Luigi Fransoni
Luigi Giovanni Battista Maria Alessandro[1] Fransoni (Genova, 29 marzo 1789 – Lione, 26 marzo 1862) è stato un arcivescovo cattolico italiano.
Luigi Fransoni arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Ritratto del 1832 | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 29 marzo 1789 a Genova |
Ordinato presbitero | 11 dicembre 1814 |
Nominato vescovo | 13 agosto 1821 da papa Pio VII |
Consacrato vescovo | 19 agosto 1821 dal cardinale Pietro Francesco Galleffi |
Elevato arcivescovo | 24 febbraio 1832 da papa Gregorio XVI |
Deceduto | 26 marzo 1862 (72 anni) a Lione |
Strenuo difensore delle prerogative ecclesiastiche contro l'anticlericalismo delle leggi Siccardi, fu perseguitato duramente dal governo sabaudo.
Biografia
modificaNato a Genova il 29 marzo 1789, era l'ultimogenito di una potente famiglia genovese. I suoi genitori erano il marchese Domenico Fransoni (1742-1820), già governatore di Chiavari e senatore della Repubblica di Genova nonché discreto astronomo e la marchesa Battina Carrega (morta nel 1831).[1] La famiglia Fransoni, assai devota, vantava inoltre tra i propri membri alcuni illustri uomini di Chiesa e di governo della capitale ligure, come Matteo Fransoni, eletto nel 1758 doge di Genova e il cardinale Giacomo Filippo Fransoni, fratello maggiore di Luigi. Il suo padrino di battesimo fu proprio il doge Giacomo Maria Brignole,[1] che fu anche l'ultimo doge di Genova.
La rivoluzione francese, penetrata nel genovesato a seguito dell'occupazione francese di Genova nel giugno 1797, costrinse i Fransoni a fuggire dalla città rifugiandosi prima a Firenze, poi ad Ancona e infine a Roma[2], da cui, tuttavia, con la proclamazione della Repubblica romana, si videro costretti nuovamente a fuggire. Tornarono però definitivamente a Roma dopo il 25 settembre 1799, quando cioè venne restaurato il governo papale[2].
Fu ordinato sacerdote a Roma l'11 dicembre 1814 e successivamente, il 13 agosto 1821, venne eletto vescovo di Fossano. Nominato amministratore apostolico di Torino nell'agosto del 1831, venne definitivamente eletto arcivescovo metropolita di Torino il 24 febbraio 1832. Stimato dai re Carlo Felice e Carlo Alberto, fu loro ascoltato consigliere negli affari ecclesiastici. Fu il capofila dei vescovi intransigenti piemontesi. Nel 1850 dopo l'approvazione delle leggi Siccardi nel Regno di Sardegna dimostrò la sua ferma opposizione invitando il clero alla disobbedienza e rifiutando di somministrare i sacramenti al morente ministro Pietro De Rossi di Santarosa, che aveva responsabilità per le leggi anticlericali.
Stando alle cronache dell'epoca, il comportamento del prelato nei confronti del morente Santarosa suscitò un tale sdegno nell'opinione pubblica piemontese (sapientemente sfruttato da Cavour attraverso il suo giornale), che Fransoni rischiò di essere linciato[senza fonte]. Fu arrestato, rinchiuso nelle prigioni del forte di Fenestrelle e poi mandato, nelle stesso anno, in esilio a Lione.
Fedele ai suoi principii, rifiutò sempre di rinunciare alla sua sede, nonostante pressioni in questo senso gli provenissero anche dal Papa, che avrebbe preferito poter nominare un nuovo arcivescovo che potesse attendere all'arcidiocesi in tempi così difficili. Morì in esilio a Lione il 26 marzo 1862.
Un suo monumento funebre è custodito nella navata destra del duomo di Torino.[3]
Genealogia episcopale e successione apostolica
modificaLa genealogia episcopale è:
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Pietro Francesco Galleffi
- Arcivescovo Luigi Fransoni
La successione apostolica è:
- Vescovo Pietro Antonio Ciro (1832)
- Vescovo Giovanni Giuseppe Antonio Cavalleri, O.F.M.Cap. (1832)
- Arcivescovo Giovanni Antonio Gianotti (1833)
- Vescovo Costanzo Michele Fea (1836)
Onorificenze
modificaStemma
modificaImmagine | Blasonatura | |
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Luigi Fransoni Arcivescovo di Torino
Trinciato, cuneato di rosso e d'argento alla banda in divisa d'oro sulla partizione.[4] |
Note
modifica- ^ a b c Colomiatti, Mons. Luigi dei marchesi Fransoni, p. 11
- ^ a b Colomiatti, Mons. Luigi dei marchesi Fransoni, p. 12
- ^ Il Duomo di Torino: fede, arte e storia. La Santa Sindone, Effatà, 2015, p. 58.
- ^ (LA) Historiae Patriae Monvmenta Edita Ivssv Regis Caroli Alberti: Scriptores Tomus IV.. 11, E Regio Typographeo, 1863, p. 1691. URL consultato il 20 aprile 2023.
Bibliografia
modifica- Maurilio Guasco, Storia del clero in Italia dall'Ottocento a oggi, Bari, 1997, pp. 64–65.
- Emanuele Colomiatti, Mons. Luigi dei marchesi Fransoni, arcivescovo di Torino 1832-1862: e lo Stato Sardo nei rapporti colla Chiesa durante tale periodo di tempo : due commemorazioni con documenti annotati, Torino, G. Derossi, 1902, ISBN 978-1148102078.
- Maria Franca Mellano, Il caso Fransoni e la politica ecclesiastica piemontese (1848-1850), Roma, 1964.
- G. Griseri, L'allontanamento e la mancata rinunzia di mons. Luigi Fransoni, in Bollettino storico biografico subalpino, vol. 64, 1966, pp. 375–492.
- Guido Ratti, Contributo alla biografia di Giuseppe Siccardi: la missione a Portici (settembre-novembre 1849), in Figure e gruppi della classe dirigente piemontese nel Risorgimento, Torino, Comitato di Torino dell'Istituto per la storia del Risorgimento, 1968, pp. 107–197
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luigi Fransoni
Collegamenti esterni
modifica- Fransóni, Luigi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Fransóni, Luigi, su sapere.it, De Agostini.
- Giuseppe Griseri, FRANSONI, Luigi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 50, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998.
- (EN) David M. Cheney, Luigi Fransoni, in Catholic Hierarchy.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 12204036 · ISNI (EN) 0000 0000 6161 3952 · SBN RAVV108292 · BAV 495/62182 · LCCN (EN) nr96012924 · GND (DE) 1205500723 · BNF (FR) cb105248923 (data) |
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