Platzspitzbaby
Platzspitzbaby è un film svizzero del 2020 diretto da Pierre Monnard e tratto dal romanzo autobiografico omonimo del 2013 scritto da Michelle Halbheer in collaborazione con la giornalista Franziska K. Müller.[1]
Platzspitzbaby | |
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Titolo originale | Platzspitzbaby |
Lingua originale | svizzero tedesco |
Paese di produzione | Svizzera |
Anno | 2020 |
Durata | 100 min |
Rapporto | 1,66:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Pierre Monnard |
Soggetto | Michelle Halbheer |
Sceneggiatura | André Küttel |
Produttore | Peter Reichenbach |
Casa di produzione | C-Films, SRF Schweizer Radio und Fernsehen, SRG SSR, Teleclub, Ascot Elite Entertainment |
Fotografia | Daran Bragg |
Montaggio | Sophie Blöchlinger |
Musiche | Matteo Pagamici |
Scenografia | Georg Bringolf |
Costumi | Linda Harper |
Trucco | Barbara Grundmann, Martine Felber |
Interpreti e personaggi | |
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Trama
modificaZurigo, 1992. La giovanissima Mia si addentra nel degradato parco Platzspitz, da molti anni divenuto la più grande scena aperta della droga in Europa e un pericoloso ritrovo per migliaia di tossicodipendenti (soprattutto eroinomani), per cercare sua madre Sandrine. Si accenna alla fine della relazione dei suoi genitori e al modo in cui Mia elabora e cerca di non farsi sopraffare da queste situazioni tramite il suo amico immaginario Buddy Franco.
Tre anni dopo, nella primavera del 1995, con la chiusura del Platzspitz, i tossicodipendenti vengono rimandati nelle loro comunità d'origine. Madre e figlia si trasferiscono nell'Oberland Zurighese, sistemandosi in un appartamento loro assegnato. Mia, nonostante alcuni episodi di bullismo a causa del passato della madre, cerca di integrarsi nella nuova scuola.
Allo stesso tempo viene trattato il penoso rapporto tra Mia e Sandrine, che prova invano a disintossicarsi: infatti, poco tempo dopo incontra nuovamente i suoi vecchi "amici" e ricade nella tossicodipendenza. Mia è costretta a riaccompagnarla a Zurigo, a procurarle le droghe e ad assisterla durante i test antidroga richiesti dai servizi sociali. Il loro rapporto subisce continue battute d'arresto, anche per via della crescente aggressività di Sandrine, lasciando Mia sempre più insofferente.
Un altro aspetto affrontato è l'impotenza delle autorità: sebbene André, il padre di Mia, desideri prendere in custodia sua figlia per garantirle un futuro sereno, non può farlo senza la sua autorizzazione; dopo il divorzio Mia aveva chiesto di stare con la madre, vede il padre una volta al mese e rifiuta di andarsene con gli assistenti sociali. A un certo punto tuttavia, non riuscendo più a sopportare questa situazione ed essendo giunta allo stremo dopo ultimo furioso litigio, Mia fugge di casa e chiama il padre da una cabina telefonica chiedendogli di venirla a prendere.
Riconoscimenti
modifica- 2020 – Festival internazionale del cinema di Varsavia
- Selezione ufficiale
- 2021 – Premio del cinema svizzero[2]
- Miglior attrice a Sarah Spale
- Candidatura al miglior film
- Candidatura per la miglior sceneggiatura ad André Küttel
- Candidatura alla miglior attrice per Luna Mwezi
- Candidatura per il miglior montaggio a Sophie Blöchlinger
Note
modifica- ^ (DE) «Platzspitzbaby» - der Film, su SRG Deutschschweiz, 16 settembre 2019. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ (DE, EN, FR) Swiss Film Award 2021, su swissfilms.ch. URL consultato il 15 maggio 2023.
Collegamenti esterni
modifica- (DE) Sito ufficiale, su platzspitzbaby.ch.
- Platzspitzbaby, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
- (EN) Platzspitzbaby, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Platzspitzbaby, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Platzspitzbaby, su Box Office Mojo, IMDb.com.