Giovanni Antonelli (astronomo)
Giovanni Antonelli (Pistoia, 1º ottobre 1818 – Firenze, 14 gennaio 1872) è stato un astronomo e matematico italiano, religioso dell'ordine degli Scolopi.[1]
Biografia
modificaNato a Candeglia, piccola frazione di Pistoia, scolopio, svolse la funzione di padre provinciale delle Scuole Pie in Toscana. Allievo del confratello Giovanni Inghirami, fu chiamato nel 1844 a Firenze per sostituirlo nell'insegnamento della matematica e nella direzione dell'Osservatorio Ximeniano, di cui divenne direttore effettivo nel 1851 sino alla morte.[1] Si occupò di astronomia, di fisica, di ingegneria e si dedicò anche alla progettazione di linee ferroviarie (all'epoca vera novità), dove raggiunse eccellenti risultati, in particolare la linea Firenze-Faenza, la ferrovia tra Lucca e Reggio Emilia e quella tra Sansepolcro e il centro Italia.[1] Revisionò la triangolazione geodetica della Toscana e costruì la carta della diocesi di Pisa. Si occupò inoltre di studi idraulici, inclusi la bonifica del padule di Fucecchio e il miglioramento del regime idraulico del lago di Orbetello.[1]
Nel 1858 venne installato per la prima volta sul campanile del duomo di Firenze un parafulmine, progettato in collaborazione con Filippo Cecchi. Sempre con padre Cecchi collaborò alla realizzazione dei primi prototipi di motore a combustione interna di Eugenio Barsanti e Felice Matteucci, mettendo a disposizione dei due le sue conoscenze.
Morì a Firenze il 14 gennaio 1872.[1]
Padre Giovanni Antonelli ha lasciato diversi scritti: ha trattato argomenti di ingegneria, matematica e idraulica; ha anche redatto Sulle dottrine astronomiche della Divina Commedia (1865), un commento ai passi astronomici della Divina Commedia.
Opere
modifica- Sulle dottrine astronomiche della Divina Commedia, Firenze, Tipografia Calasanziana, 1865.
Archivio
modificaIl fondo comprende il carteggio e gli appunti scientifici di Giovanni Antonelli[2]; il carteggio ufficiale dell'Osservatorio Ximeniano formatosi sotto la sua direzione è conservato presso l'archivio storico della Provincia Toscana dell'ordine degli Scolopi, che ha sede nell'Osservatorio[3].
Note
modifica- ^ a b c d e Antonelli Giovanni, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 23 dicembre 2017.
- ^ Fondo Antonelli Giovanni, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 dicembre 2017.
- ^ Osservatorio Ximeniano, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 dicembre 2017.
Bibliografia
modifica- Giovanni Boaga, «ANTONELLI, Giovanni», in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 3, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Antonèlli, Giovanni, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Giovanni Antonelli
- Wikiquote contiene citazioni di o su Giovanni Antonelli
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Antonelli
Collegamenti esterni
modifica- Antonèlli, Giovanni, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giovanni Boaga, ANTONELLI, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Giovanni Antonelli, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Giovanni Antonelli, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (EN) Opere di Giovanni Antonelli, su Open Library, Internet Archive.
- Biografia SISM, su dm.unito.it. URL consultato il 21 maggio 2004 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2011).
- Scritti di/su padre Antonelli conservati presso la Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze [collegamento interrotto], su catalogo.bncf.firenze.sbn.it.
- Elenco degli scritti di padre Antonelli sulle linee ferroviarie, su trenidicarta.it.
- La collaborazione alla creazione del motore a scoppio, su barsantiematteucci.it. URL consultato il 15 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2011).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 56253442 · ISNI (EN) 0000 0000 6132 9935 · SBN LO1V168444 · BAV 495/87801 · CERL cnp01894150 · LCCN (EN) no99086273 · GND (DE) 1308554842 · BNF (FR) cb104927720 (data) · J9U (EN, HE) 987007295175305171 |
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