Giovanni Andrea Sirani
Giovanni Andrea Sirani (Bologna, 4 settembre 1610 – Bologna, 21 maggio 1670) è stato un pittore e incisore italiano di epoca barocca, padre di Elisabetta e delle meno note Barbara e Anna Maria.
Biografia
modificaGiovanni Andrea Sirani iniziò la propria formazione artistica attraverso un breve tirocinio nella bottega di Giacomo Cavedone, per poi entrare a far parte della scuola di Guido Reni divenendo l'allievo prediletto del pittore[1] e del cui stile, secondo la critica, può essere considerato un epigono. Successivamente venne a contatto con l'ambiente pittorico di Bologna, nel quale primeggiavano Alessandro Tiarini, Francesco Albani e Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino; così, pur seguendo da vicino i moduli espressivi del suo maestro, ebbe modo di sviluppare un linguaggio artistico più personale[2], fino a raggiungere uno stile autonomo caratterizzato da un uso più marcato del colore[3].
Nel 1642, alla morte di Guido Reni, Sirani decise di fondare una propria scuola pittorica, di cui fecero parte le figlie Barbara e Anna Maria, e nella quale si distinse l'altra figlia, Elisabetta[1]. E proprio al laboratorio di Sirani fu commissionato un importante lavoro da parte del Canonico Granchio, priore della Certosa[4].
Dopo una carriera artistica dedicata soprattutto alla pittura ma che lo vide anche impegnato nell'incisione, il pittore morì a Bologna nel 1670.
Opere
modificaLe opere pittoriche di Sirani sono presenti in diverse chiese bolognesi: fra di esse, La presentazione al Tempio presso l'Oratorio dei Preti, La Vergine, ospitata nella chiesa di San Giorgio, La crocifissione, alloggiata nella chiesa di San Benedetto, L'ultima cena in San Girolamo della Certosa[1].
Uno dei lavori più significativi, oggetto di un restauro a causa delle crettature e dell'esposizione nei secoli alla luce prodotta da lampade a petrolio – con il conseguente strato di fumi scuri sulla tela dipinta –, è il Gesù a cena in casa del fariseo con la Maddalena adorante. Si tratta di una tela unica, delle dimensioni di cm. 373 x 488, un dipinto realizzato con una complessa procedura creativa e preceduto da studi preparatori[4]. Eseguito a partire dal 1652, evidenzia un Sirani ormai indipendente dagli influssi artistici di Reni[3], e che nei lavori del suo ultimo periodo avrebbe risentito delle influenze della scuola Veneziana, avvicinandosi agli stili di Francesco Gessi e di Simone Cantarini[1].
Elenco
modificaNote
modifica- ^ a b c d (EN) Sirani, Giovanni Andrea, su wga.hu, Web Gallery of Art. URL consultato il 3 settembre 2013.
- ^ Gli Artisti, su progettocertosa.it, Iperbole. URL consultato il 3 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2007).
- ^ a b Le Opere, su progettocertosa.it, Iperbole. URL consultato il 3 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2007).
- ^ a b Maricetta Parlatore, Nota sul restauro dei due grandi dipinti di Giovanni Andrea ed Elisabetta Sirani, su progettocertosa.it, Iperbole. URL consultato il 3 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2007).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Andrea Sirani
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Giovanni Andrea Sirani, in Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, Harper.
- Giovanni Andrea Sirani, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- Giovanni Andrea Sirani, in Storia e Memoria di Bologna, Comune di Bologna.
- Giovanni Andrea Sirani (Bologna 1610-1670), in www.fondazionecarispcesena.it. URL consultato il 24 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2008).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52835418 · ISNI (EN) 0000 0000 6631 3879 · SBN VEAV452478 · BAV 495/122719 · CERL cnp00838889 · Europeana agent/base/95621 · ULAN (EN) 500029946 · GND (DE) 131928589 · BNF (FR) cb14933497x (data) |
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