Giuseppe Brengaret Pujol
Giuseppe Brengaret Pujol C.M.F., in spagnolo José Brengaret Pujol (Sant Jordi Desvalls, 18 gennaio 1913 – Barbastro, 13 agosto 1936), è stato un religioso spagnolo, martirizzato a Barbastro durante la Guerra civile spagnola e venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Beato Giuseppe Brengaret Pujol | |
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Religioso e martire | |
Nascita | Sant Jordi Desvalls, 18 gennaio 1913 |
Morte | Barbastro, 13 agosto 1936 (23 anni) |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 25 ottobre 1992 |
Santuario principale | Mausoleo dei Martiri nella casa museo dei clarettiani di Barbastro |
Ricorrenza | 13 agosto |
Biografia
modificaNacque a Sant Jordi Desvalls, nella regione della Catalogna in una casa di campagna, aveva tre fratelli, uno dei quali divenne Marista e morì anch'egli martire nella medesima rivoluzione del 1936. I genitori, Narciso e Angela educarono i figli ad una fede semplice. All'età di undici anni si entusiasmò al veder predicare il padre clarettiano Emilio Bover, che predicò a Sant Jordi per alcuni giorni. Quindi Giuseppe chiese ai genitori di poter seguire il padre Bover a Cervera, dove l'Ordine aveva il postulandato. Così accadde il 22 aprile del 1924, da qui si spostò a Barbastro e di nuovo a Cervera e il 27 luglio 1928 con altri 20 confratelli iniziò il noviziato a Vic. Il 15 agosto 1929 emise la professione religiosa e continuò la formazione per diventare sacerdote a Solsona e Cervera. Dovette sospendere la formazione per un anno a causa di un'infezione polmonare che lo portò quasi alla morte. Il 1 luglio 1936 arrivò a Barbastro per iniziare l'ultimo anno di teologia.[1]
Era attratto dalla letteratura e dalla poesia, lavorò e collaborò assiduamente con le riviste "Legión Cordimariana", "La fiesta santificada" e L'"Almanaque del Corazón de María". Di lui ci rimane la poesia "A la memoria de mi santa madre":
«... Adíos, madre mía;
quisiera ser ángel,
y contigo volar hacia el cielo
y nunca dejarte ...»
«... Addio madre mia;
Vorrei essere un angelo,
e volare con te fino al cielo
e non lasciarti mai ...»
Insieme agli altri ospiti del seminario venne arrestato il 20 luglio del 1936 dalle milizie anarchiche sotto il comando del governo repubblicano che presero il potere a Barbastro e venne recluso nel salone della scuola dei padri Scolopi. Il 12 agosto 1936 firmò la lettera di offerta alla Congregazione con queste parole:
«¡Viva Jesucristo Redentor!
¡Viva el Corazón de María!»
«Viva Gesù Cristo Redentore!
Viva il Cuore di Maria!»
Insieme a 19 suoi confratelli venne fucilato la mattina del 13 agosto sul ciglio di una strada fuori città, fece parte del terzo gruppo di clarettiani di Barbastro che subirono il martirio. I loro corpi sono stati gettati in una fossa comune. [2]
Dopo la guerra i resti dei martiri furono riesumati e si possono venerare oggi nella cripta della casa museo a Barbastro. Nel 2013 è uscito un film sulla vicenda intitolato "Un Dios prohibido" per la regia di Pablo Moreno.[3]
Culto
modificaLa beatificazione avvenne a Roma, ad opera di Giovanni Paolo II, il 25 ottobre 1992. La Chiesa cattolica lo ricorda il 13 agosto.[4]
Note
modifica- ^ Biografia sul sito ufficiale dei martiri clarettiani, su martiresdebarbastro.org. URL consultato il 9 dicembre 2017.
- ^ (ES) Jorge López Teulon, 02:00, il 2 agosto, Cimitero Barbastro, su religionenlibertad.com. URL consultato il 9 dicembre 2017.
- ^ (EN) sito imdb, su imdb.com. URL consultato il 9 dicembre 2017.
- ^ dal sito della Santa Sede, Martirologio Romano, su vatican.va. URL consultato il 9 dicembre 2017.
Bibliografia
modifica- (ES) Gabriel Campo Villegas, Esta es nuestra sangre, Madrid, Publicaciones claretianas, 1990, ISBN 8-48-642571-9.
- Tullio Vinci, Martiri clarettiani a Barbastro, Roma, Postulazione generale C.M.F, 1992.
- Francesco Husu, Una legione decimata, Roma, Pubblicazioni clarettiane, 1992.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Brengaret Pujol
Collegamenti esterni
modifica- Beati Secondino Maria Ortega Garcia e 19 compagni martiri clarettiani, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it. URL consultato il 9 dicembre 2017.