SM U-12
Lo SM U-12 è stato un sottomarino della k.u.k. Kriegsmarine in servizio tra il 1914 e il 1915.[3] Dalla data del suo ingresso in servizio, e fino alla sua perdita, avvenuta per urto contro una mina ad ancoraggio di fronte a Malamocco (Venezia), fu al comando del tenente di vascello Egon Lerch
SM U-12 | |
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Il sottomarino U-12 entra nella rada di Pola | |
Descrizione generale | |
Tipo | Sottomarino |
Proprietà | k.u.k. Kriegsmarine |
Cantiere | Silurificio Whitehead di Fiume |
Impostazione | 1909 |
Varo | 14 marzo 1911 |
Completamento | 1911 |
Entrata in servizio | 21 agosto 1914 |
Destino finale | affondato per urto con una mina l'8 agosto 1915 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 240[1] |
Stazza lorda | 273 tsl |
Lunghezza | 29,19 m (32,09 m fuori tutto) m |
Larghezza | 4,23 m m |
Pescaggio | 3,9 m |
Propulsione | 2 motori a benzina/2 motori elettrici 500 hp/300hp |
Velocità | 11,4/9,7 nodi |
Equipaggio | 4+15 |
Armamento | |
Artiglieria |
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dati tratti da U 7 (dal 1914 U 12) sommergibile[2] | |
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Storia
modificaDopo aver costruito per la k.u.k. Kriegsmarine, su progetto dell'americano John Philip Holland, i sommergibili U-5 e U-6, il Silurificio Whitehead di Fiume decise di costruire su iniziativa privata una ulteriore unità che fu impostata nel 1909, e varata il 14 marzo 1911[4] con la sigla SS-3.[3] Questo sottomarino, che incorporava diversi miglioramenti ai sistemi elettrici e meccanici, fu offerto da Robert Whitehead alla k.u.k. Kriegsmarine ma, essendo ancora in corso la valutazione operativa degli U-5 e U-6 l'acquisto fu rifiutato.[2] Whitehead allora offrì l'unità per l'esportazione a diverse marine, Perù, Portogallo, Paesi Bassi, Brasile e Bulgaria, e nuovamente a quella austro-ungarica che rifiutò di acquistarla per la seconda volta.[2] Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale la k.u.k. Kriegsmarine disponeva di sei U-Boot, quattro operativi e due completati ma non ancora on servizio attivo.[2] L'alto comando della marine decise di acquistare al prezzo di 500.000 corone, con procedura d'urgenza, lo SS.3 che dalla data del varo aveva stazionato tra i porti di Pola e Brioni.[4]
Il sottomarino SS-3 era caratterizzato da uno scafo singolo con il corpo avente forma di goccia, similmente a quello dei moderni sottomarini nucleari.[5] Era lungo 32,11 m, largo al traverso 4,19 m, e aveva un pescaggio di 3,91 m. Il dislocamento era 240 tonnellate in superficie e 273 tonnellate in immersione.[6] L'armamento si basava su due tubi lanciasiluri da 450 mm, che presentavano portelli unici dal disegno a forma di quadrifoglio che ruotavano su un asse centrale,[5] e a bordo si potevano trasportare un massimo di quattro siluri.[6] Inizialmente lo SS-3 era propulso in superficie da una coppia di motori elettrici, sostituiti in seguito da due motori a benzina a 6 cilindri da 300 cavalli (220 kW) ciascuno.[6] La propulsione subacquea era affidata a due motori elettrici per un totale di 230 cavalli (170 kW).[6]
Trasferito a Pola lo U-12 fu rapidamente allestito, entrando in servizio con la sigla ottica U-7 il 21 agosto 1914, posto al comando del Linienschiffsleutnant Egon Lerch.[4] Il 28 dello stesso mese si decise di ridesignarlo U-12, ma il numero "7" sulla torretta venne sostituito solo alcuni giorni dopo. Installato il cannone da 37 millimetri e sostituito il periscopio, nel dicembre fu trainato dalla torpediniera Satellit[7] fino alle bocche di Cattaro da dove partì subito per il Canale d'Otranto avendo l'ordine di attaccare le navi francesi che vi transitavano.[2] Il 21 dicembre avvistò un gruppo di sedici navi nemiche impegnate in alcune esercitazioni tattiche e si portò all'attacco nonostante il mare grosso.[2] Avvistata la nave da battaglia Jean Bart,[8] nave di bandiera del comandante della flotta ammiraglio Augustin Boué de Lapeyrère, la attaccò con due siluri di cui uno andò a segno a prua, ma la compartimentazione resse e la nave poté essere salvata e raggiunse con qualche difficoltà l'isola di Malta per le prime riparazioni.[9] Tale attacco colpì le autorità navali francesi che arrivarono a ritirare la loro flotta dal Mare Adriatico.[2]
