Museo dei paesaggi di terra e di fiume
Il Museo dei paesaggi di terra e di fiume, noto anche come MUPAC, è situato in piazzale Vittorio Veneto 12 all'interno dell'Aranciaia, a Colorno, in provincia di Parma.[1][2]
Museo dei paesaggi di terra e di fiume | |
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Ingresso | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Colorno |
Indirizzo | Aranciaia - piazzale Vittorio Veneto 22 |
Coordinate | 44°55′39.7″N 10°22′30.4″E |
Caratteristiche | |
Tipo | etnografia e cinema |
Collezioni | oggetti legati alla pesca, alla caccia, alla vita contadina, all'artigianato e al cinema |
Periodo storico collezioni | XVIII - XX secolo |
Istituzione | 2014 |
Proprietà | Comune di Colorno |
Visitatori | 5 000 (2022) |
Sito web | |
Storia
modificaIl museo originario fu fondato nel 1974, su iniziativa della Pro Loco di Colorno, che si adoperò per recuperare l'antica Aranciaia, fatta edificare tra il 1710 e il 1712 dal duca di Parma Francesco Farnese quale orangerie del vicino parco del palazzo Ducale, ma sprofondata nel degrado in seguito alla trasformazione in magazzino dopo l'Unità d'Italia; il primo nucleo della collezione etnografica, dedicata alla civiltà contadina della zona, era stato raccolto a partire dagli anni Sessanta dai volontari Giuseppe Bertini, Alberto Calzolari e Antonio Simeone.[3][4][5]
Negli decenni seguenti il Museo Etnografico, dell'Ingegno popolare e della Tecnologia preindustriale, della Stampa e del Cinematografo si arricchì con nuovi materiali, dedicati, oltre al lavoro nei campi, alla pesca e alla caccia, anche alle altre attività diffuse nel territorio tra il XIX secolo e la prima metà del XX, nonché alla stampa e al cinema.[6][5]
Nel 2014, in occasione della ristrutturazione dell'edificio, il museo fu completamente rinnovato, conservando solo una selezione degli oggetti e degli strumenti della precedente esposizione e aggiungendo altre sezioni espositive; al termine delle opere, il 6 aprile di quell'anno si svolse la cerimonia di inaugurazione, col contestuale cambio di denominazione in Museo dei paesaggi di terra e di fiume.[5][7]
Percorso espositivo
modificaIl percorso espositivo, sviluppato nelle tre navate del grande salone posto al primo piano dell'Aranciaia, è suddiviso in quattro sezioni principali: paesaggio, cinema, "Abitare" e "I sapori"; a loro volta, le ultime due sono distinte in tre sottosezioni, intitolate rispettivamente "Abitare la dimora", "Abitare la terra" e "Abitare il lavoro", per quanto riguarda la terza, e "I saperi della mano", "I saperi della terra e dell'acqua" e "I saperi della vita", per quanto riguarda la quarta.[4]
La seconda sezione raccoglie strumenti legati alla storia del cinema, a partire dal XIX secolo; tra questi si trovano proiettori di diverse epoche, bobine e manifesti di scena.[6]
Le ultime due sezioni, più vaste, espongono 212 oggetti, selezionati tra quelli appartenenti al precedente museo etnografico; sono esposti strumenti legati alla produzione del vino e del Parmigiano Reggiano, alle lavorazioni artigianali e tessili, all'agricoltura, alla pesca, alla caccia e alla gestione della casa, tra cui due imbarcazioni fluviali, un telaio per la canapa, vari arredi e una serie di attrezzi da falegnami, arrotini, calzolai e norcini.[4][5]
Note
modifica- ^ MUPAC - Museo dei paesaggi di terra e di fiume di Colorno, su cultura.gov.it. URL consultato il 4 gennaio 2025.
- ^ MUPAC-Museo dei paesaggi di terra e di fiume, su touringclub.it. URL consultato il 4 gennaio 2025.
- ^ Delendati, p. 90.
- ^ a b c MUPAC – Museo dei paesaggi di terra e di fiume, su bbcc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 4 gennaio 2025.
- ^ a b c d Aranciaia e Museo Etnografico della civiltà contadina di Parma, su musei.it. URL consultato il 4 gennaio 2025 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2015).
- ^ a b Delendati, p. 91.
- ^ Inaugura il Mupac, in www.artribune.com, 6 aprile 2014. URL consultato il 4 gennaio 2025.
Bibliografia
modifica- Stefania Delendati, La bassa, terra d'immobilità apparente (PDF), in Parma economica, n. 1, Parma, Camera di Commercio di Parma, 2012, pp. 85-93. URL consultato il 3 gennaio 2025 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2021).
Voci correlate
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