Francesco Hayez: La morte di Abradate
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Artista |
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Titolo |
title QS:P1476,it:"La morte di Abradate"
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Tipo di oggetto |
dipinto object_type QS:P31,Q3305213 |
Descrizione |
Il dipinto, proveniente da una raccolta privata bergamasca, è entrato in Collezione nel 1987.
A lungo ritenuta dispersa, l’opera è presentata per la prima volta al grande pubblico nel 1983 in occasione della mostra antologica dedicata a Francesco Hayez presso Palazzo Reale a Milano. In questa importante esposizione - avvio della rilettura critica dell’attività dell’artista, caposcuola del movimento romantico - è stata identificata come un frammento della vasta tela rappresentante La Morte di Abradate, intrapresa nella primavera del 1813 durante il soggiorno romano dell’artista, in previsione del Concorso di Prima Classe dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nelle sue note autobiografiche Hayez ripercorre le vicende legate alla complessa gestazione del dipinto che vede coinvolti due dei massimi protagonisti del mondo artistico dell’epoca, entrambi decisivi nella formazione del giovane artista: lo scultore Antonio Canova e il conte Leopoldo Cicognara, allora presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
All’inizio del 1813, infatti, il conte Cicognara sollecita Francesco Hayez a concorrere al premio annuale dell’Accademia di Belle Arti di Brera attraverso una lettera destinata al comune amico Antonio Canova. La richiesta nasce dall’insoddisfacente risultato ottenuto dal pittore l’anno precedente, quando aveva presentato una vasta tela con il tema del Laocoonte (Milano, Accademia di Brera) che si era aggiudicata il primo premio ex-aequo con l’opera di Antonio De Antoni, allievo di Andrea Appiani, premier peintre dell’imperatore Napoleone e autorevole membro dell’accademia milanese. Un risultato dettato da motivi di politica interna all’istituzione che scontentava profondamente il giovane artista, consapevole della netta superiorità del suo saggio, e, soprattutto, il suo protettore veneziano che nel 1813 ne sollecitava nuovamente la partecipazione al concorso, certo questa volta di riportare una vittoria schiacciante.
Dopo un primo tentativo di sottrarsi alla prova e, soprattutto, al rischio di una nuova delusione, sulla spinta di Cicognara il pittore affronta il soggetto prescelto dalla Commissione in una tela di proporzioni monumentali e, tuttavia, dopo aver completato le teste del gruppo principale, inscena un incidente facendo cadere sopra al dipinto un grande cavalletto che lo danneggia irrimediabilmente.
Il soggetto richiesto dal concorso di quell’anno, La Morte di Abradate, è tratto da un passo della Ciropedia di Senofonte (Ciropedia, VI, 3 e VII, 3) che narra della pietà mostrata da Ciro, potentissimo re dei Persiani, alla morte di Abradate, inizialmente suo nemico e in seguito alleato nella guerra contro Creso. Un tema che si prestava all’esaltazione delle qualità morali del sovrano persiano, facilmente assimilabile all’imperatore dei francesi, Napoleone Bonaparte. Per questo esemplare saggio di pittura di storia, ancora legato ai dettami della pittura neoclassica, Hayez integra il testo antico con la lettura del popolare romanzo contemporaneo Voyage du jeune Anacharsis en Grece dell’abate Barthelemy (1793).
Il frammento superstite dell’opera mostra il gruppo degli astanti guidato da Ciro; quest’ultimo con un gesto della mano indica i doni del funerale, senza distogliere lo sguardo dal gruppo principale, ora scomparso, che ritraeva la regina Pantea stretta al cadavere del marito Abradate. Nella figura con il cappello a tronco di cono che si volge in direzione opposta rispetto all’avvenimento principale si riconosce il pittore Tommaso Minardi, ricordato da Hayez nella sua autobiografia come ironico e poco sincero. Un intenso ritratto che ferma con realismo l’immagine del futuro caposcuola del movimento purista e si qualifica come una significativa testimonianza del loro rapporto e del momento di formazione comune a Roma, prima che i due artisti intraprendessero percorsi diversi. |
Data |
1813 date QS:P571,+1813-00-00T00:00:00Z/9 |
Tecnica/materiale |
olio su tela medium QS:P186,Q296955;P186,Q12321255,P518,Q861259 |
Dimensioni |
altezza: 74 cm; larghezza: 95 cm dimensions QS:P2048,74U174728 dimensions QS:P2049,95U174728 |
Collezione |
institution QS:P195,Q2054135 |
Ubicazione attuale |
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Numero d'inventario |
FCIP 0070 |
Iscrizioni |
Firma in alto a destra:
Adì 22 Aprile 1813 / Franc.o Hayez fece
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Note |
Elena Lissoni, Artgate Fondazione Cariplo |
Riferimenti |
- Francesco Hayez, Le mie memorie, Reale Accademia di Belle Arti in Milano, Milano 1890, p. 22
- Giulio Carotti, Appendice, in Francesco Hayez, Le mie memorie, Reale Accademia di Belle Arti in Milano, Milano 1890, p. 273
- Sergio Coradeschi, L'opera completa di Francesco Hayez, Rizzoli, Milano 1971, p. 86, n. 17
- Stefano Susinno, Francesco Hayez, La morte di Abradate, in Hayez, catalogo della mostra a cura di Maria Cristina Gozzoli e Fernando Mazzocca, Milano, Palazzo Reale – Sala delle cariatidi novembre 1983-febbraio 1984, Electa, Milano 1983, n. 7, pp. 37-38, ill.
- Fernando Mazzocca, Francesco Hayez. Catalogo ragionato, Federico Motta editore, Milano 1994, n. 18, pp. 124-125, ill.
- Caterina Ferri, Francesco Hayez, La morte di Abradate, in Tesori d'arte delle banche lombarde, Associazione Bancaria Italiana, Mi¬lano 1995, p. 270, n. 519
- Francesco Hayez, Le mie memorie, a cura di Fernando Mazzocca, Neri Pozza, Vicenza, 1995, pp. 66-67
- Paola Zatti, Francesco Hayez, La morte di Abradate, in Sergio Rebora, a cura di, Le collezioni d’arte. L’Ottocento, Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano 1999, n.116, pp. 196-197, ill.
- L’officina neoclassica. Dall’accademia de’ Pensieri all’Accademia d’Italia, catalogo della mostra a cura di Francesco Leone e Fernando Mazzocca, Faenza, Palazzo Milzetti, 15 marzo-21 giugno 2009, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2009, n. I.5, p. 75, ill.
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Fonte/Fotografo |
Artgate Fondazione Cariplo |
Licenza (Riusare questo file) |
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