Presa di Brescia (1799)
La presa di Brescia fu uno scontro militare avvenuto il 20 e 21 aprile 1799, nel corso della Seconda coalizione, e vide coinvolte le forze della guarnigione francese della città lombarda e l'esercito austro-russo del generale Suvorov.
Presa di Brescia parte della campagna italiana di Suvorov, durante la guerra della Seconda coalizione | |
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Castello di Brescia | |
Data | 20-21 aprile 1799 |
Luogo | Brescia, Lombardia |
Esito | Vittoria russa |
Schieramenti | |
Comandanti | |
Effettivi | |
Perdite | |
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La vittoria ottenuta dalle forze alleate rappresenta la prima vittoria della brillante campagna del generale russo sul suolo italiano.
Contesto storico
modificaL'espansione dell'influenza francese in Italia aveva turbato le potenze europee: la formazione delle due repubbliche filogiacobine a Roma e a Napoli aveva sottomesso l'intera penisola italiana agli ideali della rivoluzione francese. Ad alimentare le preoccupazioni delle case reali europee vi era anche la spedizione egiziana di Bonaparte, che stava rallentando i traffici commerciali inglesi.
Antefatti
modificaDopo la dichiarazione di guerra all'Austria, il Direttorio assegnò l'esercito francese in Italia al generale Schérer.[4] Molto presto, questi si dimostrò non all'altezza del compito. Numerose titubanze ed errori lo portarono ad una mancata vittoria a Verona e ad una sconfitta a Magnano, nonostante le sue truppe si fossero comportate magnificamente in entrambe le occasioni. Non potendo più rimanere sulla linea dell'Adige, siccome gli austriaci attendevano l'arrivo dei rinforzi russi, i francesi indietreggiarono, prima sulla linea del Mincio, poi su quella dell'Oglio ed infine sull'Adda.[5]
Lo schieramento alleato, invece, viveva un momento quasi opposto a quello francese: le due battaglie avevano consolidato la loro posizione e contribuito a sollevare il loro morale.[6] L'arrivo di Suvorov e von Melas nella prima metà di aprile, aveva ulteriormente accentuato la cosa. In pochi giorni, dal 15 al 19 aprile, i russi e gli austriaci avevano percorso la strada che da Verona li separava dal Mincio[7] ed avevano già avviato le prime fasi dell'assedio delle fortezze di Peschiera e Mantova, in cui erano state lasciate due guarnigioni repubblicane.[8]
Deciso a voler facilitare le comunicazioni con il Tirolo e con gli altri eserciti coalizzati in Svizzera e Germania, Suvorov decise che era necessario catturare la città di Brescia.[9]
Lo scontro
modificaSuvorov ed il suo esercito marciarono verso la città, giungendo nelle sue vicinanze il 20 aprile. Quella stessa notte, le divisioni di generali Ott e Zopf, oltre a 2 000 russi del generale Bagration, attaccarono i contingenti francesi nei dintorni della città:[1] i russi trovarono 400 francesi a circa due miglia dalla città. Bagration ordinò ai suoi cacciatori e cosacchi di montare assieme a cavallo e, una volta raggiunti i francesi, di preparare un attacco con le baionette. I francesi si ritrovarono presto circondati: attaccati ai fianchi dai cacciatori e dai cosacchi e frontalmente dai soldati di Bagration, furono quasi tutti catturati. Un solo ufficiale fece ritorno in città.[10]
Il giorno seguente, il comando delle forze d'assedio fu affidato al generale austriaco Paul Kray. Questi fece convocare il comandante della brigata francese di Brescia,[11] tale Poncet,[12] e chiese a lui e ai suoi uomini di arrendersi. I repubblicani rifiutarono.[11] Suvorov ordinò a Vukassovich di approcciare la città da nord mentre le forze di Kray, a cui si sarebbe unito anche Bagration, avrebbero dovuto conquistare la città con un assalto, anche nel caso i francesi si fossero mostrati propensi a delle trattative per la resa.[10]
Al loro rifiuto, dalle 8 del mattino, la città venne sottoposta ad un feroce bombardamento da parte dell'esercito alleato. Non avendo di molte difese e rifugi a disposizione, i francesi si ritirarono all'interno del castello.[1] Le porte della città erano state distrutte e gli abitanti stessi avevano abbassato i ponti levatoi: russi ed austriaci penetrano rapidamente all'interno delle mura. Poncet, nuovamente convocato da Kray, si rese disponibile ad una resa condizionata, in modo che i suoi uomini potessero mantenere onore, armi e bagagli. Venne loro negata.[13] Il comandante francese, intimorito alla vista delle numerose colonne di nemici in avvicinamento e dei preparativi per l'assalto già in corso, con i soldati russi ed austriaci intenti a trasportare le scale, accettò la capitolazione.[1][13]
Conseguenze e bilancio
modificaVi furono oltre 1000 prigionieri dal lato francese, dei quali 35 ufficiali, ed altri 200 furono feriti.[14] Nemmeno un caduto o un ferito dal lato russo. All'interno del castello, i soldati di Suvorov trovarono abbondanti scorte: 44 cannoni,[15] diverse tonnellate di razioni alimentari e molto materiale bellico.[3]
Nei giorni seguenti, le truppe della coalizione si addentrarono ulteriormente nella regione lombarda e si prepararono a sfondare la linea difensiva francese sull'Adda. Tre giorni dopo la presa di Brescia, i Cosacchi del Don entrarono a Bergamo e nei giorni successivi i due eserciti si scontrarono a Lecco e poi a Cassano d'Adda.
Note
modifica- ^ a b c d e Jomini, p. 265.
- ^ a b c Bodart, p. 331.
- ^ a b Graham, pp. 46-47.
- ^ Botta, pp. 341-342.
- ^ Botta, pp. 343-347.
- ^ Botta, pp. 346-347.
- ^ Gachot, pp. 118-119.
- ^ Mikaberidze, pp. 23-24.
- ^ Graham, p. 44.
- ^ a b Mikaberidze, p. 25.
- ^ a b Graham, pp. 45-46.
- ^ Gachot, p. 118. Invece Bodart riferisce che tale comandante fosse il generale di brigata Bouzet.
- ^ a b Graham, p. 46.
- ^ Mikaberidze, p. 27.
- ^ Graham, pp. 46-47. 46 cannoni secondo Mikaberidze.
Bibliografia
modifica- (EN) Thomas Graham, History of the campaigns in the years 1796, 1797, 1798 e 1799 in Germany, in Italy, in Switzerland &c., Londra, T.Gardiner, 1812.
- (FR) Antoine Henri Jomini, Histoire critique et militaire des guerres de la Révolution: Campagne de 1799, Parigi, Chez Anselin et Pochard, 1822, ISBN 978-1-02-193073-6.
- (DE) Gaston Bodart, Militär-historisches Kriegs-Lexikon (1618-1905), Vienna e Lipsia, C. W. Stern, 1908.
- Carlo G. G. Botta, Storia d'Italia dal 1789 al 1814, Parigi, 1824, ISBN 9-788-82810116-1.
- (FR) Édouard Gachot, Les campagnes de 1799: Souvarow en Italie, Perrin et cie., 1903.
- (EN) Alexander Mikaberidze, "The lion of the russian army": Life and Military Career of General Prince Peter Bagration (tesi di laurea), Florida State University, 2003.