Nel febbraio 1915 l'"U-12" si portò davanti alle coste del Montenegro dove, di fronte ad Antivari, fu attaccato con il lancio di due siluri da un sommergibile francese, e una volta schivati contrattaccò lanciandone a sua volta altri due che andarono a vuoto ma costrinsero l'unità nemica ad allontanarsi ad alta velocità.[2] Lo U-12 rientrò a Cattaro dopo aver catturato due velieri montenegrini[10] e in quella base, il 28 marzo 1915, l'intero equipaggio fu decorato a bordo della corazzata Monarch. Tre giorni dopo l'U 12 salpò nuovamente, e in quella crociera offensiva fermò e catturò cinque trabaccoli montenegrini che furono poi rimorchiati a Cattaro.[10] Il 28 maggio 1915, all'altezza di Capo Salvore, avvistò un piroscafo che navigava oscurato e che quindi, ritenuto nemico, fu immediatamente attaccato senza alcun preavviso, causando la morte di 22 persone con solo due superstiti, con il lancio di due siluri.[10] Si trattava del piroscafo greco Virginia da 1.065 tonnellate,[10] appartenente a una nazione neutrale, e che per di più era stato fermato e controllato dallo U-5 due giorni prima e lasciato libero di proseguire.[2] Tale gravissimo incidente fu praticamente ignorato[N 1] volutamente dalle autorità austro-ungariche.[2] Dopo aver effettuato alcuni lavori di manutenzione, tra cui la sostituzione della bussola e delle batterie e l'installazione di due tubi lanciasiluri prodieri supplementari in coperta,[4] lo U-12 si trasferì da Pola a Trieste da cui salpò il 7 agosto 1915 per una missione segreta di guerra.[2] L'intenzione del comandante Lerch era di forzare le ostruzioni che difendevano l'accesso alla rada di Venezia, e una volta penetratovi, di attaccare le navi italiane alla fonda.[2] Alle 15:30 del pomeriggio dell'8 agosto, da bordo di una nave in servizio di vigilanza sulla rotta di accesso a Venezia, fu udita una forte esplosione e più tardi da un rimorchiatore giunto sul posto furono avvistate chiazze di benzina in mare.[8] Una volta che i palombari calatisi sul posto ebbero localizzato il sottomarino affondato a causa dell'urto con una mina ad ancoraggio,[8] con la perdita di tutto l'equipaggio, la Regia Marina organizzò, in gran segreto il recupero[8] dello U-12, cosa che avvenne nel dicembre 1916.[11] Trasferito il relitto all'interno dell'arsenale di Venezia, i resti mortali dell'equipaggio vennero seppelliti il 18 gennaio 1917 nel cimitero dell'isola di San Michele,[11] e il battello fu identificato anche grazie al ritrovamento della Medaglia d'argento al valor di marina che riportava il nome di Egone Lerch e la data di assegnazione.[4] L'architetto viennese Walter Lenck progettò un monumento funebre per lo scomparso comandante Egon Lerch, di cui fu persino prodotta una prova in gesso.[2] Poi il progetto fu abbandonato e solo nel 1935 l’Österreichischen Marineverband posò una targa ricordo sul luogo della sepoltura dei marinai e degli ufficiali dello U-12.[2]
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Il Comando della k.u.k. Kriegsmarine in privato rimborsò sia l'armatore che i membri dell'equipaggio sopravvissuti, che erano stati salvati dallo U-12 per la perdita dei propri beni, e indenizzò i parenti dei marinai morti, ma dichiarò ufficialmente che il Virginia era esploso a causa dell'urto con una mina.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (EN) Günter Bischof, Ferdinand Karlhofer, Nicole-Melanie Goll e Samuel R. Williamson, ‘Our Weddigen.’ On the Construction of the War Hero in the k.u.k. Army.: The ‘Naval Hero’ Egon Lerch as an Example, in 1914: Austria-Hungary, the Origins, and the First Year of World War I, New Orleans, Univertity of New Orleans Press, 2024.
- (DE) Die Unterseeboote Österreich-Ungarns, Graz, ADEVA, 1981, ISBN 3-201-01151-7.
- (EN) Robert Gardiner, Conway's All the World's Fighting Ships, 1906–1921, Annapolis, Naval Institute Press, 1985, ISBN 978-0-87021-907-8.
- (DE) Karl Gogg, Österreichs Kriegsmarine 1848-1918, Salzburg, Verlag das Bergland-Buch, 1974, ISBN 3-7023-0042-2.
- Paul G. Halpern, La grande guerra nel Mediterraneo Vol.1, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2008.
- (EN) Lawrence Sondhaus, The Naval Policy of Austria-Hungary, 1867-1918: Navalism, Industrial Development and the Politics of Dualism, West Lafayette, Pourdue Univertity Press, 1994, ISBN 1-55753-034-3.
- (EN) Erwin F. Sieche, Austro-Hungarian Submarines, in Warship, Volume 2., Annapolis, Naval Institute Press, 1980, ISBN 978-0-87021-976-4.
- Periodici
- Pierpaolo Zagnoni, Il ritrovamento della torpediniera 88S, in Sub, n. 290, Milano, casa editrice Adventures, dicembre 2009, pp. 74-79.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su SM U-12
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Egon Lerch, su uboat.net, sito=U-Boat. URL consultato il 2 novembre 2020.
- U 7 (dal 1914 U 12) sommergibile, su Kuk Kriegsmarine. URL consultato il 30 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2023).