Pilatusbahn

ferrovia svizzera a scartamento ridotto
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La Pilatusbahn (Ferrovia del Pilatus, sigla PB) è una ferrovia elettrica a cremagliera a scartamento ridotto di 800 mm che collega Alpnachstad, nel canton Obvaldo, al culmine del Pilatus, posto a 2123 m nella Svizzera centrale.

Ferrovia del Pilatus
Nome originalePilatusbahn
Stati attraversatiSvizzera (bandiera) Svizzera
InizioAlpnachstad
FinePilatuskulm
Attivazione1889
GestorePilatusbahn
Lunghezza4,27 km
Scartamentoridotto 800 mm
Elettrificazione1550 V = dal 1937
Ferrovie

Nel 1885 l'Assemblea federale accordò la concessione per una ferrovia a cremagliera da Alpnachstad alla vetta del Pilatus[1]; il 29 marzo 1886 si costituì la società Pilatus-Bahn-Gesellschaft (PB), con sede ad Alpnach, per la costruzione e l'esercizio della linea[2]. La ferrovia venne inaugurata il 4 giugno 1889 con trazione a vapore e impiego di un rotabile a vapore automotore a caldaia verticale posta lato valle; il percorso era coperto in 70-80 minuti[1]. Il particolare sistema a cremagliera venne studiato e realizzato dall'ingegnere Eduard Locher che concepì un sistema di ruote dentate e di dentiera a terra orizzontali, che eliminava le spinte verticali e rendeva impossibile il deragliamento[1]. L'esercizio venne trasformato a trazione elettrica dal 15 maggio 1937: con l'elettrificazione i passeggeri passarono dai 32.614 del 1936 ai 100.846 del 1937[1].

Caratteristiche

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Il particolare sistema a cremagliera orizzontale

La linea, a scartamento 800 mm, è lunga 4,618 km. La linea è elettrificata a corrente continua 1.500 V; la pendenza massima è del 480 per mille, la velocità massima è di 15 km/h in salita, che scende a 12 km/h in discesa nelle tratte con pendenza fino al 390 per mille e a 9 km/h per quelle oltre tale pendenza[3].

La ferrovia, presentando una pendenza massima del 480 per mille (è la linea a cremagliera più ripida al mondo[1]), utilizza un particolare tipo di cremagliera, conosciuto come sistema Locher, nel quale due ruote dentate orizzontali ingranano la rotaia centrale con due cremagliere sagomate. Un sistema di controdischi inoltre assicura il contatto con le gole interne delle due rotaie di corsa permettendo un elevatissimo standard di sicurezza, altrimenti impossibile se non con un impianto a fune.

Percorso

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 Stazioni e fermate 
   
per Lucerna (ZB)
 
 
0,0 Alpnachstad 440 m slm
   
per Interlaken (ZB)
   
1,3 Wolfort 890 slm
   
Wolforttunnel (40 m)
   
Tunnel Spycher I (47 m)
   
Tunnel Spycher II (97 m)
   
2,3 Ämsigen 1355 slm
   
3,3 Mattalp 1600 slm
   
Tunnel Eselwand I (44 m)
   
Tunnel Eselwand II (50 m)
   
Tunnel Eselwand III (46 m)
   
Tunnel Eselwand IV (9 m)
   
4,8 Pilatus Kulm 2073 m slm
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

La linea parte nei pressi della stazione di Alpnachstad, sulla ferrovia del Brünig, risalendo il Pilatus sino alla vetta. Nei dintorni del capolinea superiore sono stati costruiti due grandi alberghi per i visitatori i quali possono fare escursioni a piedi in ampi sentieri protetti. La vetta del Pilatus è raggiungibile anche tramite due funivie (Kriens-Fräkmüntegg e Fräkmüntegg-Pilatus Kulm) aperte tra il 1954 e il 1956 e la cui gestione fa capo alla PB[1].

Materiale rotabile

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All'apertura il materiale rotabile consisteva in sei automotrici a vapore, divenute undici nel 1911[1].

Con l'elettrificazione vennero sostituite da automotrici elettriche costruite da SLM Winterthur e Oerlikon[4].

A partire dal 2023 le automotrici del 1937 sono state sostituite da nuovi rotabili realizzati dalla Stadler Rail in grado di funzionare anche in comando multiplo[5].

  1. ^ a b c d e f g (FR) MESSAGE du Conseil fédéral à l'Assemblée fédérale concernant l'octroi d'une nouvelle concession pour le chemin de fer à crémaillère d'Alpnachstad au sommet du Pilate (Du 30 novembre 1964), in Foglio federale, Berna, 17 dicembre 1964, pp. 1379-1387. URL consultato il 7 novembre 2024.
  2. ^ (DE) Obwalden - Unterwalden-le-haut - Unterwalden alto, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 10 aprile 1886, p. 246. URL consultato il 7 novembre 2024.
  3. ^ Zahnradbahn – Fakten, su pilatus.ch. URL consultato il 7 novembre 2024.
  4. ^ (DE) Die elektr. Zahnrad-Triebwagen der Pilatusbahn, in Schweizerische Bauzeitung, vol. 110, n. 11, Zurigo, C. & W. Jegher, 1937, pp. 131-135. URL consultato il 7 novembre 2024.
  5. ^ Rack-and-pinion railcar, Bhe 2/2 (PDF), su stadlerrail.com. URL consultato il 7 novembre 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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