La collera per il soldo perduto sfogata in un Capriccio
La collera per il soldo perduto sfogata in un Capriccio (in tedesco Die Wut über den verlorenen Groschen, ausgetobt in einer Caprice)[1], conosciuta anche come Rondo alla ingharese quasi un capriccio in sol maggiore, Op. 129 o La rabbia per il soldino perduto[2] è un rondò per pianoforte del compositore tedesco Ludwig van Beethoven. Questo titolo appare nel manoscritto autografo, ma non gli è stato dato da Beethoven, venendo invece attribuito al suo amico Anton Schindler.[3]
La collera per il soldo perduto sfogata in un Capriccio | |
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Il manoscritto autografo | |
Compositore | Ludwig van Beethoven |
Tonalità | sol maggiore |
Tipo di composizione | rondò |
Numero d'opera | 129 |
Epoca di composizione | 1794-1795 |
Pubblicazione | 1828 |
Durata media | 5-6 minuti |
Organico | pianoforte |
Musica
modificaNonostante il numero d’opus tardivo (Op. 129), la realizzazione di questa composizione si colloca tra il 1794 e il 1795[1], ma fu lasciata incompiuta da Beethoven. L'opera fu pubblicata nel 1828, dopo la morte del compositore, a cura di Anton Diabelli, che lasciò nascosto il fatto che questa era rimasta incompiuta.[3] La durata media di questo rondò dura dai 5 ai 6 minuti; il tempo è Allegro vivace.
Una particolarità si trova nell’espressione "alla ingharese”, dato che l'aggettivo "ingharese" non esiste in italiano. Probabilmente il termine è un’unione tra l’aggettivo “zingarese” (“zingaro”) e l’aggettivo “ongarese” (“ungherese”): infatti, ai tempi di Beethoven i termini musicali alla zingarese ("alla maniera degli zingari") e all'ongarese ("all'ungherese") erano sinonimi.[4]
Robert Schumann nel suo libro Scritti sulla musica e sui musicisti descrisse così questo rondò: “Sarebbe difficile trovare qualcosa di più vivace di questo capriccio… È la rabbia più amabile e innocua, come quella che si prova quando non si riesce a togliere una scarpa dal piede.”[5]
Note
modifica- ^ a b Opus 129 Rondo’ a capriccio per Pianoforte, su Centro di Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it, 18 novembre 2016. URL consultato il 21 maggio 2021.
- ^ Riccardo Allorto, Pianoforte e clavicembalo: il repertorio dal tardo '500 a oggi, Ricordi, 1997, ISBN 978-88-7592-526-0. URL consultato il 21 maggio 2021.
- ^ a b (EN) Erich Hertzmann, The newly discovered autograph of Beethoven's Rondo a Capriccio, Op. 129, in The Musical Quarterly, XXXII, n. 2, 1º aprile 1946, pp. 171–195, DOI:10.1093/mq/XXXII.2.171. URL consultato il 21 maggio 2021.
- ^ (EN) Peter Van der Merwe, Roots of the Classical: The Popular Origins of Western Music, OUP Oxford, 9 dicembre 2004, ISBN 978-0-19-816647-4. URL consultato il 21 maggio 2021.
- ^ (EN) Robert Schumann, On Music and Musicians, University of California Press, 1º gennaio 1983, ISBN 978-0-520-04685-6. URL consultato il 21 maggio 2021.
Bibliografia
modifica- Barry Cooper, The Beethoven Compendium, Ann Arbor, MI: Borders Press, 1991.
Voci correlate
modificaControllo di autorità | VIAF (EN) 173903432 · LCCN (EN) n85177037 · GND (DE) 300016158 · BNF (FR) cb148179474 (data) |
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