Quinto Allio Massimo
Quinto Allio Massimo (in latino: Quintus Allius Maximus; 7 circa – dopo il 49) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Quinto Allio Massimo | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Quintus Allius Maximus |
Nascita | 7 circa |
Morte | dopo il 49 |
Gens | Allia |
Propretura | legatus pro praetore del proconsole Quinto Marcio Barea Sorano in Africa, 41-43 |
Consolato | maggio-giugno? 49 (suffetto) |
Biografia
modificaMassimo, homo novus[1][2], apparteneva alla gens Allia, la cui origine rimane sconosciuta[1]. Il nomen è diffuso in Campania, nel Sannio e in Umbria[1][2], ma un'importante famiglia senatoria di II secolo (che comprende un omonimo Quinto Allio Massimo) è attestata a Mediolanum[1][2][3], mentre un cavaliere di età augustea[2] Quinto Allio Rufo è attestato a Falerio, nel Piceno[4]: la vicinanza cronologica ha spinto alcuni studiosi a ipotizzare un'origine picena anche per Massimo[1]. Suo parente sembra essere stato un Lucio Allio Massimo attestato a Roma[1][5].
Il primo incarico noto di Massimo fu quello di legatus pro praetore di rango pretorio al seguito del proconsole d'Africa Quinto Marcio Barea Sorano[6] tra 41 e 43[1][2]: la vicinanza a Sorano, insieme al quale Massimo divenne anche patrono di Hippo Regius[6], ha indotto gli studiosi a ipotizzare che la carriera di Massimo sia stata promossa dall'importante famiglia dei Marcii Bareae[1].
In seguito, Massimo arrivò al vertice dello stato romano: egli fu infatti console suffetto al fianco di Lucio Mammio Pollione[7] da maggio fino forse a giugno del 49[2].
Sulla base degli Acta sancti Timothei, che menzionano un Massimo proconsole d'Asia sotto Nerone, nel 57/58[8], Hermann Usener propose che il proconsole fosse da identificare con Massimo[8], e la critica lo ha spesso seguito[1][5][9][10][11]; tuttavia, di recente, lo studio dei fasti proconsolari d'Asia e dei criteri dell'assegnazione proconsolare (in particolare, il mandato di Massimo precederebbe bizzarramente quello del patrizio Lucio Vipstano Poplicola, console ordinario nel 48, prima di Massimo[2][12]) e una rivalutazione dell'apporto storico degli Acta ha spinto numerosi studiosi, in primis Ronald Syme[12], a rigettare l'identificazione[2][12][13].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 421-422.
- ^ a b c d e f g h A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 456-457.
- ^ CIL V, 5940.
- ^ CIL IX, 5441.
- ^ a b PIR2 A 547 (Groag).
- ^ a b AE 1935, 32.
- ^ CIL XI, 6236.
- ^ a b H. Usener, Acta S. Timothei, Bonn 1877, p. 8.
- ^ S.J. De Laet, Die Samenstelling van den Romeinschen Senaat gedurende de eerste eeuw van het principaat (28 vóór Chr. - 68 na Chr.), Antwerpen 1941, p. 147 n° 935, e p. 241.
- ^ D. Magie, Roman Rule in Asia Minor to the End of the Third Century after Christ, I-II, Princeton 1950, p. 1582 (cautamente).
- ^ B.E. Thomasson, Laterculi praesidum, I, Göteborg 1984, col. 213.
- ^ a b c R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, pp. 361-362.
- ^ G. Camodeca, Nuovi dati sui senatori romani d'origine puteolana. II: M. Hordeonius Flaccus, cos. suff. 47, e la gens Hordeonia, in Puteoli, 11 (1987), p. 22 nota 25.
Bibliografia
modifica- PIR2 A 547 (Groag).
- U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 421-422.
- A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 456-457.