Giovanni Cecaumeno

scrittore bizantino (XI secolo)

Giovanni Cecaumeno (in greco medievale 'Iωάννης Kεχαυμένος; fl. XI secolo) è stato un militare e scrittore bizantino dell'XI secolo, autore di un'opera nota col titolo Strategikon attribuitogli dai primi curatori moderni.

Biografia

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Le uniche informazioni sulla biografia di Cecaumeno sono ricavate dall'opera a lui attribuita, nota col titolo Strategikon (Στρατηγικὸν τοῦ Κεκαυμένου), un trattato, rivolto al proprio figlio, sul governo della casa, sulla diplomazia e sulla vita di corte, tradotto in lingua italiana nel 1998 col titolo "Raccomandazioni e consigli di un galantuomo"[1]. Nell'opera di Cecaumeno si cita Michele VII Ducas come imperatore in carica, e del patriarca Giovanni VIII Xifilino si dice che è morto[2]. Poiché Michele VII Ducas fu imperatore dal 1071 al 1078[3], mentre Giovanni VIII Xifilino morì nel 1075[4], si desume che Cecaumeno scrisse sotto Michele Ducas[3] prima del 1075. Si desumono inoltre tre elementi della vita di Cecaumeno: partecipò alla campagna militare contro Petr Deljan nel 1041, l'anno dopo assistette alla fine dell'imperatore Michele V il Calafato e, infine, fu capo del thema Hellas[5]. L'autore sembra essere greco-armeno ed è dubbio che possa essere identificato con il contemporaneo generale bizantino Catacalo Cecaumeno[6].

Strategikon

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L'opera di Cecaumeno ci è pervenuta in un unico manoscritto, una copia dell'originale realizzata nei pressi di Trebisonda tra il XIV e il XV secolo, conservato dapprima nel Monastero di Iviron a Monte Athos fino al XVII secolo, prima di essere donato, intorno al 1650, alla nuova Biblioteca del patriarcato di Mosca dal monaco Arsenij (Sukhanov), e da allora fu conservato a Mosca (Mosquensis Gr. 436). Il testo conobbe una prima edizione moderna nel 1896 ad opera di Β. Vasil'evskij e V. Jernstedt, i quali gli attribuirono il titolo confondente di Strategikon (Cecaumeni Strategicon et incerti scriptoris de officiis regis libellus, Petropoli 1896)[7]. Lo Strategikon più che nel canone dei libri di strategia militare, deve essere inserito «nel genere di libri che forniscono genericamente consigli su tutto»[8]. Le sue osservazioni sono giudicate da Ostrogorsky «spontanee e vivaci (...) riposano su una conoscenza immediata degli avvenimenti e situazioni descritti, offrono talora notizie di grande valore sulla storia politica e culturale dell’epoca»[9]. Lo Strategikon mostra anche come attorno all'XI secolo nell'impero bizantino gli aristocratici si circondavano di un proprio séguito, «che consisteva non solo di schiavi e di parenti ma anche di guardie armate, spesso in numero considerevole»[10]. Rivolgendo al figlio, Cecaumeno gli prospetta infatti la possibilità di servire un signore (dal greco 'ἄρχων, archon), distinguendo chiaramente tale servizio da quello prestato all'imperatore, e della necessità di trattare con gentilezza i propri uomini[10]. Lo Strategikon fu completato da altri, forse da un parente (probabilmente Nikulitza, "Nicoletto"), che scrisse verosimilmente nei primi anni di Alessio I Comneno[3]. Nel manoscritto moscovita a questo testo segue uno scritto più breve con consigli ad un imperatore, che verosimilmente uscì dalla penna dello stesso autore dello Strategikon[9].

  • Cecaumeno, Raccomandazioni e consigli di un galantuomo [Strategikon], traduzione di Maria Dora Spadaro, testo critico, traduzione e note a cura di Maria Dora Spadaro; testo originale a fronte, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1998, ISBN 88-7694-320-X.
  1. ^ M.D. Spadaro, 1998.
  2. ^ M.D. Spadaro, 1998, p. 88.
  3. ^ a b c S.G. Mercati, Enciclopedia Treccani, 1931.
  4. ^ (DE) Alexios G. Savvides, Johannes VIII, Xiphilinos, in Benjamin Hendrickx (a cura di), Encyclopaedic Prosopographical Lexicon of Byzantine History and Civilization, vol. 3, Turnhout, Brepols Publishers, 2012, pp. 399–401, ISBN 978-2-503-53243-1.
  5. ^ P. Odorico, 2016, pp. 537-538.
  6. ^ (EN) Alexander P. Kazhdan (a cura di), Kékauménos, in The Oxford dictionary of Byzantium, vol. 2, 1ª ed., New York ; Oxford, Oxford University Press, 1991, p. 1119, ISBN 978-0-19-504652-6, LCCN 90023208.
  7. ^ E. Luttwak, 2009, p. 536, note 117-118.
  8. ^ E. Luttwak, 2009, p. 447.
  9. ^ a b G. Ostrogorsky, p. 293.
  10. ^ a b C. Mango, 2004, p. 85.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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