Palazzo Guadagni, noto anche come Dei e Dufour Berte, è un edificio storico del centro di Firenze, situato in piazza Santo Spirito 9-10, angolo via Mazzetta 10 e borgo Tegolaio 24.

Palazzo Guadagni
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzopiazza Santo Spirito 9
Coordinate43°45′58.01″N 11°14′50.17″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Pianiquattro
Realizzazione
ArchitettoBaccio d'Agnolo
CommittenteRiniero di Bernardo Dei

Tra i palazzi rinascimentali più importanti della città, spicca con la sua mole tra le numerose case quattrocentesche che circondano la piazza. Le forme, prestigiose ma tuttavia domestiche e prive di sfarzi, hanno fatto da modello a tanti edifici fiorentini. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1933[1].

 
Palazzo Dei nella pianta del Buonsignori (1584)

Il palazzo, costruito ai primi del Cinquecento (dal 1502 al 1506 circa) per il ricco mercante di seta Rinieri di Bernardo Dei su case e terreni della stessa famiglia, rimase in possesso del casato fino alla sua estinzione, nel 1683, quando, donato ai Buonomini di San Martino (che erano tenuti a monetizzarlo come da loro proprie regole dettate da sant'Antonino Pierozzi), fu poi acquistato da Donato Maria Guadagni nel 1684. Questa nuova famiglia promosse vari interventi finalizzati ad ammodernare la struttura e, in particolare, affidò a Giovanni Battista Foggini il compito di creare una biblioteca nella casa limitrofa, pertinenza della proprietà e posta in comunicazione interna con questa (al numero civico 9).

Dai Guadagni l'intera proprietà passò per via ereditaria nel 1837 ai Dufour Berte (dai quali, secondo la testimonianza di Angiolo Pucci che scrive attorno al 1930 "fu acquistato da un ramo della famiglia Della Gherardesca che ancora lo possiede"). La ricchissima collezione di opere d'arte sistemata in questi anni nei suoi interni (con circa 200 opere di scuola fiorentina, veneta e straniera) è restituita dal dettagliato elenco fattone da Federico Fantozzi nella sua guida del 1842, ma in seguito è andata dispersa. I Dufour Berte, tuttavia, abitarono il palazzo solo saltuariamente, affittandolo a varie personalità, tra le quali si ricordano James Jackson Jarves, Urbano Rattazzi, Valfredo della Gherardesca e sua moglie Margherita Ruspoli.

 
Stemma Guadagni nel cortile

Dal 1912 al 1964 il secondo piano fu occupato dal Kunsthistorisches Institut in Florenz, prima del suo trasferimento nell'attuale sede di via Giuseppe Giusti.

Nel corso del tempo, pur subendo alcuni rimaneggiamenti nel Seicento (in particolare visibili nella corte) e poi a metà dell'Ottocento (dopo il 1845, ad opera di Giuseppe Poggi che tra l'altro rinnovò lo scalone e provvide a un diverso accesso per le carrozze alle nuove scuderie, e ancora nel 1862-1870), il palazzo è riuscito a conservare la sua originaria configurazione rinascimentale e a mantenere, nell'ambito dell'architettura cittadina, un ruolo di assoluta preminenza, imponendosi quale modello per molti altri palazzi eretti dai ceti dirigenti nei periodi successivi.

Attribuito, in mancanza di una documentazione certa, ora a Baccio d'Agnolo ora, con maggiore attendibilità, a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca, l'edificio è testimonianza di "una misura tutta fiorentina"[2], nella quale decoro e dignità si esprimono appieno pur senza fare ricorso a sfarzo e a decori superflui.

