Iosif Ivanovič Mrozovskij

Iosif Ivanovič Mrozovskij (in russo Мрозовский Иосиф Иванович?; 14 dicembre 1857Parigi, 16 ottobre 1934) è stato un generale russo, già distintosi durante la guerra russo-turca (1877-1878) e la guerra russo-giapponese. Durante la prima guerra mondiale fu comandante del Corpo dei granatieri sino al 2 maggio 1915, sostituito su decisione personale della zar Nicola II dl generale di fanteria Aleksej Nikolaevič Kuropatkin. Dal 2 ottobre 1915 al 2 marzo 1917 fu comandante del distretto militare di Mosca. Insignito dell'Ordine Imperiale di Sant'Aleksandr Nevskij con spade e diamanti, dell'Ordine dell'Aquila Bianca con spade, e dell'Ordine di San Giorgio di terza classe.

Iosif Ivanovič Mrozovskij
Nascita14 dicembre 1857
MorteParigi, 16 ottobre 1934
Luogo di sepolturaCimitero russo ortodosso di Nostra Signora dell'Assunzione, Sainte-Genevieve-des-Bois
ReligioneOrtodossa
Dati militari
Paese servitoRussia (bandiera) Impero russo
Forza armataEsercito imperiale russo
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1874-1917
GradoGenerale d'artiglieria
GuerreGuerra russo-turca (1877-1878)
Guerra russo-giapponese
Prima guerra mondiale
CampagneRivolta dei Boxer
Fronte orientale (1914-1918)
BattaglieBattaglia di Liaoyang
Decorazionivedi qui
dati tratti da "Мрозовский Иосиф Иванович"[1][2]
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Biografia

