Sarracenia psittacina
Sarracenia psittacina Michx., 1803 è una pianta carnivora appartenente alla famiglia delle Sarraceniaceae, originaria degli Stati Uniti[2].
Sarracenia psittacina | |
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Sarracenia psittacina | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
Ordine | Ericales |
Famiglia | Sarraceniaceae |
Genere | Sarracenia |
Specie | S. psittacina |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Nepenthales |
Famiglia | Sarraceniaceae |
Genere | Sarracenia |
Specie | S. psittacina |
Nomenclatura binomiale | |
Sarracenia psittacina Michx., 1803 | |
Sinonimi | |
Sarracenia calceolata |
L'epiteto specifico psittacina deriva dal greco Ψιττακός (psittakos), pappagallo, per la forma ricurva della parte superiore dell'ascidio, simile al becco di questo uccello.
Descrizione
modificaPresenta degli ascidi disposti a rosetta che generalmente, contrariamente a tutte le altre Sarraceniaceae , si accrescono orizzontalmente.
Le prede, costituite in genere da piccoli invertebrati acquatici, penetrano all'interno della trappola mediante una piccola apertura posta vicino all'opercolo e non riescono a trovare facilmente l'uscita perché "abbagliate" dalla luce che penetra all'interno dell'ascidio. Una volta caduti nell'acqua presente all'interno della trappola, vengono digeriti dagli enzimi prodotti dalla pianta stessa.
Distribuzione e habitat
modificaLa specie è diffusa negli Stati Uniti sud-orientali (Louisiana, Alabama, Missouri, Florida, Georgia)[1][2].
Vive in ambienti acquitrinosi e paludosi molto poveri di nutrienti, quali azoto e fosforo, e particolarmente acidi. Nei periodi delle piogge può vivere parzialmente o completamente sommersa.
Note
modifica- ^ a b (EN) Sarracenia psittacina, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 2 ottobre 2023.
- ^ a b (EN) Sarracenia psittacina, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 ottobre 2023.
Bibliografia
modifica- Peter D'Amato, The Savage Garden: Cultivating Carnivorous Plants, Berkeley, Ten Speed Press, 1998, pp. 85-86, ISBN 0-89815-915-6.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sarracenia psittacina
- Wikispecies contiene informazioni su Sarracenia psittacina
Collegamenti esterni
modifica- Sarracenia psittacina IPNI Database
- Sarracenia psittacina GRIN Database