Le facciate sono state interessate da un restauro nel 1932 e quindi nel 1969-1972, quest'ultimo realizzato su progetto dell'architetto Andrea Branzi per Archizoom Associati e premiato dalla Fondazione Giulio Marchi. Un ulteriore intervento alla facciata e al suo apparato lapideo, ampiamente documentato sul "Bollettino Ingegneri", data al 1991- 1993. Nel dicembre del 2008 è stato effettuato un intervento di manutenzione straordinaria alle coperture. Al piano terreno, con ingresso da via Mazzetta 10, il palazzo ha ospitato dal 1914 al 2015 la biblioteca comunale Pietro Thouar, ora trasferitasi nel complesso delle Leopoldine in piazza Tasso. In seguito quella porzione di palazzo è divenuta sede del centro studi Accent Global Learning[3], mentre ai piani superiori ha sede una struttura ricettiva, che ha organizzato un vivave bar-ristorante sulla terrazza.

Descrizione

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Il portale su piazza Santo Spirito

Esterno

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La facciata del palazzo è un modello di equilibrio e misura: al piano terreno, dove si sviluppa su ambedue i lati la tradizionale panca di via, è un paramento murario liscio in pietra forte marcato da robuste pilastrate angolari a bugnato e da un portone centinato incorniciato da bugne e finestre quadre. Al primo e al secondo piano sono finestre centinate con bugne in rilievo e piatte. All'ultimo piano si sviluppa il grandioso loggiato a colonne architravate coronato da un'ampia gronda sporgente.

Un ulteriore elemento di pregio del palazzo era l'estesa decorazione a graffito[4], indicata dalla letteratura come opera giovanile di Andrea del Sarto, già pesantemente restaurata negli anni degli interventi di Giuseppe Poggi e andata completamente distrutta durante un più recente intervento di restauro alla facciata nel 1968.

Da segnalare la lumiera posta sulla cantonata e l'anello per cavallo su via Mazzetta, riconducibili all'arte del Caparra (autore dei ferri di palazzo Strozzi) e i due portoni in legno scolpito. Quello sulla piazza è cinquecentesco, borchiato e intagliato con una doppia serie di rosoni e, nelle mezze lune in alto, con l'arme dei Dei. Le chiavi pontificie nella parte alta sono uno degli emblemi della famiglia Dei, a ricordo di privilegi papali concessi alla casata nel XV secolo. La cancellata in ferro è coeva e reca un altro emblema familiare degli Dei, i gigli.

La facciata sulla piazza ha un analogo svolgimento su via Mazzetta; il retro su borgo Tegolaio, con i suoi dodici assi per quattro piani, mostra anche qui il fasto che la fabbrica conobbe con la proprietà Dufour Berte attorno alla metà del secolo, quando fu interessata dai lavori di Giuseppe Poggi, che interessarono in particolare questo affaccio, di pretto gusto ottocentesco. Al centro è un grande scudo in ghisa con uno stemma partito che comprende l'arme dei Guadagni (alla croce spinata) e dei Dufour Berte (troncato: nel 1° al grifone nascente dalla partizione e tenente una stella a sei punte, nel 2° scaccato).

Cortile

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Cortile

Il cortile, accessibile tramite un androne con volta unghiata su lesene e colonne peducci e capitelli rinascimentali, ha una forma insolita dovuta ai successivi rimaneggiamenti. Vi si notano i resti di una loggia tamponata, con capitelli raffinatamente decorati da delfini, volute e conchiglie. Due arcate maggiori, sui lati in asse con l'entrata principale, sono ribassate (in stile barocco), poggianti però su colonne rinascimentali. Oltre l'arco del lato est, sormontato da un monumentale stemma Guadagni, si trova un vano gemello all'androne, dove si trova una fontana a muro con una vasca a valva di conchiglia sormontata da un'edicola con un altorilievo con divinità marine, felini e un liocorno, simbolo araldico dei Guadagni, tra decorazioni a pietre spugnose. Una lapide sotto la vasca ricorda come l'acqua, per concessione granducale, vi arrivi direttamente dal giardino di Boboli. Sul cortile si affacciano finestre architravate, sottolineate da cornici marcapiano, tra cui una, quella inferiore, decorata da dentelli.

