navi gemelle, fu sottoposta a radicali lavori di modifica: l'alimentazione delle caldaie, inizialmente a carbone, divenne a nafta, mentre l'armamento vide la sostituzione dei cannoni da 57/43 mm con 4 pezzi da 76/40, e dei quattro tubi lanciasiluri da 456 mm con altrettanti da 450 mm[1][2]. Anche la sagoma della nave fu profondamente modificata: dai due corti e tozzi fumaioli esistenti si passò a tre fumaioli di minori dimensioni e forma più snella.[2][3].
Nel 1914-1918, a seguito di ulteriori modifiche, sulla nave furono installate le attrezzature necessarie per la posa di 10-16 mine.[2][3]
Prima guerra mondiale
modificaAll'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale l’unità fu assegnata alla 5ª Squadriglia Cacciatorpediniere , di base a Taranto, che oltre all'Espero comprendeva i gemelli Turbine, Nembo, Borea ed Aquilone[4]. A lcomando dell'unita il capitano di corvetta Bellavita[4].
Nella notte tra il 23 ed 24 maggio 1915, il giorno stesso della dichiarazione di guerra, rimorchiò al largo di Cattaro il sommergibile Velella, che si pose quindi in agguato[4].
Alle 19 dell'8 giugno 1916 salpò da Valona al comando del tenente di vascello Fossati per scortare in Italia, unitamente all'esploratore Libia ed ai cacciatorpediniere Impavido, Insidioso e Pontiere, i trasporti truppe Romagna e Principe Umberto, con a bordo il 55º Reggimento fanteria con 2605 effettivi.[4] Il convoglio, dopo un breve tratto, venne attaccato dal sommergibile austroungarico SMU 5: il Principe Umberto, centrato a poppa da due siluri, affondò in pochi minuti una quindicina di miglia a sudovest di Capo Linguetta, trascinando con sé 1926 dei 2821 uomini a bordo[4]. Le unità della scorta non poterono che dare inutilmente la caccia all’SMU 5 e recuperare i superstiti[4].
Nel primo dopoguerra, tra il 1919 ed il 1921, l’Espero subì nuove modifiche alle sovrastrutture ed all'apparato motore: vennero eliminati una caldaia e di conseguenza uno dei tre fumaioli, mentre la sovrastruttura della plancia venne arretrata[2][3]. In seguito a tali modifiche la potenza dell'apparato motore scese a 3400 HP, e la velocità a 25 nodi[3]. Venne inoltre sbarcato un pezzo da 76 mm, rimpiazzato da una mitragliera contraerea da 6,5/80 mm[3].
L'impresa di Fiume
modificaDurante le vicende dell'occupazione di Fiume da parte del poeta Gabriele d'Annunzio e della Reggenza italiana del Carnaro la nave, che aveva compiti di scorta sulla rotta Trieste-Sebenico, passò dalla parte di D’Annunzio, raggiungendo Fiume (come fecero altre unità) l'8 dicembre 1920[5]. Il 26 dicembre dello stesso anno, durante il cosiddetto Natale di Sangue, l’Espero fu cannoneggiato ed incendiato dalla corazzata Andrea Doria, riportando gravi danni: una delle vittime del Natale di Sangue, il marinaio Desiderato Rolfini, apparteneva infatti all'equipaggio della nave[5][6][7][8].
Turbine
modificaNel gennaio 1921 l’Espero rientrò a Pola e, come le altre navi che si erano schierate con i legionari fiumani, fu disarmata e radiata per poi essere reinscritta nei ruoli del naviglio militare - il 16 gennaio 1921 – con il nome Turbine, appartenuto ad una unità gemella perduta in guerra il 24 maggio 1915.[5] Terminati i lavori, rientrò in servizio nel giugno 1921.
Declassato a torpediniera nel luglio del 1921, il Turbine fu radiato definitivamente nell'aprile 1923[2] e quindi demolito.
Galleria d'immagini
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L’Espero a Fiume dopo il natale di sangue. Si notino i danni alla plancia.
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L'Espero dopo essere stato ribattezzato Turbine e declassato a torpediniera
Note
modifica- ^ Italian Espero - Warships 1900-1950 Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive..
- ^ a b c d e Marina Militare
- ^ a b c d e f Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni navali, aeree, subacquee e terrestri in Adriatico, pp. 67-97-145.
- ^ a b c Le navi italiane a Fiume 1918-1921 Archiviato il 5 novembre 2010 in Internet Archive..
- ^ Fiume italiana, il Natale di sangue.
- ^ Quizz Foto: Unità Militari - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici.
- ^ BOMBARDING FIUME BY LAND AND SEA - REBEL SHIP SUNK - Casualties of Besiegers Are Heavy, as Machine Gunners Dispute Their Advance. REGULARS ENTER THE CITY Reported to Have Carr....
Altri progetti
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