I' mi trovai, fanciulle
I' mi trovai, fanciulle, nota anche come La ballata delle rose[1], è una delle più celebri ballate della raccolta di Rime composte dal Poliziano.
I' mi trovai, fanciulle | |
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Una rosa dal Giardino delle Rose, Firenze. | |
Autore | Poliziano |
1ª ed. originale | |
Genere | poesia |
Lingua originale | italiano |
La protagonista femminile del poema riferisce alle sue amiche l'esperienza di fronte al locus amoenus del giardino di primavera e riflette sull'edonismo e sulla caducità dell'esistenza.
Versi
modificaI' mi trovai, fanciulle, un bel mattino
di mezzo maggio in un verde giardino.
Erano intorno vïolette e gigli
fra l'erba verde, e vaghi fior novelli,
azzurri, gialli, candidi e vermigli:
ond'io porsi la mano a côr di quelli
per adornare e mie biondi capelli,
e cinger di grillanda el vago crino.
Ma poi ch'i' ebbi pien di fiori un lembo,
vidi le rose, e non pur d'un colore;
io colsi allor per empier tutto el grembo,
perch'era sì soave el loro odore
che tutto mi senti' destar el core
di dolce voglia e d'un piacer divino.
I' posi mente quelle rose allora:
mai non vi potrei dir quanto eron belle!
Quale scoppiava dalla boccia ancora
quale eron un po' passe e qual novelle.
Amor mi disse allor: «Va' co' di quelle
che più vedi fiorire in sullo spino».
Quando la rosa ogni sua foglia spande,
quando è più bella, quando è più gradita,
allora è buona a mettere in ghirlande,
prima che suo bellezza sia fuggita.
Sì che, fanciulle, mentre è più fiorita,
cogliàn la bella rosa del giardino.
Temi
modificaLa protagonista della ballata è una giovane donna intenta a roccogliere varî fiori per ricavarne una ghirlanda. Lo sguardo della ragazza è attirato in particolare dalle rose, che apppaiono in vari stadi della loro fioritura: ancora immature, già sbocciate o appassite. Interviene allora Amore stesso a invitare la ragazzza a cogliere tra le rose quelle più rigogliose e fiorite e a gustarsi così la giovinezza, effimera e sfuggevole.
Accanto al tema della raccolta di fiori (riscontrabile già in altri autori, da Ovidio a Dante), si ritrova quindi quello della caducità della bellezza e dell'edonismo, con un invito a cogliere le rose della vita che ha echi in autori classici come Catullo.[2] Il tema del carpe diem, cioè di cogliere l'attimo e del vivere «qui e ora»,[1][2] consci della fuggevolezza e del repentino declino della vita, è caro anche ad altri componimenti rinascimentali, come il coevo Trionfo di Bacco e Arianna opera di Lorenzo il Magnifico.
Metrica
modificaI versi son in endecasillabi. Alla ripresa XX, ripetuta al termine di ogni strofa, fanno séguito quattro strofe ABABBX.[2]
Note
modifica- ^ a b Salvatore Galeone, La celebrazione dell’amore ne “La ballata delle rose” di Angelo Poliziano, su libreriamo.it, 24 luglio 2022. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ a b c Treccani Magazine, G. Cavalli
Bibliografia
modifica- Daniela Delcorno Branca (a cura di), Rime di Angelo Poliziano, collana Scrittori italiani e testi antichi, Accademia della Crusca, 1986.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a I' mi trovai, fanciulle
Collegamenti esterni
modifica- Gigi Cavalli, I’ mi trovai, fanciulle..., su Treccani. URL consultato il 29 novembre 2024.