Nato il sei ottobre

Nato il sei ottobre
Paese	Italia
Anno	2024
Formato	film TV
Genere	drammatico, commedia, storico
Durata	80 min
Lingua originale	italiano
Rapporto	1,78:1
Crediti
Narratore	Mino Caprio
Ideatore	Roberto Sergio
Regia	Pupi Avati
Soggetto	Pupi Avati, Tommaso Avati
Sceneggiatura	Tommaso Avati, Pupi Avati, Umberto Broccoli, Enrico Salvatori
Interpreti e personaggi
	Francesco Pannofino: Mario Vivarelli; Dharma Mangia Woods: Paola Curtoni; Ludovica Rubino: Piera Curtoni; Riccardo Cristofari: Giacomo Curtoni; Marianna Tornatore: levatrice; Antonio Ghisleri: Eros Italico Saliola; Emanuela Rossi: signora De Marchis; Elisabetta De Vito: nonna di Giacomo; Rita Capecchi: madre di Mario Vivarelli; Edoardo Di Lernia: Armando; Paolo Bonacelli: Giacomo Curtoni da anziano;
Fotografia	Cesare Bastelli
Montaggio	Ivan Zuccon
Musiche	Lucio Gregoretti
Scenografia	Giuliano Pannuti
Costumi	Beatrice Giannini
Trucco	Silvia Beltrani (trucco); Teresa Bellucci (acconciature);
Effetti speciali	Sergio Stivaletti
Produttore	Antonio Avati
Casa di produzione	Rai Documentari, con il contributo di Rai Teche e Luce Cinecittà; Duea Film;
Prima visione
Data	8 ottobre 2024
Rete televisiva	Rai 1

Nato il sei ottobre è un docufilm italiano trasmesso in prima visione su Rai 1 l'8 ottobre 2024 per celebrare i cento anni dall'inizio delle trasmissioni radiofoniche.^[1]

Trama

Giacomo Curtoni,^[2] nato alle 21 del 6 ottobre 1924 nello stesso momento in cui è iniziata la prima trasmissione radiofonica (annunciata da Ines Viviani Donarelli e seguita dal concerto inaugurale del Quartetto Opera n.7 di Haydn), è un bambino come gli altri del suo tempo, ma affascinato e ammaliato in modo particolare dalle voci, dai suoni, e dalle storie che sente uscire da quella grande scatola magica. Tanto più che non ha un padre: il genitore biologico, infatti, con cui sua madre ebbe una breve avventura, non ne ha voluto sapere nulla di quel figlio venuto per caso.

Giacomo quindi, riversa sulla radio una parte importante delle aspettative pedagogiche che gli sono venute a mancare. Considera quell’elettrodomestico quasi un essere umano, alla stregua di un membro stesso della famiglia. E questo suo amore, questo sentimento di riconoscenza verso lo strumento radiofonico è talmente forte che nel 1934, dopo aver ascoltato in salotto insieme alla sua famiglia la finale di calcio Italia-Cecoslovacchia che regalò all'Italia la prima Coppa del Mondo, decide di scrivere una lettera di ringraziamento indirizzandola proprio alla sede della EIAR.

Quella lettera farà un lungo viaggio e arriverà fino ai giorni nostri attraversando insieme alla radio le tappe più importanti della storia d'Italia, rivisitando immagini e documenti sonori originali.

«A Garinei e Giovannini, che hanno ispirato questo racconto [...] e ai tanti che con la loro dedizione e creatività continuano a dar vita alla nostra straordinaria radio italiana.»