IMAM Ro.10
L'IMAM Ro.10 era un trimotore di linea ad ala alta prodotto dall'azienda italiana IMAM (Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali), già OFM (Officine Ferroviarie Meridionali), negli anni trenta.
IMAM Ro.10 | |
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Un IMAM Ro.10 dell'Ala Littoria (a destra) accanto ad un Savoia-Marchetti S.M.82 della 609ª Squadriglia Trasporti; Tirana, 21 ottobre 1940. | |
Descrizione | |
Tipo | aereo di linea |
Equipaggio | 2 |
Costruttore | IMAM |
Utilizzatore principale | ALI |
Altri utilizzatori | Ala Littoria |
Esemplari | 3 |
Sviluppato dal | Fokker F.VII/3m |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 14,35 m |
Apertura alare | 21,71 m |
Altezza | 3,81 m |
Superficie alare | 67,5 m² |
Peso a vuoto | 3 050 kg |
Peso carico | 5 250 kg (con motori da 215 CV) |
Passeggeri | 8 |
Capacità combustibile | 1 080 L |
Propulsione | |
Motore | 3 radiali Alfa Romeo Lynx |
Potenza | 215 CV (158 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 190 km/h |
Autonomia | 6 h 30 min |
i dati sono estratti da: Annuario dell'Aeronautica Italiana 1934'[1] | |
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Il Ro.10 era la versione italiana prodotta su licenza dell'olandese Fokker F.VII/3m. Furono prodotti tre soli esemplari con le seguenti immatricolazioni: I-FERO, I-AAXY e I-AAXZ.
Storia del progetto
modificaLe Officine Ferroviarie Meridionali (OFM), possedute dall'imprenditore Nicola Romeo, nel 1925 riuscirono ad acquisire la licenza per produrre localmente due velivoli, il biplano Fokker C.V e la versione trimotore del Fokker F.VII, la F.VII/3m. Per le versioni italiane vennero utilizzati motori Alfa Romeo, azienda di cui Nicola Romeo era socio fondatore, quindi rinominati rispettivamente Ro.1 e Ro.10.
Tecnica
modificaFusoliera
modificaRealizzata in tubi d'acciaio con saldature autogene, la parte anteriore era costituita esclusivamente da aste rigide mentre la parte posteriore le campate erano controventate da fili in acciaio.
Nella parte anteriore (dal motore sino ai posti dei piloti) il rivestimento era realizzato da due cofani di lamiera di alluminio; nella parte centrale da legno compensato e, nella parte rimanente, di tela tesa e verniciata.[1]
Motori
modificaI gruppi motore erano intercambiabili e potevano essere montati motori di qualunque marca purché di tipo radiale e con potenza fra 200 e 300 HP ciascuno.
Il serbatoio era annegato nello spessore dell'ala e, con 1.080 l di capacità, garantiva una autonomia di volo di 6h30' (con motori da 215 HP).[1]
Ali
modificaL'ala era interamente costruita in legno e ricoperta di compensato. Gli alettoni, anch'essi di legno, erano ricavati dall'ala stessa.
I piani di coda erano realizzati con tubi d'acciaio con saldature autogene e rivestiti in tela, mentre il piano fisso orizzontale aveva l'incidenza regolabile in volo.[1]
Carrello
modificaIl carrello, a larga carreggiata, era costituito da due mezzi assali incernierati ai longheroni inferiori della fusoliera e molleggiati con ammortizzatori.
Il pattino di coda era orientabile liberamente e ammortizzato da supporti di gomma.[1]
Utilizzatori
modificaNote
modificaBibliografia
modifica- Jotti da Badia Polesine, Annuario dell'Aeronautica Italiana 1929-1930, Milano, Ed. Libreria Aeronautica, 1930, ISBN non esistente.