Saturae Menippeae (Varrone)
«Vitium uxoris aut tollendum aut ferendum est. Qui tollit vitium, uxorem commodiorem praestat; qui fert, sese meliorem facit.»
«Un difetto della moglie si deve o correggere o sopportare; chi riesce a correggerlo, rende la moglie più tollerabile; chi lo sopporta, migliora se stesso.»
I Menippearum saturarum libri CL, o più semplicemente Saturae Menippeae (in italiano: Satire menippee), sono una vasta opera di Marco Terenzio Varrone, non pervenuta, composta tra l'80 e il 46 a.C. e appartenente al gruppo di opere letterarie dell'erudito reatino[1].
Satire Menippee | |
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Titolo originale | Menippearum saturarum libri CL |
Altri titoli | Saturae Menippeae |
Autore | Marco Terenzio Varrone |
1ª ed. originale | 46 a.C. circa |
Genere | raccolta di satira |
Sottogenere | poesia |
Lingua originale | latino |
Si tratta di un'opera commista di prosa e poesia; degli originali 150 libri, sono pervenuti solamente 600 versi e una novantina di titoli: ciascun componimento, infatti, recava un proprio titolo.
Argomenti
modificaGli argomenti delle saturae riguardavano la filosofia, la critica dei costumi, la morale, i vizi e i difetti degli uomini, i poeti e il mondo della politica[1][2].
I titoli erano modi di dire, proverbi, e alludevano al contenuto della satura; erano in latino e in greco[3]:
- Cave canem, con riferimento alla mordacità dei filosofi cinici;
- Est modus matulae, una condanna dell'ubriachezza;
- Eumenides, contro la tesi stoico-cinica che tutti gli uomini sono folli;
- Trikàranos, il mostro con tre teste, con allusione al primo triumvirato di Cesare, Pompeo e Crasso.
- Γεροντοδιδάσκαλος (Gherontodidàskalos, "il maestro dei vecchi"), contro la degradazione del presente e la corruzione del mos maiorum.
- Sexagesis, ancora sulla corruzione del mos maiorum. Racconta la storia di un giovane che, caduto in un sonno lungo sessant'anni, si risveglia e constata l'avvenuta corruzione della società romana.[4]
- Marcopolis, la descrizione di una città ideale[4]
- Marcipor, probabilmente il racconto di un viaggio.[4]
Stile
modificaL'opera, quanto a varietà di argomenti, si ispira alla satira romana tradizionale, soprattutto quella di Quinto Ennio e di Marco Pacuvio. Per il resto Varrone imitò il filosofo cinico greco Menippo di Gadara (da cui il nome di satire menippee): i toni sono seri e parodistici, mordaci e scherzosi; gli stessi titoli sono arguti e burleschi, ambigui ed equivoci, dettati dallo spirito della satira[5].
Note
modifica- ^ a b De Bernardis-Sorci, 948.
- ^ Riposati, 270-271.
- ^ Talvolta i titoli erano in latino con sottotitolo in greco.
- ^ a b c Gian Biagio Conte, Emilio Pianezzola, "Lezioni di letteratura latina", 2010, Le Monnier Scuola, vol. 1, pagina 368. ISBN 9788800209762 .
- ^ Riposati, 270.
Bibliografia
modifica- Luigi Alfonsi, Le 'Menippee' di Varrone, in Hildegard Temporini (a cura di), Aufstieg und Niedergang der römischen Welt (ANRW) / Rise and Decline of the Roman Worldː Geschichte und Kultur Roms im Spiegel der neueren Forschung, I.3, Berlino, Walter de Gruyter, 1973, ISBN 3 11 0042517.
- Benedetto Riposati, Storia della letteratura latina, Milano-Roma-Napoli-Città di Castello, Società Editrice Dante Alighieri, 1965.ISBN non esistente
- De Bernardis Gaetano, Andrea Sorci, SPQR - volume 1 - Dalle origini alla crisi della Repubblica, Palermo, Palumbo Editore, 2006, ISBN 978-88-8020-607-1.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (LA) Franciscus Buecheler Harvard University, Satirae et Liber Priapeorum, apud Weidmannos, 1871. URL consultato il 21 settembre 2021.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 293974065 · BAV 492/31543 · LCCN (EN) n85257532 · GND (DE) 4336236-9 · BNE (ES) XX3501550 (data) · BNF (FR) cb14407543r (data) · J9U (EN, HE) 987007603750505171 |
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