Referendum in Bulgaria del 1922
Il referendum in Bulgaria del 1922 si svolse il 19 novembre 1922 per decidere il perseguimento dei criminali di guerra.[1] È stato approvato dal 74,33% dei votanti.[1]
Referendum in Bulgaria del 1922 | |||||||||||
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Stato | Regno di Bulgaria | ||||||||||
Data | 19 novembre 1922 | ||||||||||
Esito | |||||||||||
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Contesto
modificaL'Unione Nazionale Agraria Bulgara al potere cercò di perseguire i membri dei gabinetti dei governi guidati da Ivan Gešov, Stojan Danev e Aleksandăr Malinov per crimini di guerra commessi durante la prima guerra mondiale, in conformità con l'articolo 155 della Costituzione.[1] Il 24 settembre 1922, 17 dei 22 ministri furono arrestati e il 17 ottobre fu pubblicata una legge sull'accusa.[1]
La votazione avviene con schede bianche (= sì, per l'accusa) e nere (= no, contro l'accusa); c'è l'obbligo di voto.[1]
Risultati
modificaScelta | voti | % |
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Sì | 647.313 | 74,33 |
No | 223.584 | 25,67 |
Schede bianche/nulle | 60.165 | – |
Totale | 928.776 | 100 |
Fonte: Democrazia Diretta |
Conseguenze
modificaDopo il voto, l'Unione Nazionale Agraria vinse le elezioni del 27 aprile 1923, formando un governo guidato da Aleksandăr Stambolijski. I partiti di destra organizzarono il colpo di stato l'11 giugno 1923 con la tacita approvazione del re Boris III di Bulgaria. I ministri imprigionati furono rilasciati e le accuse ritirate dal governo di Aleksandăr Cankov.[1]