Santuario della Madonna dei Bisognosi
Il santuario della Madonna dei Bisognosi, detto anche santuario della Madonna del Monte, è situato sul monte Serra Secca (monti Carseolani), in Abruzzo, al confine tra Pereto e Rocca di Botte, a 1043 m s.l.m.[2]
Santuario della Madonna dei Bisognosi | |
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Facciata del Santuario della Madonna dei Bisognosi | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Località | Pereto |
Coordinate | 42°02′35″N 13°05′34″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Maria, madre di Gesù |
Ordine | Frati minori cappuccini[1] |
Diocesi | Avezzano |
Sito web | www.diocesidiavezzano.it/?option=com_content&view=article&id=26 |
Storia
modificaIl santuario, secondo la tradizione, è stato eretto dagli abitanti di Pereto e Rocca di Botte nell'anno 608 d.C. nel luogo in cui la statua lignea della Madonna era stata trasportata da Siviglia, in Spagna[3]. A Siviglia in quel periodo, nel VII secolo, la Madonna era molto venerata e per essere salvata dalle distruzioni dei saraceni fu trasportata risalendo il mare adriatico fino a Francavilla al Mare. La sacra effigie fu quindi caricata su una mula e diretta verso le aree interne dell'Abruzzo. La mula stremata si fermò e perì sulle montagne intorno a Carsoli, esattamente sul monte Serra Secca. I profughi capirono che quello doveva essere il posto prescelto dalla Madonna per costruire la sua nuova dimora. Furono chiamati sul monte i fedeli dei paesi della valle carseolana e ben presto fu edificata la prima chiesetta, chiamata originariamente "Madonna del Monte".
L'edificazione del luogo di culto, per 3⁄4 nel territorio comunale di Pereto e per 1⁄4 in quello di Rocca di Botte, portò la pace fra gli abitanti dei due paesi marsicani[4].
Papa Bonifacio IV, originario della Marsica, venuto a conoscenza della storia, gravemente malato pregò per la sua guarigione la Madonna venuta da Siviglia. Guarito, l'11 giugno 610 visitò la chiesa chiedendone l'ampliamento e lasciando dei fondi per tale scopo, concesse inoltre indulgenze e donò il crocifisso processionale tuttora esposto[5][6][7].
Nel 1902 il santuario è stato dichiarato edificio monumentale degno di essere conservato[8].
Descrizione
modificaAll'interno del santuario sono conservati gli affreschi, molti dei quali realizzati nella seconda metà del Quattrocento, dagli artisti Jacopo di Arsoli, Desiderio da Subiaco e Petrus. Rappresentano la crocifissione, la discesa dello Spirito Santo e la resurrezione, la sepoltura di Gesù, Daniele profeta, San Gioacchino, la Madonna col Bambino e Santa Elisabetta. Nella parete attigua alla sagrestia sono presenti gli affreschi dell'annunciazione, del presepio, dell'adorazione dei magi e della visitazione. Nella cappella che si trova nel nucleo originario della chiesa, restaurata nel 1488, sono presenti le opere con due Madonne con il Bambino, in mezzo a quattro Angeli, la presentazione al tempio e raffigurazioni dell'arrivo di Fausto da Siviglia al monte e il suo incontro con il figlio Procopio. Gli affreschi tardo-quattrocenteschi raffigurano alcune scene paradisiache ed infernali del giudizio universale[9][10][11].
Apocalisse
modificaL’affresco Apocalisse è un'opera pittorica datata 1488 attribuita a un anonimo artista abruzzese e rappresenta una complessa visione del Giudizio Universale, combinando raffigurazioni del Paradiso e dell’Inferno[12].
L’affresco non era solo una rappresentazione religiosa, ma anche un mezzo educativo e di controllo sociale. La popolazione locale, in gran parte rurale, proiettava le proprie paure e speranze in queste visioni, trovando conforto nella giustizia divina che puniva i peccatori e premiava i giusti. Le immagini fungevano da monito e ispirazione durante pellegrinaggi come quello al santuario della Madonna dei Bisognosi[12]. Questa straordinaria opera rimane un'importante testimonianza dell'immaginario escatologico del XV secolo e un documento visivo delle credenze e delle paure delle comunità medievali abruzzesi[12].
Paradiso
modificaL’affresco raffigura Cristo come giudice supremo, da cui emergono un giglio e una spada, simboli rispettivamente della misericordia e della giustizia divina. La scena del Paradiso è affollata da figure celestiali disposte gerarchicamente: Maria e Giovanni sono circondati da angeli con gli strumenti della Passione. Nelle sfere superiori si trovano gli evangelisti, gli apostoli, i patriarchi e i profeti, seguiti dai martiri con San Sebastiano come alfiere[12]. Proseguendo, si distinguono i dottori della Chiesa, i monaci e le figure femminili sante come Santa Chiara. Infine, l’ordine ecclesiastico è rappresentato da papi, cardinali, vescovi e abati, tutti avvolti in mantelli pesanti, a sottolineare il clima rigido del contesto montano. Figure chiave come San Michele e i profeti Enoc ed Elia guidano gli eletti, mentre alcuni corpi risorgono dalle tombe per essere giudicati[12].
Inferno
modificaIn contrasto, la parte infernale è dominata dalla figura gigantesca di Lucifero, incatenato e dotato di tre teste e due gole che divorano i dannati[12]. L'Inferno è suddiviso in quattro gruppi principali di peccatori, ciascuno caratterizzato da pene che rispecchiano il concetto medievale del contrappasso[12].
