Ettore Moschino
Ettore Moschino (L'Aquila, 22 ottobre 1867 – Roma, 5 aprile 1941) è stato un giornalista, scrittore, poeta e drammaturgo italiano.
Biografia
modificaNasce all'Aquila, prima di trasferirsi a Napoli per gli studi, quindi a Roma dove inizia la sua formazione giornalistica collaborando per la Gazzetta d'Italia e Capitan Fracassa[1]. A 22 anni torna quindi a Napoli dove fonda il quotidiano Don Marzio e stringe amicizia con i corregionali Edoardo Scarfoglio (marito di Matilde Serao) e Gabriele D'Annunzio, che in quel periodo si era trasferito nella città partenopea. È proprio il Don Marzio a pubblicare, nel 1891, la lirica I Poeti poi confluita nella raccolta dannunziana Poema paradisiaco. Diventa quindi caporedattore del Corriere di Napoli e, dal 1904, del Mattino, quotidiano fondato dieci anni prima dagli amici Serao e Scarfoglio[1].
Nel 1897 pubblica il suo primo, apprezzato, romanzo dal titolo Il Giogo. Nel 1908 esordisce come poeta con I Lauri, una raccolta di canti con forti richiami al decadentismo d'influenza dannunziana (ed in particolare alle prime Laudi pubblicate nel 1903). L'opera — che rimane la più conosciuta di quelle di Moschino — dedica al Vate un'intera sezione, denominata "Fronde elleniche"[1]. Altri richiami vistosi alla poetica dannunziana sono poi nella Lauda Francescana, dello stesso anno[2].
Moschino si cimenta, quindi, nel poema drammatico, sia d'ispirazione storica che contemporanea, prima di intraprendere l'attività di librettista e di saggista di genere letterario e musicale. Nel 1932 il pianista Lino Liviabella giunge secondo al concorso nazionale "La più bella canzone" con il brano Ninna Nanna, composto su testo di Ettore Moschino[3]. Contemporaneamente, prosegue la sua carriera da giornalista dirigendo La Provincia di Brescia e scrivendo per alcune importanti testate nazionali quali Il Messaggero, Il Piccolo e La Stampa[1].
A partire dagli anni venti si ritira in Abruzzo dove riprende a fare il romanziere pubblicando le novelle Trasfigurazioni d'amore e Maschere di donne. Dal 1926 è direttore della biblioteca provinciale Salvatore Tommasi e nello stesso periodo dirige il quotidiano Il Popolo d'Abruzzo[1]. Alla morte dell'amico ed ispiratore D'Annunzio, avvenuta nel 1938, pubblica la biografia elogiativa Gabriele D'Annunzio nella vita e nella leggenda.
Opere
modificaNarrativa
modificaPoesia
modifica- I Lauri (1908)
- Lauda Francescana (1908)
- Tristano e Isolda (1910)
- Reginetta di Saba (1910)
- Canzone di bimbo (1929) su musica di Lino Liviabella
- Cesare Borgia (1913)
- Ode Sinfonica (1934) su musica di Francesco Cilea
Saggistica
modificaNote
modificaBibliografia
modifica- Ada Miliani, Ettore Moschino dal sacrario dei ricordi, Scauri, Caramanica, 1983.
- Antonio Silveri, Ettore Moschino, la vita e le opere. Antologia. Testimonianze, Pescara, Alcyone, 1962.
- Roberto Simari, Ettore Moschino, il bibliotecario (1926-1941), Sulmona, Editrice D'Amato, 1962
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Ettore Moschino
Collegamenti esterni
modifica- Ettore Moschino, in Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo, Associazione Italiana Biblioteche.
- (EN) Opere di Ettore Moschino, su Open Library, Internet Archive.
- Ettore Moschino, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C.
- (EN) Spartiti o libretti di Ettore Moschino, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 162001656 · ISNI (EN) 0000 0000 8451 6071 · SBN RAVV070854 · BAV 495/324575 · BNE (ES) XX1373065 (data) |
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