Francesco II Pico della Mirandola
Francesco II Pico della Mirandola (... – 1399) è stato un condottiero e nobile italiano, appartenente alla dinastia Pico, che nel 1354 riacquistò i domini famigliari di Mirandola e Concordia, caduti in mano ai Gonzaga, e ne fu signore fino alla morte (1399).
Francesco II Pico della Mirandola | |
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Signore di Mirandola e di Concordia | |
In carica | 1354[1] – 1399 |
Predecessore | Ludovico I Gonzaga |
Successore | Giovanni I, Francesco III e Aiace Pico |
Morte | 1399[1] |
Dinastia | Pico |
Padre | Paolo Pico[1] |
Madre | Isabella Malaspina[1] |
Figli | Giovanni I[1] Tommasina[1] Antonia[1] Francesco III[1] Elisabetta[1] |
Biografia
modificaEra figlio di Paolo Pico (?-1354) e di Isabella Malaspina, figlia del marchese Azzolino Malaspina.
Con la venuta dell'imperatore Carlo IV in Italia, Francesco riacquistò il 23 dicembre 1354 il dominio della Mirandola: innanzitutto, grazie ad una decisione imperiale, vennero troncate le antiche controversie di giurisdizione sulle corti di Quarantoli e San Possidonio e sul castello della Mirandola, che non erano comprese nel territorio di Reggio Emilia, ma immediatamente soggette al Sacro Romano Impero; inoltre, l'imperatore Carlo V rinnovò a Francesco e ai cugini l'investitura già concessa ai loro antenati dal precedente imperatore Enrico VII di Lussemburgo. I Gonzaga che detenevano il possesso della Mirandola fin dal 1322 a seguito dell'assedio del duca Passerino, dovettero restituire la città ai Pico. Nel 1355, allo scoppio della guerra tra Estensi e Visconti, Francesco si schierò apertamente con questi ultimi dopo l'assedio della Mirandola da parte di Bernabò Visconti. Nel 1358, raggiunta la pace, Francesco Pico restituì agli Estensi i castelli occupati di Marano e Campiglio (Vignola), recandosi poi a Modena a recare omaggio al marchese Aldovrandino. Nel 1362 si riaccese la guerra in cui Francesco Pico rinnovò l'alleanza con i Visconti; pertanto la Lega decise che in caso di vittoria la Mirandola sarebbe stata restituita ai Gonzaga. Nel 1363 Francesco Pico si vide costretto a cedere ai mantovani, unendosi alla lega guelfa, accettando da essa un presidio: per tale motivo Bernabò Visconti dovette accettare la pace conclusa poi nel 1364. Nel 1370 si riaccese di nuovo la guerra, ma Francesco rimase federe alla Lega guelfa, mentre i cugini parteggiarono per i Visconti e per questo finirono per allontanarsi dalla Mirandola, fino ad esserne esclusi dal dominio a poco a poco: nel 1390 essi rivendicarono delle pretese, ma ne ottennero solo una pensione vitalizia:[2] si riunì all'interno della chiesa di San Francesco un concilio di 13 giudici che risolse la disputa sorta sul dominio della Mirandola sorto tra i quattro fratelli Spinetta, Francesco II, Prendiparte e Tommasino (figli di Paolo Pico) contro i cugini Giovanni e Prendiparte (figli di Niccolò Pico).[3]
Francesco II Pico morì nel 1399.
Discendenza
modificaFrancesco II Pico sposò una donna ignota, dalla quale ebbe i seguenti figli:[1]
- Giovanni I Pico (* ... – † 1451), suo successore con il fratello Francesco III.[1] Sposò Caterina Bevilacqua ed ebbe discendenza;[1]
- Francesco III Pico (* ... – † c. 1458), suo successore con il fratello Giovanni I.[1] Acquistò il feudo di Scaldasole. Sposò Pietra Pio di Carpi ed ebbe discendenza;[1]
- Elisabetta Pico,[1] sposò Azzo da Correggio;
- Antonia Pico,[1] sposò Gherardo Padella;
- Tommasina Pico, sposò Giberto V da Correggio, co-signore di Correggio.[1]
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Francesco I Pico | Bartolomeo Pico | ||||||||||||
Aledisia Pallavicino | |||||||||||||
Prendiparte Pico | |||||||||||||
Beatrice Tommasino | … | ||||||||||||
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Paolo Pico | |||||||||||||
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Francesco II Pico | |||||||||||||
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Azzolino Malaspina | |||||||||||||
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Isabella Malaspina | |||||||||||||
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Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Miroslav Marek, Genealogy.eu, su Pico family, 16 settembre 2002. URL consultato il 28 maggio 2020.
- ^ Litta, p. 3.
- ^ cfr. lapide della navata destra: "Gio. Galeazzo Duca di Milano/insorto gravissimo dissidio/fra i Pico Signori della Mirandola/perché Spinetta, Francesco, Prendiparte e Tommasino/figli di Paolo Pico/avevano esclusi dal dominio/Giovanni e Prendiparte figli di Nicolò Pico/e il loro nipote Princivale/richiese per lettere il Comune/di comporre gli animi dei discordi Signori della città/da lui tenuti in onore di alleati ed amici/nel MCCCXC (1390 - n.d.r) i Cittadini/Giacomo Brunoro e Francesco Margotti/Paolo Collevati, Bartolomeo e Antonio Ferrari/Gio. Antonio Nadale Bernardo Della Manna/Matteo De Cazzi, Nicolò De Nadali/Martino De' Ghiselini/Riccobono De Felli/Pellegrino De Negri e il Rosso Bortolaja/a togliere cagioine alla discordia/scaturirono/che a Spinetta e ai fratelli spettasse il dominio e il governo/della città e territorio mirandolese/a Princivale e ai fratelli Prendiparte e Giovanni/fosse ceduta una parte delle onoranze/e delle pubbliche gabelle/Il Municipio/pose a ricordo/nel MDCCCLXXVII" (1877)
Bibliografia
modifica- Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico della Mirandola, Torino, 1835, p. 3. ISBN non esistente.
Voci correlate
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