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Nacque il 14 dicembre 1857 da una nobile famiglia della provincia di Grodno.[1][3] Si diplomò presso il Ginnasio militare di Polak[N 1] entrando in servizio nell'esercito imperiale l'8 settembre 1874.[1] Frequentò poi la Scuola di artiglieria Mikhailovsky (1877) fu promosso sottotenente il 22 maggio 1877 in servizio alla 34ª Brigata d'artiglieria campale.[1][3] Partecipò alla guerra russo-turca del 1877-1878 venendo promosso tenente il 18 dicembre 1878.[1] Nel 1882 frequentò l'Accademia di artiglieria Mikhailovsky divenendo capitano di stato maggiore il 28 agosto di quell'anno.[1] Tenente delle Guardie (6 agosto 1883).[1] Comandante della 9ª batteria della 3ª Brigata d'artiglieria della Guardia (1 ottobre-1 ottobre 1897) fu promosso colonnello il 6 dicembre 1895.[1][3] Dal 19 dicembre 1900 fu comandante dell'artiglieria del distaccamento della Manciuria meridionale, partecipante alla repressione della rivolta dei Boxer.[1] Ricoprì tale incarico fino al 18 agosto 1901.[1] Dal 6 aprile 1902 fu comandante della 5ª Brigata d'artiglieria e poi della 2ª Divisione d'artiglieria (6 aprile1902-5 gennaio 1904).[1][3] Promosso maggior generale l'11 gennaio 1903 per meriti militari, dal 18 febbraio 1904 fu comandante della 9ª Brigata d'artiglieria dei Fucilieri della Siberia orientale.[1] Partecipò alla guerra russo-giapponese del 1904-1905.[1] Dal 23 agosto 1905 fu comandante dell'artiglieria della 1ª Corpo d'armata ricoprendo tale incarico fino al 7 febbraio 1906.[1] Rimasto ferito in combattimento gli fu conferito l'Ordine di San Giorgio di quarta classe il 28 luglio 1907; per l'abile comando nel reprimere il fuoco di numerose artiglierie nemiche il 18 agosto 1904 vicino a Liaoyang.[1][3] Dopo la guerra, il 7 febbraio 1906, Su raccomandazione del granduca Nikolaj Nikolaevič Romanov, fu nominato comandante dell'artiglieria del distretto militare di San Pietroburgo, il più importante del Paese.[3] Il 6 dicembre 1907 fu promosso tenente generale, e dal 26 agosto 1908 fu comandante della 1ª Divisione fanteria della Guardia.[3] Il 21 maggio 1912 fu posto al comando del Corpo dei granatieri di stanza a Mosca.[1] Generale di fanteria dal 6 dicembre 1913, su sua richiesta divenne generale d'artiglieria 26 gennaio 1914.[1][3] A comando di tale corpo d'armata entrò nella prima guerra mondiale.[1] Per essersi distino nella battaglia del 27 settembre 1914 vicino a Sukhodolami gli fu conferito l'Ordine di San Giorgio di terza classe.[N 2][1] Il 2 settembre 1915, su decisione personale della zar Nicola II, cedette il comando del corpo dei granatieri al generale di fanteria Aleksej Nikolaevič Kuropatkin e il 2 ottobre fu nominato comandante del distretto militare di Mosca in sostituzione del dimissionario principe Feliks Feliksovič Sumarokov-Ėl'ston.[1] In quello steso giorno a Mosca fu dichiarata in vigore la legge marziale.[2] La grande ritirata dell'esercito russo in seguito all'offensiva di Gorlice-Tarnów presentò alle autorità russe un nuovo grande problema: una folla di profughi si riversò da Kovno, Grodno, dalla Curlandia e da altre province occupate dal nemico a Mosca e in altre grandi città dell'Impero.[2] Secondo alcune fonti, il loro numero raggiunse i 6 milioni.[2] Insieme ai rifugiati, dalla periferia dell'Impero cominciarono ad arrivare a Mosca bande di ladri che fecero aumentata notevolmente la criminalità in città e inoltre comparvero un gran numero di bambini senza casa.[3][2] A causa dell’arruolamento di panettieri esperti nell'esercito e della carenza di lavoratori maschi nell'industria della panificazione, la produttività dei panifici a Mosca diminuì.[2] Era necessario trovare fondi aggiuntivi per preparare la città all'inverno.[2] Entro settembre del 1915 sulle strade di accesso a Mosca vi erano fino a 10.000 carrozze scariche.[2] I prezzi dei prodotti alimentari aumentavano, e nell’autunno del 1916, alle difficoltà alimentari si aggiunse la carenza di materie prime come tessuti, scarpe, prodotti in ferro, ecc.[2][3] Egli affrontò questi problemi con chiarezza militare.[3] Ordinò l'apertura di una rete di mense economiche e il ferreo controllo di tutti i prodotti importati in città attraverso le ferrovie e le rotte fluviali.[2][3] Al fine di impedire l'esportazione di prodotti alimentari da Mosca e di registrare tutti i prodotti importati, è stata istituita una registrazione dettagliata di tutti i carichi alimentari in arrivo e in partenza nelle stazioni del nodo ferroviario di Mosca, nonché sui moli del fiume Moscova.[2][3] Inoltre si rivolse al Ministro dell'Agricoltura con la richiesta di stanziare ulteriori fondi per la città per l'acquisto di prodotti alimentari.[3] Egli scrisse: La necessità di ciò si spiega con la mancanza di un regolare approvvigionamento di cibo, a causa dell’uso imprudente da parte degli individui degli equipaggiamenti loro consegnati... Il desiderio e di provvedere alla parte più povera della popolazione di Mosca... Attribuisco particolare importanza alle scorte alimentari, la cui scarsità diventa sempre più evidente. L’assenza delle riserve indicate e i costi sempre più elevati possono facilmente causare indesiderati disordini tra la popolazione della capitale a causa delle circostanze della situazione bellica.[3] Aprì molti orfanotrofi, fu creata la "Società per l'assistenza alla popolazione più povera di Mosca" e fu sviluppato un ampio sistema di misure per combattere il profitto e la criminalità urbana.[3] In gran parte grazie al suo lavoro a cavallo tra il 1916 e il 1917, la difficile situazione a Mosca venne corretta.[3]