- Peccati capitali: I dannati associati ai sette vizi capitali (lussuria, gola, avarizia, superbia, ira, acidia e invidia) sono mostrati nelle grinfie di Lucifero, masticati e digeriti in un ciclo eterno[12].
- Popoli nemici della fede: Qui si trovano rappresentati i turchi, tartari, giudei e maccabei, simboli delle minacce interne ed esterne alla cristianità dell'epoca[12].
- Peccatori individuali: Sono puniti secondo il contrappasso: gli ipocriti, l’omicida (detto "miciaro"), il bestemmiatore, il disperato e la meretrice subiscono torture simboliche e fisiche[12].
- Mestieri disonesti: Questo gruppo include artigiani e commercianti considerati colpevoli di frode e avidità, tra cui il macellaio, il falegname, il fabbro, il calzolaio e l’oste. Quest’ultimo è rappresentato con particolare enfasi, poiché le osterie medievali erano viste come luoghi di perdizione[12].
Cronotassi degli abati
modificaNon è noto in quale anno il santuario fu costituito abbazia, pertanto il seguente non è da considerarsi una lista esaustiva, ma solo un elenco degli abati storicamente accertati[13].
- Francesco Maccafani † (1440 - circa 1455)
- Gabriele Maccafani † (30 gennaio 1456 - circa 1470 dimesso)
- Giorgio Maccafani † (10 giugno 1470 - circa 1498 dimesso)
- Giovanni Maccafani † (13 settembre 1498 - gennaio 1516 deceduto)
- Gian Francesco Maccafani † (10 febbraio 1516 - circa 1532 dimesso)
- Gian Eustachio Maccafani † (25 dicembre 1532 - 1533 deposto)
- Camillo de Ripa † (1533 - circa 1536 dimesso)
- Alessandro Maccafani † (9 novembre 1536 - circa 1547 dimesso)
- Giorgio Maccafani † (19 novembre 1547 - circa 1582 dimesso)
- Francesco Grassillo † (1º settembre 1582 - circa 1606 dimesso)
- Leonardo Mattei † (13 dicembre 1606 - circa 1622)
- Domenico Cecchini † (18 giugno 1622 - 1635 dimesso)
- Properzio Resta † (25 settembre 1635 - circa 1652)
- Egidio Colonna † (1652 - ?)
- N. Mattei † (? - ?)
- Gian Francesco Naldi † (? - 6 gennaio 1699 deceduto)
- Antonio Ossario † (11 maggio 1699 - 1699 dimesso)
- Carlo Colonna † (25 novembre 1699 - 6 luglio 1739 dimesso)
- Girolamo Colonna † (9 luglio 1739 - 18 gennaio 1763 deceduto)
- Pietro Colonna Pamphili † (5 febbraio 1763 - 4 dicembre 1780 deceduto)
- Marcantonio Colonna † (28 aprile 1781 - 4 dicembre 1793 deceduto)
- Giuseppe Mattei † (18 giugno 1794 - circa 1814)
- Raffaele Resta † (24 marzo 1815 - agosto 1861 deceduto)
Note
modifica- ^ Massimo Basilici, Santa Maria dei Bisognosi rimane aperta (PDF), su pereto.info (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ Istituto Geografico Militare, carta topografica 1:25.000, tavoletta 145, III, SE.
- ^ Cammilleri, cap. 5 novembre.
- ^ Madonna dei Bisognosi a Presto. I primi affreschi trecenteschi del santuario dipinti da un pittore di Arsoli, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 10 aprile 2019.
- ^ Madonna dei Bisognosi, su terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2016).
- ^ Massimo Basilici e Fulvio Amici, XIV° centenario del Santuario della Madonna dei Bisognosi (11 giugno 2010) (PDF), su pereto.info (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ Basilici e Amici.
- ^ Elenco degli edifizi Monumentali in Italia, Roma, Ministero della Pubblica Istruzione, 1902. URL consultato il 27 maggio 2016.
- ^ Il maestro Jacopo di Arsoli fu fra i pittori degli affreschi del quattrocento alla Madonna dei Bisognosi, su confinelive.it, Confine Live. URL consultato il 10 aprile 2019.
- ^ Affreschi. Chiesa della Madonna dei Bisognosi, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 6 giugno 2016.
- ^ Un capolavoro nascosto: Santa Maria dei Bisognosi a Pereto, su abruzzo24ore.tv, Abruzzo 24 ore.
- ^ a b c d e f g h i j k La Mater Indigentium tra Pereto e Rocca di Botte, su camminarenellastoria.it.
- ^ Massimo Basilici, Santa Maria dei Bisognosi: la storia (PDF), Roma, 2010, pp. 24-28.
Bibliografia
modifica- Massimo Basilici, Santa Maria dei Bisognosi: le fonti, Pietrasecca di Carsoli, edizione Lumen, 2005.
- Massimo Basilici, Santa Maria dei Bisognosi: la pergamena, Pietrasecca di Carsoli, edizione Lumen, 2011.
- Massimo Basilici e Fulvio Amici, Santa Maria dei Bisognosi, Pietrasecca di Carsoli, edizione Lumen, 2010.
- Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Edizioni Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367.
- Paola Nardecchia, Pittori di frontiera: l'affresco quattro-cinquecentesco tra Lazio e Abruzzo, edizione Lumen, Pietrasecca di Carsoli, 2001.
- Giovanni Vetoli, Historia della miracolosa imagine di S. Maria de' Bisognosi, Roma, 1687.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario della Madonna dei Bisognosi
Collegamenti esterni
modifica- Blog del santuario, su madonnadeibisognosi.wixsite.com.
- Diocesi di Avezzano, su diocesidiavezzano.it.
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