Casa Guadagni

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Al n. 9 della piazza è accostata al palazzo una casa di pertinenza che, sul fronte, non presenta elementi di particolare pregio, visto l'intervento promosso dai Dufour Berte (presumibilmente databile al periodo del cantiere ottocentesco diretto da Giuseppe Poggi sul palazzo) che ne ha riconfigurato il disegno, sopraelevandolo di due piani e portandolo alla stessa altezza della proprietà principale. In una nota immagine di questo lato della piazza dovuta ad André Durand[5], precedente all'intervento, la casa mostra al primo piano una serliana larga quanto il fronte e fornita di balcone, chiusa come consuetudine da un timpano triangolare sormontato da uno stemma: si trattava dell'affaccio della sala della biblioteca, realizzata su incarico dei Guadagni da Giovanni Battista Foggini.

Nell'interno, dopo il breve androne, è di assoluto rilievo la scala che si sviluppa a sinistra, con un avvio in pietra serena con pilastrini arricchiti da candelabre e capitelli di bella fattura, indicata dalla letteratura come scala originale cinquecentesca del palazzo. Gli altri elementi sono invece tutti riconducibili a trasformazioni ottocentesche. Sul fronte, al centro, è uno scudo con uno stemma partito che comprende l'arme dei Guadagni e dei Dufour Berte.

 
Parte superiore del portone principale con emblemi della famiglia Dei
 
La casa Guadagni
  1. ^ Scheda su beniculturali.it
  2. ^ Ginori Lisci 1972
  3. ^ [1]
  4. ^ Ben documentata da vario materiale fotografico in parte riproposto dai Thiem nella loro pubblicazione del 1964.
  5. ^ Immagine in Opacmuseicivicifiorentini

