Società Poligrafica Salvati
La tipografia Salvati nasce a Foligno nel 1855, con il nome di Società Poligrafica Salvati, per iniziativa di Francesco Salvati. Nel 1889 assorbe la Tipografia Sgariglia e nel 1891 la tipografia di Giovanni Tomassini da Pesaro, entrambe attive a Foligno ed eredi dell’officina tipografica di Pompeo Campana. All’inizio del Novecento viene rilevata da un gruppo di imprenditori e intellettuali folignati (tra gli altri Michele Faloci Pulignani e dal 1929 passa nelle mani di Benedetto Pasquini[1]. Nel 1935 acquisisce la storica tipografia Campitelli. Nel 1943 viene ceduta alla Ditta F.lli Pozzo; la proprietà si sposta a Torino ma la produzione si mantiene a Foligno. Lo stabilimento folignate, distrutto durante la guerra e ricostruito nel 1944, viene definitivamente chiuso nel 1969.
Società Poligrafica Salvati | |
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Stato | Italia |
Fondazione | 1855 a Foligno |
Sede principale | Torino |
Settore | Editoria |
Produzione
modificaÈ specializzata nella fornitura di stampati, periodici e riviste per la pubblica amministrazione. Pubblica numerose edizioni di storia locale. Dal 1892 dà alle stampe, in concorrenza con Campitelli, una sua edizione dell’almanacco Barbanera[2].
Note
modifica- ^ Sulla figura del senatore Pasquini, cfr. Luciano Radi, Foligno 1946. Ricordo di Italo Fittaioli e Benedetto Pasquini in occasione del sessantesimo della prima elezione democratica del Consiglio Comunale, Foligno, Pro Foligno, 2006.
- ^ Cfr. la voce Campitelli, in Dizionario Biografico degli Italiani. Per la storia del Barbanera pubblicato da Salvati, con particolare riferimento alla conduzione di Benedetto Pasquini, per anni compilatore e promotore dell’almanacco folignate, cfr. Fondazione Barbanera 1762, Barbanera 1762, Spello, Editoriale Campi, 2012.