Forever Changes
Forever Changes è il terzo album in studio del gruppo musicale statunitense Love, pubblicato nel 1967 dalla Elektra Records[1].
Forever Changes album in studio | |
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Artista | Love |
Pubblicazione | 1967 |
Durata | 42:55 |
Genere | Rock psichedelico Folk rock |
Etichetta | Elektra Records |
Produttore | Arthur Lee, Bruce Botnick |
Love - cronologia | |
Certamente il disco più celebre della formazione, Forever Changes viene considerato una pietra miliare[2] che, secondo le testimonianze, "altri musicisti avrebbero tentato di imitare senza tuttavia ottenere gli stessi risultati."[3]
Storia
modificaForever Changes venne registrato nell'arco di quattro mesi con il sostegno di due sessionman a causa delle terribili condizioni di tossicodipendenza dei Love. Malgrado l'insuccesso commerciale negli USA, l'album riuscì tuttavia a classificarsi nella top 30 inglese.
Album che segnò un cambio di rotta della formazione verso la musica "da classifica",[4] Forever Changes rinuncia alle jam psichedeliche dei precedenti Love e Da Capo per concentrarsi su uno stile più accessibile e curato negli arrangiamenti.[2][3][4] Sfruttando un'orchestra sinfonica, ritmi "ruvidi", e i suoni jingle-jangle di una chitarra, la musica risente l'influenza del rock psichedelico, del folk elettroacustico, e della musica beat,[2] mentre le atmosfere che rievoca sono vagamente vertiginose, surreali, oniriche e languide.[2][4]
Le canzoni, solari e malinconiche allo stesso tempo,[3] trattano ciò che il cantante e chitarrista Arthur Lee, in quel periodo sofferente di tossicodipendenza, definì "le ultime cose che avrei detto a questo pianeta."[5] A tale riguardo, Lee confessò:[6]
«Mentre facevo quell'album, pensavo che sarei morto.»
Lo stesso titolo dell'album (in italiano "cambiamenti per sempre") alluderebbe, non a caso, alla morte.[7]
Accoglienza
modificaNonostante le scarse vendite seguite alla sua pubblicazione,[8] Forever Changes ricevette giudizi molto positivi da parte della critica.[3][9] Il giornalista Eddy Cilìa lo definisce "un ardito susseguirsi di incanti melodico-abrasivi, di equilibri quasi impossibili, di preziosi intarsi orchestrali sul corpo del rock fantasioso, onirico e avvolgente."[3] Il sito Pitchfork ha dato all'album un voto pari a 8,6 su 10[10] mentre la rivista Rolling Stone ha piazzato l'album al quarantesimo posto nella classifica dei migliori album di tutti i tempi.[11]
Tracce
modifica- Alone Again Or – 3:17
- A house Is Not a Motel – 3:32
- Andmoreagain – 3:18
- The Daily Planet – 3:31
- Old Man – 3:02
- The Red Telephone – 4:46
- Maybe the People Would Be the Times or Between Clark and Hilldale – 3:34
- Live and Let Live – 5:26
- The Good Humor Man He Sees Everything Like This – 3:08
- Bummer in the Summer – 2:24
- You Set the Scene – 6:57
Formazione
modifica- David Angel - arrangiamenti orchestrali
- Ken Forssi - basso
- Bud Brisbois, Roy Caton - ottoni
- Chuck Berghofer - contrabbasso
- John Echols - chitarra
- Arthur Lee, Bryan Maclean - chitarra e voce
- Michael Stuart - percussioni
- Arnold Belnick, Darrel Terwilliger, James Getzoff, Marshall Sosson, Robert Barene - strumenti a corda
- Richard Leith - trombone
- Ollie Mitchell - tromba
- Jesse Ehrlich - viola
- Norman Botnick - violino
Note
modifica- ^ Roberto Municchi, 20 Essentials: Psichedelia USA (1966 - 1969), in Blow Up, n. 205, Tuttle Edizioni, settembre 2017.
- ^ a b c d Love - Forever Changes :: Le pietre miliari di Onda Rock, su ondarock.it. URL consultato il 24 aprile 2014.
- ^ a b c d e Eddy Cilìa, Federico Guglielmi, Rock. 500 dischi fondamentali, Giunti, 2002, p. 134.
- ^ a b c Love - Scaruffi.com, su scaruffi.com. URL consultato il 24 aprile 2014.
- ^ Forever Changes: Arthur Lee and the Book of Love
- ^ Vedi 1001 album da non perdere, pag. 159
- ^ David A. Janssen, Edward J. Whitelock, Apocalypse Jukebox: The End of the World in American Popular Music, Soft Skull Press, 2009, p. 160.
- ^ (EN) Arthur Lee Rocks "Forever", su rollingstone.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
- ^ Cesare Rizzi, Enciclopedia Rock anni '70 (terzo volume), Arcana, 2002, p. 221.
- ^ Love: Forever Changes [Collector's Edition] - Pitchfork, su pitchfork.com. URL consultato il 24 aprile 2014.
- ^ Love, 'Forever Changes' - Rolling Stone, su rollingstone.com. URL consultato il 24 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
Bibliografia
modifica- John Einarson, Forever Changes: Arthur Lee and the Book of Love, Jawbone Press, 2010.
- Robert Dimery, 1001 album da non perdere, Atlante, 2006, p. 109.
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Mark Deming, Forever Changes, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Forever Changes, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Forever Changes, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.