Perenniporia fraxinea
Perenniporia fraxinea ((Bull.) Ryvarden) è un fungo lignicolo cosmopolita[1] della famiglia delle Polyporaceae, classificato inizialmente nel 1790 da Jean Baptiste François Bulliard come Boletus fraxineus.
Perenniporia fraxinea | |
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Perenniporia fraxinea | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Basidiomycetes |
Ordine | Polyporales |
Famiglia | Polyporaceae |
Genere | Perenniporia |
Specie | P.fraxinea |
Nomenclatura binomiale | |
Perenniporia fraxinea (Bull.) Ryvarden | |
Sinonimi | |
Perenniporia fraxinea Caratteristiche morfologiche | |
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Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | |
Descrizione della specie
modificaIl corpo fruttifero (basidioma) è pluriennale e si presenta fibroso e sessile.[2] I diversi corpi fruttiferi possono crescere isolatamente oppure essere imbricati tra loro. Il diametro complessivo può arrivare fino a 70 cm[3], con cappelli dello spessore di 2-9 cm [1] e che, presi singolarmente, hanno in genere un diametro di 10 - 20 cm. La parte superiore dei cappelli è sterile e presenta numerosi tubercoli. La zona attaccata al tronco della pianta ospite risulta crostosa e di colorazione nerastra, la parte intermedia è bruno-ocra, mentre la zona più giovane è in genere vivacemente colorata in giallo. I bordi sono lobati e arrotondati. La parte inferiore è la zona fertile del corpo fruttifero e si presenta bianco-grigiastra. Spesso sulla superficie del corpo fruttifero si possono notare essudati di color ambrato.[3]}
I tubuli sono bruni e della lunghezza di 2-7 mm. [1]
I pori sono piccoli e rotondi; la colorazione è grigio-ocracea e a maturazione tende a sviluppare sfumature rosacee. [1]
Le spore hanno una parete spessa e sono di forma sub-globosa, con dimensioni di 6-7 per 5-6 µm.[3] Sono di color crema.[4]
Il colore è grigio-biancastro, con una sottile linea scura che la separa dallo strato che ospita i tubuli.[5] La consistenza del fungo è fibrosa, simile al sughero[1], e la sua carne risulta formata da strati sovrapposti. L'odore è intensamente aromatico. Se manipolata la carne tende a scurirsi. [3]
Perenniporia fraxinea ha una distribuzione cosmopolita ed è diffusa nei due emisferi.[1] Tra le piante ospiti, oltre al frassino, sono state segnalate anche altre latifoglie tra le quali il bagolaro, l'olmo, vari tipi di qercia, il tiglio e la robinia. Il fungo può causare gravi danni alle piante ospiti, secernendo enzimi in grado di compromettere seriamente la struttura legnosa dei fusti[6] e che danno origine alla carie bianca del legno. Anche dopo la morte delle pianta ospite il fungo può continuare a vivere per vari anni come saprofita.[1]
Commestibilità
modificaLa specie non è commestibile.[3]
Il nome del genere combina il termine latino perennis ("perenne") con il nome del genere Poria Edalat..[7] L'epiteto specifico deriva dal latino fraxinus, per frassino.
Sinonimi
modificaTra i sinonimi di Perenniporia fraxinea si possono citare:
- Boletus fraxineus Bull. (1790)
- Fomes fraxineus (Bull.) Cooke, Grevillea 14 (69): 21 (1885) [MB#194933][8]
- Poria fraxinea (Bull.) Ginns, Mycotaxon 21: 331 (1984) [MB#106393][8]
- Haploporus fraxineus (Bull.) Bondartseva, Mikol. Fitopatol.: 280 (1983) [MB#110328][8]
- Vanderbylia fraxinea (Bull.) D.A. Reid, South African Journal of Botany 39 (2): 167 (1973) [MB#325394][8]
Note
modifica- ^ a b c d e f g AA.VV., I funghi del Bosco delle Querce (PDF), Fondazione Lombardia per l'ambiente, p. 22, ISBN 978-88-8134-133-7. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ Perenniporia fraxinea, su ortomuseobot.sma.unipi.it, Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa, 2018. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ a b c d e Perenniporia fraxinea (Bull.) Ryvarden 1976, su funghiitaliani.it, Associazione Micologica Italiana Naturalistica Telematica - A.M.I.N.T., 23 Aprile 2016. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ (EN) Thomas Cech, Perenniporia fraxinea, su danubeforesthealth.eu, DanubeForestHealth. URL consultato il 17 dicembre 2023.
- ^ Giordano L. e Gonthier P., Manuale di campo per il riconoscimento dei funghi lignivori (PDF), Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) (Università degli Studi di Torino), p. 14, ISBN 978-88-908636-9-1. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ (EN) Ruy Matsumoto, Jakia Jerin Mehjabin, Hideki Noguchi 3 4, Toshizumi Miyamoto, Taichi E Takasuka, Chiaki Hori, Genomic and Secretomic Analyses of the Newly Isolated Fungus Perenniporia fraxinea SS3 Identified CAZymes Potentially Related to a Serious Pathogenesis of Hardwood Trees, su pubmed.ncbi.nlm.nih.gov, National Library of Medicine, DOI:10.1128/aem.00272-23. URL consultato il 16 dicembre 2023.
- ^ (EN) Donk, M.A., The generic names proposed for Polyporaceae, in Persoonia, vol. 1, n. 2, 1960, pp. 173–302.
- ^ a b c d (EN) Perenniporia fraxinea, su mycobank.org, MycoBank. URL consultato il 16 dicembre 2023.
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