La lingua fidenziana è l'italiano intriso di latinismi impiegato verso la metà del Cinquecento dal poeta vicentino Camillo Scroffa nei Cantici di Fidenzio per satireggiare l'eloquio goffamente ricercato di certi pedanti del tempo.[1] La lingua fidenziana, per il particolare rapporto in essa stabilito tra il volgare italiano e il latino, è quasi l'opposto del latino maccheronico.[2] Il tratto più caratteristico della lingua fidenziana, vale a dire l'insistente ricorso a latinismi, ha un precedente significativo nel cosiddetto polifilesco.

  1. ^ Pietro Trifone, La maschera ambigua del pedante. Fidenzio e il suo linguaggio, p. 69.
  2. ^ Bruno Migliorini, Storia della lingua italiana, Milano, Bompiani, 2000, p. 296.

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