Severo di Antrodoco
Severo di Antrodoco (Antrodoco, IV secolo – Antrodoco, V secolo) è stato un presbitero e santo attivo nell’evangelizzazione della valle antrodocana.
Severo di Antrodoco | |
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Nascita | Antrodoco, IV secolo |
Morte | Antrodoco, V secolo |
Ricorrenza | 15 febbraio |
Gregorio Magno ne fa brevemente memoria nel primo libro dei Dialoghi, definendolo vir vitae valde admirabilis.
Nonostante l’estrema esiguità delle notizie biografiche, l’esistenza del santo si distingue per l’umiltà e per l’operosità: nella narrazione gregoriana Severo viene descritto mentre è intento ad putandam vineam, ovvero occupato nella potatura della vigna.
Il miracolo operato più importante e noto è la resurrezione di un morto, nel cui racconto è presente anche una curiosa ricostruzione del mondo ultraterreno.
Fino al X secolo il corpo del santo riposava ad Antrodoco e successivamente le sue reliquie vennero traslate a Treviri.
Il culto viene diffuso rapidamente dai monaci equiziani in tutta la provincia Valeria. Luoghi di culto dedicati a Severo sono presenti nel vicino Abruzzo: ad Arischia, dove si trovano i ruderi della grancia farfense di San Severo, e a L’Aquila.
La memoria liturgica ricorre il 15 febbraio.[1]
Note
modifica- ^ Luca Capannolo, Severo di Interocrium, modello di santità rustica nei Dialogi di Gregorio Magno (PDF), in Saeculum Christianum, 21, 2014.
Collegamenti esterni
modifica- Severo di Antrodoco, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.