Bibliografia

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Portale su via Mazzetta
  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 691-696, n. 344;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 578-585;
  • Emilio Burci, Guida artistica della città di Firenze, riveduta e annotata da Pietro Fanfani, Firenze, Tipografia Cenniniana, 1875, p. 180;
  • Illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno bisestile 1880, compilato da Guido Carocci, Firenze, Giovanni Cirri Editore, 1880, pp. 44-46;
  • "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", VII, 1884, fasc. XII, tav. IV (Palazzo Guadagni. Parapetto della scala);
  • Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-1908, IV, p. 8, tavv. 1-2 (Cronaca);
  • Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 249;
  • Janet Ross, Florentine Palace and their stories, with many illustrations by Adelaide Marchi, London, Dent, 1905, p. 123;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 346;
  • L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1915) 1914, pp. 138-139;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 170;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 305, n. XLII;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 290;
  • Ettore Allodoli, Arturo Jahn Rusconi, Firenze e dintorni, Roma, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, 1950, p. 192;
  • Gino Chierici, 00Il palazzo italiano dal secolo XI al secolo XIX00, 3 voll., Milano, Antonio Vallardi, 1952-1957, II, 1954, p. 141;
  • Enrico Barfucci, Giornate fiorentine. La città, la collina, i pellegrini stranieri, Firenze, Vallecchi, 1958, p. 229;
  • Ludwig Heinrich Heydenreich, Über den Palazzo Guadagni in Florenz, in Eberhard Hanfstaengl zum 75. Geburstag, a cura di Eberard Ruhmer, München, Bruckmann, 1961, pp. 43-51;
  • Ida Maria Botto, Proposte per la storia di una facciata, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", X, 1961/62, 2, pp. 128-134;
  • Gunter Thiem, Christel Thiem, Toskanische Fassaden-Dekoration in Sgraffito und Fresko: 14. bis 17. Jahrhundert, München, Bruckmann, 1964, pp. 85-86, n. 37, tavv. 75-77;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 346;
  • Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 121-126;
  • Eve Borsook, Ecco Firenze. Guida ai luoghi e nel tempo, edizione italiana a cura di Piero Bertolucci, Milano, Mursia, 1972 (ed or. The Companion Guide to Florence, London, Collins, 1966), pp. 297-298;
  • Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, pp. 735-742;
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 312;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, III, 1978, pp. 341-342;
  • Carlo Cresti, Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Firenze dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 192;
  • Remo Mecocci, La piazza di Santo Spirito (8 secoli di vita), Firenze, Consiglio di Quartiere 3, 1983, pp. 12-16;
  • Gabriele Morolli in Firenze. Guida di Architettura, a cura del Comune di Firenze e della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, coordinamento editoriale di Domenico Cardini, progetto editoriale e fotografie di Lorenzo Cappellini, Torino, Umberto Allemandi & C., 1992, p. 99, n. 68;
  • Miranda Ferrara, Dario Melloni, Luis D. Pierelli, Gabriella Tonini, Metodologia e restauro dei prospetti di Palazzo Guadagni, in "Bollettino Ingegneri", XL, 1993, 10, pp. 3-7;
  • I restauri premiati dalla Fondazione Giulio Marchi dal 1967 al 1993, a cura di Patrizia Pietrogrande, Firenze, Centro Di per Fondazione Giulio Marchi, 1994, pp. 70-71;
  • Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, con scritti di Janet Ross e Antonio Fredianelli, Firenze, Le Lettere, 1995, pp. 171-174;
  • Guido Zucconi, Firenze. Guida all’architettura, con un saggio di Pietro Ruschi, Verona, Arsenale Editrice, 1995, p. 81, n. 105;
  • Mariella Zoppi e Cristina Donati, Guida ai chiostri e cortili di Firenze (Cloisters & courtyards of Florence), Firenze, Alinea Editrice, 1997, ISBN 88-8125-180-9.
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  • Riccardo Spinelli, Giovan Battista Foggini "Architetto Primario della Casa Serenissima" dei Medici (1652-1725), Firenze, Edifir, 2003, p. 329 (Disegno della libreria e del prospetto su piazza Santo Spirito).
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 624;
  • Franco Cesati, Le piazze di Firenze. Storia, arte, folclore e personaggi che hanno reso famosi i duecento palcoscenici storici della città più amata nel mondo, Roma, Newton & Compton editori, 2005, p. 270;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 453;
  • Atlante del Barocco in Italia. Toscana / 1. Firenze e il Granducato. Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, a cura di Mario Bevilacqua e Giuseppina Carla Romby, Roma, De Luca Editori d’Arte, 2007, p. 416, n. 109;
  • Guido Morozzi, Relazione sui danni sofferti a causa della guerra dal patrimonio artistico monumentale di Firenze (1946), a cura di Claudio Paolini, Firenze, Polistampa, 2009, p. 72;
  • Toscana esclusiva, pubblicazione edita in occasione dell’iniziativa Firenze, Lucca, Pisa, Siena: cortili e giardini aperti, 20 e 27 settembre 2009, a cura dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Toscana, testi a cura dell’Associazione Culturale Città Nascosta, Firenze, ADSI, 2009, pp. 51-52;
  • Giuseppina Carla Romby, Maria Antonietta Rovida, Qualità dell’abitare nelle città toscane. Libri di fabbrica, muramenti, inventari (sec. XV). Firenze - Siena, Firenze, Edizioni Polistampa, 2012, pp. 34-37;
  • Claudio Paolini, A Sentimental Journey. Inglesi e Americani a Firenze tra Ottocento e Novecento: i luoghi, le case, gli alberghi, Firenze, Polistampa, 2013, pp. 75-76.
  • Antonio Lattuchella, Piazza Santo Spirito, in Le piazze di Firenze: storia, architettura e impianto urbano, a cura di Francesco Gurrieri, Firenze, Mauro Pagliai Editore, 2014, pp. 276-305, pp. 288-291;
  • Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 471-472.

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