Durante la Rivoluzione di febbraio fu uno dei pochi alti capi militari che dichiarò apertamente la sua disobbedienza al Comitato provvisorio della Duma di Stato e la sua lealtà allo zar Nicola II.[3][2] Dichiarò duramente che non intendeva obbedire al governo provvisorio e fino all'ultimo fece dei tentativi per mantenere la situazione a Mosca sotto il suo controllo.[3] Per suo ordine i giornali che pubblicavano appelli alla rivoluzione furono chiusi e i leader dell'opposizione iniziarono ad essere espulsi dalla città.[3] Facendo affidamento sui pochi comandi militari e sulla polizia rimasta fedele allo zar, cercò di assumere il controllo della situazione e Mosca fu introdotto lo stato d'assedio.[2] Per spezzare la volontà sua, il presidente della Duma di Stato Michail Vladimirovič Rodzjanko inviò a Mosca un minaccioso telegramma mandando allo steso tempo, insieme a Aleksandr Fëdorovič Kerenskij, i suoi emissari a Mosca.[2] Anche quando l'intera guarnigione di Mosca.[2] Composta interamente da battaglioni della riserva, defezionò, passando dalla parte del nuovo governo, confermò ancora una volta che sarebbe rimasto fedele al suo giuramento.[3] Fu arrestato nella notte del 2 marzo e poi, dopo aver presentato le dimissioni, messo agli arresti domiciliari, e il 10 dello stesso mese fu licenziato dal servizio per malattia con diritto alla pensione e a portare l'uniforme.[1][3] Dopo la Rivoluzione d'ottobre partì per il sud della Russia, venendo evacuato a Gallipoli, in Turchia, nel 1919.[1][3] Passò in Germania, dove fu membro del Congresso monarchico di Reichenhall nel 1921.[1][3] Stabilitosi in Francia visse a Nizza, dove fu membro della locale "Società per l'unità dei russi".[1] L'ultimo anno di vita lo visse presso la Casa di riposo russa a Sainte-Genevieve-des-Bois.[1] Si spense a Parigi il 16 ottobre 1934, e la salma fu poi tumulata nel Cimitero russo ortodosso di Nostra Signora dell'Assunzione a Sainte-Genevieve-des-Bois.[1]

Onorificenze

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— spade il 6 dicembre 1914, diamanti il 4 ottobre 1916.[4]
«Per le battaglie vicino a Sukhodol, durante le quali fu inflitta una sconfitta decisiva al 10° Corpo d'armata austriaco.[4]»
— 27 settembre 1914.[4]
— 15 giugno 1901.[4]

Onorificenze estere

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Annotazioni

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  1. ^ Qui strinse fraterna amicizia con il futuro generale Aleksandr Frantsevič Ragoza.
  2. ^ Iosif Ivanovič Mrozovskij fu tra i primi, il 27 settembre 1914, a ricevere il più alto riconoscimento militare in Russia l'Ordine di San Giorgio di terza classe. Durante l'intera guerra, solo 60 persone hanno ricevuto questa onorificenza, tra cui otto bielorussi.
  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Grwar.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Hrono.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Belkadet.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n Rusgeneral.

Bibliografia

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  • (RU) S. A. Alekseeva (a cura di), Fevral'skaja revoljucija, Moskva-Leningrad, , Gosudarstvennoe izdatel'stvo, 1926, 1926.
  • William H. Chamberlin, Storia della Rivoluzione russa, Torino, Einaudi, 1941.
  • Nikolaj N. Suchanov, Cronache della Rivoluzione russa, Roma, Editori Riuniti, 1967.
  • (FR) Georges Soria, Les 300 jours de la Révolution russe, Paris, Robert Laffont, 1967.
  • (PL) Michal Reiman, La rivoluzione russa. Dal 23 febbraio al 25 ottobre, Bari, Laterza, 1969.
  • (RU) Vasilij V. Šul'gin, Dni, Belgrad, Izdatel'stvo M. A. Suvorin, 1925.
  • (EN) Steven J. Zaloga, Poland 1939. The Birth of Blitzkrieg, Botley, Osprey Publishing, 2003.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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