Romosozumab
Il romosozumab, noto con il nome commerciale di Evenity, è un anticorpo monoclonale umanizzato, di origine murina, usato in campo medico per il trattamento dell'osteoporosi. Il suo impiego è stato associato ad una diminuzione del rischio di fratture spinali.[1] Legandosi alla sclerostina, ne inibisce l'effetto anti-anabolico a livello osseo, migliorando la densità ossea dei pazienti.
Romosozumab | |
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Nomi alternativi | |
Evenity, AMG 785, romosozumab-aqqg | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C6452H9926N1714O2040S54 |
Massa molecolare (u) | 145 877,58 |
Numero CAS | |
DrugBank | DBDB11866 |
Dati farmacologici | |
Modalità di somministrazione | con iniezione |
Dati farmacocinetici | |
Legame proteico | con la sclerostina |
Indicazioni di sicurezza | |
Originariamente prodotto dall'industria farmaceutica britannica Chiroscience (acquisita poi dalla Celltech), l'anticorpo è stato sviluppato e perfezionato in collaborazione con la casa farmaceutica Amgen a partire dal 2002.[2]
Nel 2109 l'uso del romosozumab è stato approvato in Giappone, negli Stati Uniti d'America e nell'Unione europea (rispettivamente a gennaio, ad aprile e a dicembre).[1][3][4] La Food and Drug Administration ha elevato l'anticorpo a "farmaco di prima classe".[5] Il National Institute for Health and Care Excellence raccomanda l'uso dell'anticorpo in Inghilterra e nel Galles.[6]
Efficacia
modificaDue studi clinici randomizzati hanno mostrato una riduzione del rischio di fratture della colonna vertebrale con il rmosozumab; secondo il primo studio, il rischio diminuisce anche del 73% rispetto al placebo dopo un anno di trattamento con l'anticorpo e si mantiene statisticamente significativo con l'assunzione del denosumab durante il secondo anno di terapia. Il secondo studio ha mostrato che l'assunzione del romosozumab per un anno, a cui fa seguito una terapia con alendronato per un secondo anno, porta ad una riduzione di fratture vertebrali fino al 50% rispetto ad una terapia, parimenti biennale, a base di solo alendronato.[3]
Le ricerche dimostrano che, nelle donne in post-menopausa, l'anticorpo favorisce la costruzione e la mineralizzazione delle ossa, inibendo il riassorbimento osseo e la conseguente osteopenia.
Effetti collaterali
modificaSono numerosi gli effetti collaterali della somministrazione del romosozumab, tra cui cefalea, artralgie e dolore nel sito dell'iniezione.[1] È possibile che l'anticorpo aumenti il rischio di ictus, infarto miocardico e aumenti la mortalità per cause cardiovascolari in senso lato.[1] Uno studio ha dimostrato un aumento del rischio di gravi eventi cardiovascolari nella terapia con il romosozumab rispetto ai pazienti trattati con alendronato (0,8% contro 0,3%),[7] tuttavia questa differenza non è stata individuata comparando i pazienti trattati con il romosozumab con i pazienti trattati con un placebo.[8]
La FDA raccomanda di non somministrare il romosozumab a pazienti che hanno già sofferto di ictus o di infarto entro un anno dall'inizio della terapia con l'anticorpo;[1] in Giappone, peraltro, l'autorità sanitaria non ha ritenuto opportuno diramare questa prescrizione.[9]
In ogni caso, le terapie con il romosozumab sembrano associarsi a un rischio di eventi avversi cardiovascolari generalmente inferiori a quelli di terapie antiosteoporosi basate su altri farmaci.[10]
Note
modifica- ^ a b c d e (EN) FDA approves new treatment for osteoporosis in postmenopausal women at high risk of fracture, su Food and Drug Administration. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) Celltech Group Interim Report 2002 (PDF), su Celltech Group Inc.. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ a b (EN) Kaplon H, Muralidharan M, Schneider Z, Reichert JM, Antibodies to watch in 2020, in mAbs, vol. 12, 2020, DOI:10.1080/19420862.2019.1703531, PMID 31847708. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) Rees V, EC approves treatment for severe osteoporosis postmenopausal women, su European Pharmaceutical Review, 13 dicembre 2019. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) New Drug Therapy Approvals 2019, su Food and Drug Administration. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) Sarpal H, Hewitt C, D'Sylva S, Romosozumab for treating severe osteoporosis. Technology appraisal guidance, Regno Unito, National Institute for Health and Care Excellence (NICE), 25 maggio 2022, ISBN 978-1-4731-4581-8. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) Saag KG, Petersen J, Brandi ML, Karaplis AC, Lorentzon M, Thomas T et al., Romosozumab or Alendronate for Fracture Prevention in Women with Osteoporosis, in The New England Journal of Medicine, vol. 377, n. 15, ottobre 2017, pp. 1417-1427, DOI:10.1056/nejmoa1708322, PMID 28892457. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) Cosman F, Crittenden DB, Adachi JD, Binkley N, Czerwinski E, Ferrari S et al., Romosozumab Treatment in Postmenopausal Women with Osteoporosis, su The New England Journal of Medicine, vol. 375, n. 16, ottobre 2016, pp. 1532-1543, DOI:10.1056/nejmoa1607948, PMID 27641143. URL consultato il 25 dicembre 2024.
- ^ (EN) Stokar J, Szalat A, Response to Letter to the Editor from Kawaguchi: 'Cardiovascular Safety of Romosozumab vs. PTH Analogs for Osteoporosis Treatment: a Propensity Score Matched Cohort Study', in The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, maggio 2024, DOI:10.1210/clinem/dgae348, PMID 38767110.
- ^ (EN) Stokar J, Szalat A, Cardiovascular Safety of Romosozumab vs. PTH Analogs for Osteoporosis Treatment: a Propensity Score Matched Cohort Study, in The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, marzo 2024, DOI:10.1210/clinem/dgae173, PMID 38482603. URL consultato il 25 dicembre 2024.